La pausa-caffè è irrinunciabile per molti, ma fatta "in sicurezza" è ancora meglio. Il nostro rito quotidiano, infatti, può nascondere qualche brutta sorpresa se le macchine utilizzate per la preparazione del caffè, presenti sui luoghi di lavoro o al bar, non rispettano tutti i requisiti previsti da una recente norma UNI.
Il documento stabilisce i metodi di prova per verificare i limiti oltre i quali la presenza di piombo e nichel negli apparecchi destinati alla preparazione e distribuzione di bevande calde può presentare rischi di tossicità. I metalli pesanti possono "migrare" non solo nel caffè, ma anche nel the, nel cappuccino o nella cioccolata calda. La norma UNI 11460, il cui studio è stato avviato a seguito della proposta di Assofoodtec/UCIMAC, associazione di categoria che raggruppa le principali aziende italiane produttrici di macchine professionali per caffè, si applica ai distributori automatici e alle macchine utilizzate negli uffici o negli esercizi commerciali.
Le apparecchiature possono essere dotate di servizi complementari come riscaldamento dei liquidi, erogazione di acqua calda e generatori di vapore. Proprio in questi "passaggi" si nasconde il rischio della migrazione di piombo e nichel. Una tabella, compresa nel documento, definisce i limiti oltre i quali i prodotti possono diventare tossici.
La norma, oltre a salvaguardare la salute del consumatore, può rappresentare un criterio di distinzione tra produzioni rispettose di tutte le norme di sicurezza e altre più ingannevoli o elusive delle regole. Il documento UNI potrebbe essere, inoltre, una buona base di partenza per una futura norma europea in materia.
Fonte: UNI