L’illuminazione pubblica svolge un servizio cruciale. Infatti, ecome dimostrato da rilevazioni statistiche effettuate in ambito internazionale, essa ha il potere, se ben progettata, di ridurre gli incidenti stradali nelle aree urbane di oltre il 40% e gli atti di microcriminalità di oltre il 50%, nonché di rendere più vivibili le città.
Per contro, il suo costo energetico incide per oltre il 60% sul consumo totale di energia elettrica di un Comune. Di qui la convenienza a mettere in campo interventi di riqualificazione energetica degli impianti esistenti e di adeguamento alle normative europee (UNI EN 13201/2004 e UNI 11248/2007) in materia di sicurezza stradale e alle leggi regionali sull’inquinamento luminoso.
Usualmente, l’ammodernamento energetico degli impianti esistenti viene effettuato sostituendo le lampade con sorgenti più efficienti e/o impiegando regolatori di flusso luminoso per abbassare i livelli di illuminazione e quindi il consumo di energia nelle ore di minor traffico.
Una cattiva pratica piuttosto diffusa è quella di effettuare interventi che hanno l’effetto di ridurre l’illuminazione oltre i livelli minimi consentiti dalle suddette norme europee o di peggiorare ancor più le già precarie condizioni luminose esistenti, con la conseguenza di diminuire il livello di sicurezzastradale e dei cittadini, nonché di aumentare il rischio di infortuni per pedoni e motociclisti (cadute, etc..), il tutto con possibili responsabilità penali per gli amministratori.
A titolo di esempio, si cita il caso di una importante città italiana dove sono stati conseguiti risparmi impropri di energia per oltre 310.000 euro, che pertanto non sono stati riconosciuti dal Collaudatore degli interventi di riqualificazione posti in essere dall’impresa vincitrice della gara di appalto con sistema del Project Financing.
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