Niente controlli in sede per le imprese che ottengono fondi a valere sulle misure 114 (servizi di consulenza) e 132 (sistemi di qualità alimentare) del Psr. E’ quanto stabilisce un decreto della Regione Campania, appena pubblicato, per agevolare la liquidazione dei finanziamenti, semplificare le procedure e ridurre al tempo stesso i costi a carico dell’ente. L’esclusione delle verifiche in situ è possibile perché i contributi assegnati alle aziende sono considerati, in base alla normativa europea, di piccola entità. I controlli saranno effettuati soltanto sulle documentazioni prodotte. L’agevolazione amministrativa in favore delle imprese è possibile grazie al regolamento dell’Unione Europea numero 65 del 2011, un documento che autorizza gli Stati membri a non effettuare le visite in situ in tre casi: predisposizione di controlli a campione, investimenti di modesta entità, limitato rischio di mancato rispetto delle condizioni di ammissibilità dell’aiuto o di mancata realizzazione dell’investimento.
Attraverso la misura 114 del programma di sviluppo rurale la Regione Campania ha investito 1 milione e 500 mila euro per assistere gli imprenditori agricoli e i detentori di aree forestali e boschive nella gestione complessiva dell’impresa. Lo scopo è quello di favorire il rispetto delle norme nell’applicazione di sistemi, processi produttivi e gestionali sostenibili e compatibili con le esigenze di tutela e salvaguardia dell’ambiente, della sicurezza e della salute degli operatori, della sanità pubblica, della salute delle piante e degli animali, del benessere degli animali, nonché di manutenzione, conservazione e valorizzazione dei suoli e dei terreni, a garanzia delle buone condizioni agronomiche ed ambientali. Il servizio di consulenza aziendale deve essere finalizzato ad individuare e proporre miglioramenti per una corretta gestione del territorio e dell’ambiente.
Alla misura 132 sono assegnati fondi per tre milioni di euro. L’azione finanziata dalla Regione Campania mira a incentivare la partecipazione degli agricoltori a sistemi di qualità riconosciuti delle produzioni agroalimentari, inserendosi così nel quadro degli interventi volti al miglioramento della competitività dei prodotti agricoli attraverso la leva della qualità.