L’ANCE Campania con la collaborazione scientifica della Scuola di Governo del Territorio bandisce 5 borse di studio per ricerche relative alla pianificazione urbanistica in Campania. L’attività dei borsisti dovrà svolgersi nell’ambito della ricerca svolta dalla Scuola di Governo del Territorio finalizzata ad evidenziare lo stato dell’urbanistica nei Comuni della Campania, allo scopo di individuare le difficoltà nello sviluppo efficace della pianificazione e suggerire i relativi rimedi.
L’attività di ciascuna borsa terminerà il 30 settembre 2017.
L’importo per ciascuna borsa ammonta a € 4.000
Possono partecipare alla selezione, senza limiti di cittadinanza coloro che siano in possesso di Laurea specialistica/magistrale nelle materie della pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale (LM 48) e lauree equipollenti.
Le domande di partecipazione alla selezione per le borse di studio dovranno essere inviate via mail, con l’indicazione di tutti i dati anagrafici ed allegando dettagliato curriculum vitae all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le domande dovranno pervenire entro le ore 12,00 di venerdì 12 maggio
Classificazione al fuoco degli elementi da costruzione: pubblicata la UNI EN 13501 - 4
Pubblicata la norma UNI EN 13501-4:2016 “Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - Parte 4: Classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco dei componenti dei sistemi di controllo del fumo” che specifica il procedimento per la classificazione dei componenti dei sistemi di controllo del fumo in base ai dati delle prove di resistenza al fuoco che rientrano nel campo di applicazione diretta del metodo di prova pertinente; include anche la classificazione in base ai risultati di prova di applicazione estesa.
I prodotti trattati dalla norma sono:
- condotte per il controllo del fumo;
- serrande per il controllo del fumo;
- barriere al fumo;
- evacuatori forzati di fumo e calore;
- evacuatori naturali di fumo e calore.
La norma è disponibile sia in formato elettronico sia in formato cartaceo.
mb
Fonte UNI
Agricoltura biologica, in Campania bando da 35mila euro
C’è tempo fino al prossimo 15 maggio per partecipare al bando del Psr che mette a disposizione contributi a fondo perduto per 35 mila euro per l’agricoltura biologica in Campania.
Si tratta della Misura 11 del programma di sviluppo rurale che mira a promuovere la riduzione dell'impatto ambientale delle attività agricole attraverso l'introduzione e il mantenimento di metodi produttivi a basso impatto, favorendo la biodiversità e limitando le emissioni di carbonio nel settore agricolo e forestale, provenienti principalmente da fonti come l'allevamento zootecnico e l'uso di fertilizzanti, e incoraggiando lo stock del carbonio nei suoli.
La misura prevede due diverse tipologie d'intervento: conversione delle aziende agricole ai sistemi di agricoltura biologica e mantenimento delle pratiche e dei metodi di agricoltura biologica come definiti nel regolamento europeo 834/2007.
Al bando, che dispone la corresponsione di pagamenti compensativi sulla base dei maggiori costi e dei minori ricavi connessi agli impegni volontari aggiuntivi assunti dal beneficiario per 5 anni, possono partecipare agricoltori, sia singoli che associati ed Enti pubblici che conducono aziende agricole.
AdA
Sostanze chimiche pericolose, pubblicato nuovo elenco dei valori di esposizione professionale
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale - 2a Serie Speciale, Unione Europea n. 27 del 3 aprile 2017 - la Direttiva (UE) 2017/164 della Commissione, del 31 gennaio 2017, che definisce un quarto elenco di valori indicativi di esposizione professionale in attuazione della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica le direttive 91/322/CEE, 2000/39/CE e 2009/161/UE della Commissione.
La Direttiva era stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 27/115 del 1° febbraio 2017. Riguardo alla Direttiva, che dovrà essere recepita, e che riguarda la protezione dai lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione a sostanze chimiche pericolose, si evidenzia che in passato sono stati definiti altri elenchi di valori indicativi, ad esempio con la Direttiva 2000/39/CE e la Direttiva 2006/15/CE.
