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La Carta per le Pari Opportunità sottoscritta dall'INAIL

14 Giugno 2012 |

 

PARIOP11Il Parlamentino INAIL di via IV Novembre  ha fatto da cornice alla sottoscrizione da parte dell'Istituto della Carta per le pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro. Alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, della consigliera nazionale di Parità, Alessandra Servidori, e della presidente del Comitato Unico di Garanzia INAIL, Antonella Ninci, il commissario straordinario Massimo De Felice ha firmato il documento che indica dieci azioni concrete - dall'attuazione di politiche che coinvolgano tutti i livelli aziendali, a partire dai vertici, alla promozione esterna dei risultati ottenuti - per contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro basate su genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa e orientamento sessuale.

"Per l'Istituto un atto importante". "L'INAIL pone una grande attenzione al tema delle pari opportunità - ha detto De Felice - La sottoscrizione di questa Carta rappresenta quindi un atto molto importante, ma spero che non provochi troppi cambiamenti nei nostri modi perché ciò significherebbe che abbiamo anticipato i tempi". A questo proposito, il commissario ha citato una serie di iniziative già avviate dall'Istituto che possono essere inquadrate nella cornice delle pari opportunità, come «la flessibilità oraria, il telelavoro, gli asili nido aziendali, la ludoteca di Torino per i figli dei dipendenti, i progetti di prevenzione e di comunicazione». De Felice ha sottolineato anche che «nell'attività dell'INAIL il concetto di pari opportunità è particolarmente esteso», indicando al ministro Fornero come esempio il progetto Superabile, «strumento di orientamento, consulenza, informazione e integrazione delle persone con disabilità».

"Il nostro Paese è ancora molto indietro". Dopo aver espresso la propria soddisfazione per l'adozione della Carta da parte dell'Istituto, il ministro Fornero ha precisato che "questo è solo l'inizio", perché "il nostro Paese in termini di cultura anti-discriminazione è ancora molto indietro sotto diversi profili, non solo rispetto alla discriminazione sul lavoro nei confronti delle donne. Ci sono forme pervasive di discriminazione che fanno ancora parte del nostro vivere quotidiano e questo è semplicemente inaccettabile. Occasioni come questa devono servirci anche per fare un esame di coscienza e renderci conto che il lavoro da fare, in modo più efficace di quanto è stato fatto finora, è ancora tanto".

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