AdA
Certificati bianchi, nuove linee guida per calcolare i bonus
Nuove linee guida e nuovi obiettivi nazionali di risparmio energetico: cambia la disciplina dei certificati bianchi (Tee), i titoli che vengono rilasciati a fronte di risparmio energetico riconosciuto a chi (condomìni compresi) ha realizzato le opere. Le novità sono contenute nel Dm dello Sviluppo dell’11 gennaio 2017.
I nuovi obiettivi nazionali sono fissati, per il 2017, in 7,14 milioni di Tep (tonnellata equivalente di petrolio) risparmiati (1 Tep risparmiata = 1Tee): 8,32 milioni nel 2018, 9,71 milioni nel 2019 e 11,19 milioni di Tep di energia primaria nel 2020. In particolare i distributori di energia elettrica che, alla data del 31 dicembre di due anni antecedenti all'anno d'obbligo considerato, hanno più di 50mila clienti finali connessi alla propria rete di distribuzione, devono realizzare una riduzione dei consumi di energia primaria, espressa in numero di certificati bianchi: 2,39 milioni nel 2017; 2,49 milioni nel 2018; 2,77 milioni nel 2019; 3,17 milioni nel 2020. Mentre i distributori di gas hanno obiettivi superiori di circa il 23 per cento.
Sono ammessi alla realizzazione dei progetti, presentando istanza di incentivo al Gse, anche soggetti pubblici e privati (come i condomìni) che, per tutta la durata di vita utile dell'intervento presentato, sono in possesso della certificazione secondo la norma Uni Cei 11352 oppure hanno nominato un esperto in gestione dell'energia secondo la norma UNI CEI 11339, oppure sono in possesso di un sistema di gestione dell'energia certificato in conformità alla norma Iso 50001. I certificati bianchi, riconosciuti dal Gse tramite contratto , che possono accedere al contributo tariffario, pure determinato dal Gse, sono di quattro tipi, a seconda del sistema usato per risparmiare (come efficientamento reti, nuovi generatori e impianti, pompe di calore).
I metodi di valutazione per il riconoscimento dei certificati bianchi sono due. I progetti a consuntivo «PC» devono conseguire una quota di risparmio addizionale non inferiore a 10 Tep nel corso dei primi 12 mesi del periodo di monitoraggio, mentre i progetti standardizzati «PS» devono conseguire un risparmio addizionale non inferiore a 5 Tep.
Ai fini della stima dei costi di realizzazione sono da considerare opere di assistenza muraria, macchinari impianti attrezzature e loro messa in opera, programmi informatici di gestione, progettazione, direzione lavori, sicurezza in cantiere, oneri finanziari e costi indiretti. Alla fine dei lavori di riqualificazione energetica il condominio avrà quindi a disposizone dei «titoli», appunto i certificati bianchi, che potrà cedere a pagamento sul mercato a chi (appunto come le industrie energivore e in genere i soggetti obbligati come i distributori di gas ed energia) deve per legge realizzare un risparmio energetico prederminato. Per un “cappotto” a un edificio medio (spesa sui 200-250mila euro) potrebbero essere riconosciuti, a Milano, 1100-1200 Tee. Il valore di un certificato bianco nel 2016 era in media di 116 euro ma con picchi anche di 200 euro. La cessione non è cumulabile con la detrazione fiscale del 65% delle spese destinate al risparmio energetico.
AdA
fonte sole24ore 108/17 ADM
Fondo Pmi con riserva per il Sud: attivati 200 milioni per ottenere garanzie, professionisti tra i destinatari
Le imprese del Mezzogiorno hanno più chance per aggiudicarsi le risorse del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all’articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 662/1996. Lo stabilisce un decreto interministeriale Mise/Mef del 13 marzo 2017, con cui è stato espressamente stabilito che parte delle risorse del Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” Fesr 2014-2020 siano utilizzate per creare una riserva speciale all’interno del Fondo cui potranno attingere, nelle sole regioni del Mezzogiorno, le Pmi ed i professionisti, allo scopo di efficientare il loro accesso al credito e lo sviluppo, anche attraverso l’ottenimento di garanzie su portafogli di finanziamenti.
La nuova sezione del Fondo sarà denominata riserva Pon Ic. Nel complesso, i beneficiari potranno contare su una dotazione destinata di 200 milioni, di cui 194,8 milioni per interventi in favore delle Pmi operanti nelle Regioni meno sviluppate, ossia Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e 5,2 milioni per interventi in favore dei soggetti beneficiari delle Regioni in transizione, ossia Abruzzo, Molise e Sardegna.
Sotto il profilo operativo, le nuove risorse saranno assegnate con le medesime modalità ordinariamente impiegate dal Fondo e, quindi, non faranno che rafforzare la mera disponibilità di mezzi finanziari da destinare a Pmi e professionisti, aventi almeno una sede produttiva ubicata nelle regioni del Sud.
Tuttavia, le operazioni finanziarie per le quali può essere concessa la garanzia della riserva Pon Ic devono essere espressamente dirette al finanziamento:
- delle iniziali fasi dell’attività dei soggetti beneficiari;
- del capitale connesso all'espansione dell'attività dei soggetti beneficiari;
- del capitale necessario al rafforzamento delle attività generali del soggetto beneficiario;
- di nuovi progetti aziendali, quali, a titolo esemplificativo, la realizzazione di nuove strutture o di campagne di marketing;
- di attività di penetrazione in nuovi mercati, nel rispetto di quanto consentito dal regolamento de minimis e dal regolamento di esenzione;
- di attività dirette alla realizzazione di nuovi prodotti o servizi o all’ottenimento di nuovi brevetti. La garanzia della Riserva Pon Ic, chiarisce il decreto, è concessa in favore dei soggetti beneficiari a titolo gratuito. Essa può intervenire come:
- “garanzia diretta”, ossia rilasciando la garanzia sul portafoglio di finanziamenti in favore del soggetto finanziatore, responsabile dell'erogazione dei finanziamenti ai soggetti beneficiari e della strutturazione e gestione del portafoglio di finanziamenti;
- “controgaranzia”, ossia rilasciando la garanzia in favore di un confidi, garante del soggetto finanziatore, con il quale il confidi medesimo collabora per la strutturazione e gestione del portafoglio di finanziamenti.
Nel caso di garanzia diretta, la riserva Pon Ic copre, nella misura massima dell’80%, la perdita registrata sul singolo finanziamento ricompreso nel portafoglio garantito mentre nel caso di controgaranzia, la stessa interviene concedendo la propria garanzia al confidi che, in relazione a un portafoglio di finanziamenti, rilascia la garanzia di 1° livello.
AdA
fonte sole24ore 104/17 AS
Gas fluorurati, ok alla dichiarazione annuale per le emissioni in atmosfera
Entro il 31 maggio gli operatori delle applicazioni fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore e dei sistemi fissi di protezione antincendio contenenti 3 kg o più di gas fluorurati a effetto serra devono presentare al ministero dell’Ambiente, per il tramite dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), una dichiarazione contenente informazioni riguardanti la quantità di emissioni in atmosfera di gas fluorurati relativi all’anno precedente sulla base dei dati contenuti nel relativo registro di impianto.
L’entrata in vigore del Regolamento Ue 517/2014 non ha modificato struttura, criteri e contenuti della dichiarazione F-Gas.
Il Dpr 43/2012 definisce “operatore” il proprietario dell’apparecchiatura o dell’impianto qualora non abbia delegato a una terza persona l’effettivo controllo sul funzionamento tecnico degli stessi.
La dichiarazione dovrà essere trasmessa a Ispra tramite il sistema on-line accessibile al seguente link: http://193.206.192.119/fgas_v2/login.php
Sul sito dell'ISPRA sono disponibili le istruzioni per la compilazione.
AdA
fonte sole24ore PP
Codice appalti, resta il nodo subappalto
Un nodo da sciogliere: la questione del subappalto. Una norma sulla quale vigilare: l’appalto integrato. E molti punti positivi. Il correttivo al Codice appalti si prepara ad arrivare in Gazzetta ufficiale, cristallizzando centinaia di modifiche al Dlgs n. 50 del 2016: la pubblicazione potrebbe arrivare entro fine aprile.
Facendo scattare uno degli aggiustamenti più attesi: dall’entrata in vigore, infatti, partiranno dodici mesi nei quali le Pa potranno mandare in gara i loro definitivi approvati prima del 19 aprile del 2016. Resta, poi, aperta la questione del potere di raccomandazione dell’Anac. Sarà cancellato per essere ripristinato in Parlamento dalla manovrina.
Il giudizio generale del mercato è tutto nelle parole del presidente Ance, Gabriele Buia: «Diamo atto al legislatore di aver adottato molte soluzioni positive». Nel merito, piacciono la decisione di modificare i criteri per la qualificazione delle imprese, l’innalzamento del tetto pubblico per il Ppp, la conferma del vincolo al 20% di utilizzo dell’in-house per le concessionarie. Anche se qualcosa potrebbe migliorare: «Va eliminato – prosegue Buia - il criterio del massimo ribasso, che non può e non deve essere utilizzato dalle amministrazioni per aggiudicare le gare in quanto esiste il metodo antiturbativa». Ma è il subappalto a lasciare dubbi. «Qualche miglioramento c’è stato ma rimangono numerose criticità che peraltro sono in netto contrasto con quanto previsto dalla disciplina europea».
Anche per Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Anie, federazione delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, il subappalto resta critico: «Peccato che non ci siano state correzioni. Speravamo fosse risolta la questione dell’indicazione obbligatoria della terna dei subappaltatori e che si applicasse il limite del 30% alla categoria prevalente». Per il resto, è piaciuta molto «l’attenzione verso i criteri ambientali e di efficienza energetica, premiando le tecnologie che consentono risparmi, sia nella progettazione che nella fase di manutenzione». Sul subappalto, comunque, va sottolineato che la scelta di non stravolgere il codice è piaciuta invece molto ad altri soggetti della filiera, come Assistal, che rappresenta le imprese impiantistiche. Ne parla il direttore generale Giancarlo Ricciardi: «Vietare il subappalto oltre la soglia del 30% è essenziale per assicurare la qualificazione degli operatori che partecipano alle gare. Siamo soddisfatti che il Governo abbia mantenuto uno del passaggi più innovativi del decreto». Anche per il presidente di Cna impianti, Carmine Battipaglia, si tratta di «una decisione intelligente e sensata».
In materia di progettazione prevalgono i giudizi positivi. Su tutti, quello relativo all’applicazione obbligatoria del Dm parametri per calcolare gli importi a base di gara. Lo sottolinea Giorgio Lupoi, vicepresidente dell’Oice, l’associazione delle società di ingegneria e architettura: «Era per noi il punto di partenza, fondamentale per avere gare di qualità». Qualcosa, però, manca: «Ci sarebbe piaciuto che gli stessi livelli di esperienza chiesti al mercato per progettazione e direzione lavori fossero ritenuti imprescindibili per gli affidamenti ai tecnici interni». Sull’appalto integrato è «molto positivo che sia stato ribadito il principio generale dell’affidamento dei lavori sulla base del’esecutivo», anche se sulla norma che prevede il recupero dei vecchi definitivi bisognerà «effettuare un serio monitoraggio».
Al Consiglio nazionale degli ingegneri, come spiega il tesoriere Michele Lapenna, piace la norma sui corrispettivi: «È una vittoria, perché riapre il tema dell’equo compenso». Bene l’assetto finale sull’appalto integrato: «È un compromesso che ci sta bene, ma adesso vigileremo sull’attuazione delle novità». Resta aperta la questione dell’iscrizione all’albo dei progettisti interni. «È stata ignorata l’importanza, segnalata dal Rete delle professioni tecniche, dell’aggiornamento professionale obbligatorio previsto dalla nuova normativa». Per gli architetti sono, poi, centrali le limature fatte sui concorsi, come dice il vicepresidente del Consiglio nazionale, Rino La Mendola: «Il correttivo alleggerisce notevolmente il numero di elaborati necessari per partecipare ad un concorso, attribuendo solo al vincitore (e non a tutti i partecipanti) l’onere di raggiungere il livello di progetto di fattibilità tecnica ed economica, entro 60 giorni dalla proclamazione». Anche se, su questo punto, «permangono alcune criticità».
AdA
fonte sole24ore 109/17 GL
Sistemi di comando delle macchine, conformità delle attrezzature a disposizione dei lavoratori
La pubblicazione “Sistemi di comando delle macchine secondo le norme EN ISO 13849-1 e EN ISO 13849-2” è stata realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici.
Secondo quanto definito dal Testo Unico sulla Sicurezza del lavoro (D.Lgs. 81/08 e s.m.i.), è fatto obbligo al datore di lavoro di provvedere affinché le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori siano conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto a esse applicabili (D.Lgs. 81/08, art. 70).
Tali attrezzature, che devono essere idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi, devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie (D.Lgs. 81/08, art. 71).
Le attrezzature di lavoro conformi alla Direttiva Macchine (2006/42/EC) devono soddisfare i requisiti di sicurezza di tale direttiva. Nell’Allegato I alla direttiva esiste un intero capitolo (1.2) relativo ai requisiti di sicurezza dei sistemi di comando delle macchine. In particolare, “I sistemi di comando devono essere progettati e costruiti in modo da evitare l'insorgere di situazioni pericolose…”.
La norma ISO 13849-1 fissa i criteri e i principi di progettazione dei sistemi di controllo delle macchine. Essendo armonizzata alla Direttiva Macchine, riveste interesse sia per i costruttori che per i comitati tecnici che si occupano di produrre norme di tipo B2 o di tipo C per la conformità ai requisiti essenziali di sicurezza dell’Allegato I alla Direttiva Macchine.
La ISO 13849-2 riguarda la validazione delle parti dei sistemi di controllo relative alla sicurezza, progettate secondo le procedure indicate nella parte 1 della norma stessa. Pertanto, contiene la metodologia, i criteri e gli strumenti per verificare se sono soddisfatti i requisiti specifici di sicurezza per la corretta progettazione contenuti nella parte 1.
AdA
Ponteggi metallici fissi di facciata
Pubblicato da Inail il documento “I ponteggi metallici fissi di facciata”, dispositivi di collegamento montante-traverso realizzati con sistemi modulari. Definizione di una metodologia per prove di rigidezza e resistenza secondo la UNI EN 12811-3:2005.
L’attuazione del sistema normativo europeo presuppone una serie di verifiche di carattere progettuale e sperimentale in correlazione fra loro, finalizzate alla corretta modellazione strutturale dell’opera provvisionale sottoposta alle azioni previste per il suo esercizio.
In questo contesto, riveste particolare importanza la modellazione dei nodi montante traverso/ corrente che deve tener conto, secondo la UNI EN 12810-2, delle caratteristiche strutturali non lineari dei nodi stessi.
Convenzionalmente l’analisi delle strutture in acciaio avviene idealizzando i nodi o come cerniere o come incastri perfetti. Nella realtà il comportamento cade a metà fra i due estremi. Una modellazione dei nodi strutturali più vicina al reale permette di ottimizzare le prestazioni strutturali dell’intera opera nei confronti delle azioni di progetto.
La presente ricerca ha come finalità quella di individuare una metodologia sperimentale che consenta la caratterizzazione dei nodi strutturali, sia in termini di rigidezza, che di resistenza, come previsto dalla UNI EN 12810-2 e dalla UNI EN 12811-3. Dall’analisi della normativa è emerso che i requisiti per le prove sperimentali secondo la UNI EN 12810-2:2004 e la UNI EN 12811-3:2005, necessarie alla valutazione del valore nominale caratteristico del momento di giunzione per i dispositivi di collegamento montante-traverso del tipo nodo con piastra, di fatto individuano il carico massimo per il dispositivo da sottoporre a prova come il fattore da cui partire per poter eseguire le prove stesse.
Visto che il carico massimo non può essere noto prima della esecuzione delle prove, è necessario eseguire delle prove preliminari, cosiddette pilota, per la stima di tale fattore. La norma, peraltro, non fornisce una definizione di carico massimo, né i criteri per la sua stima. Anche se è ragionevole identificare il valore del carico massimo con la condizione di rottura, la stessa norma non fornisce i criteri per l’individuazione di tale condizione.
Definiti i requisiti per le prove sperimentali, eseguite delle prove pilota, attraverso una attenta valutazione sperimentale, le risultanze della ricerca 2009-2012 hanno permesso di capire il comportamento strutturale del nodo (almeno per la tipologia analizzata). Nel contempo hanno evidenziato la difficoltà di individuare la condizione di rottura del dispositivo di collegamento.
AdA
Scarica il documento “I ponteggi metallici fissi di facciata”