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Agevolazioni. Doppi requisiti per i premi in welfare

esenzione fiscaleI premi di risultato e gli utili potenzialmente assoggettabili all’imposta sostitutiva del 10% (articolo 1, commi da 182 a 191 della legge di Stabilità 2016) possono essere convertiti in benefit non soggetti a tassazione entro gli importi massimi stabiliti ai commi 2 e ultimo periodo del comma 3 dell’articolo 51 del Dpr 917/1986 (testo unico delle imposte sui redditi, Tuir) a seconda dei beni o servizi scelti dal lavoratore.

Per ottenere l’esenzione fiscale e contributiva è dunque necessario che vengano osservate le condizioni e i limiti fissati da ambedue le discipline: quella relativa ai premi agevolati nonché quella sui benefit. Questa - che è una delle più importanti precisazioni contenuta nella recente circolare 28/E dell’agenzia delle Entrate - sembra anche essere la giusta chiave di lettura da utilizzare per evitare insidie ed errori in fase di applicazione della normativa.

I premi di risultato sono assoggettabili a imposta sostitutiva del 10% entro il limite di 2mila o 2.500 euro lordi (quest’ultimo importo nel caso in cui le aziende coinvolgano pariteticamente i dipendenti nell’organizzazione del lavoro) per i soli addetti del settore privato che nell’anno precedente all’incentivo abbiano percepito redditi da lavoro dipendente non superiori a 50mila euro. Inoltre è richiesto che gli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione - sulla base dei quali viene determinato il bonus - siano misurabili, effettivamente realizzati ed erogati in esecuzione di contratti territoriali o aziendali.

I contratti possono prevedere l’erogazione di bonus in denaro, oppure premi convertibili - a scelta del lavoratore e anche solo parzialmente - in benefit (individuati dal comma 2 e dall’ultimo periodo del comma 3 dell’articolo 51 del Tuir), o ancora, tramite concessione di beni e servizi (senza alcuna possibilità di conversione monetaria). Secondo le Entrate (circolare 28/E), tale ultima circostanza è consentita a patto che la politica di welfare adottata dall’azienda non si traduca in un aggiramento degli ordinari criteri di determinazione del reddito da lavoro dipendente, in violazione del principio di progressività dell’imposizione. Purtroppo l’ampiezza della formula usata dall’Agenzia e, di conseguenza, l’incertezza nell’individuazione di specifiche condotte elusive, potrebbe far aumentare il numero di contestazioni da parte del Fisco.

A titolo esemplificativo, il premio di risultato, erogato nel 2016 al lavoratore che nell’anno precedente abbia dichiarato redditi superiori a 50mila euro, non solo non può fruire dell’imposizione sostitutiva del 10%, ma non può neppure giovarsi dell’esenzione da imposta per i beni e servizi da questi eventualmente selezionati in sostituzione del premio. Invece, ove il premio, ad esempio pari a 2mila euro, avesse i requisiti per essere assoggettato all’imposta sostitutiva del 10% e fosse versato interamente agli enti o alle casse aventi esclusivamente fine assistenziale, indicati dall’articolo 51, comma 2, lettera a) del Tuir, lo stesso, in assenza di altri contributi già versati, non sconterebbe alcuna tassazione. Viceversa, nel caso in cui fossero già stati versati 3mila euro di contributi durante l’anno, il premio agevolato potrebbe essere convertito in contributi esenti per un importo non superiore a 615,20 euro, perché la soglia massima prevista dal comma 2, lettera a, è di 3.615,20 euro.

Analogo ragionamento può essere ripetuto per le prestazioni sostitutive di mensa. I dipendenti potranno beneficiare di buoni o indennità sostitutive per importi giornalieri inferiori a quelli indicati alla lettera c del comma 2 (si veda la tabella accanto) e utilizzarli, nel rispetto della normativa, durante la giornata lavorativa, pure se domenicale o festiva. Anche se non esplicitamente indicato nella circolare 28/E, si ritiene che la possibilità di conversione agevolata del bonus riguardi i soli dipendenti che non abbiano a disposizione un servizio di mensa (i ticket sono infatti agevolati se concessi in alternativa ai servizi di mensa; nella circolare 326/E/1997, è stato chiarito che «è, invece, da escludere che lo stesso dipendente, con riferimento alla medesima giornata lavorativa, possa fruire del servizio mensa e utilizzare anche il ticket restaurant».

Infine, in presenza di un premio agevolato pari a 2.500 euro convertito interamente in azioni si avrà che il valore di 2.065,83 euro sarà completamente non imponibile fiscalmente, mentre il residuo, ossia la somma di 434,17 euro, dovrà essere assoggettata a tassazione progressiva.

AdA
fonte Sole24Ore 177/16 SS

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Accordo CEI-CNI: agevolato l’accesso alle normative tecniche

ceilibroApprofondimento delle conoscenze normative nel settore elettrotecnico e possibilità di aggiornamento costante: la stipula della Convenzione 2015 tra CEI Comitato Elettrotecnico Italiano e CNI Consiglio Nazionale Ingegneri, che fa seguito alla sottoscrizione del protocollo d’Intesa siglato nel gennaio 2014, potrà garantire agli ingegneri italiani una serie di benefici significativi nello svolgimento delle proprie attività nel comparto in questione.

Nel dettaglio, i due soggetti hanno raggiunto un accordo economico, sottoforma di convenzione, grazie al quale gli iscritti agli Ordini avranno l’opportunità di accedere, tramite un apposito abbonamento, alla raccolta completa delle Norme Guide Tecniche CEI a condizioni particolari e più vantaggiose di quelle applicate generalmente.

Il prezzo dell’abbonamento che si basa sul numero degli abbonamenti sottoscritti, spiegano il Direttore Generale del CEI Bacci e il Presidente del CNI Zambrano che hanno firmato la convenzione, è di 45 Euro (più IVA) a fronte di un costo ordinario di 6.050 euro (più IVA), avrà la validità di un anno ed ogni iscritto potrà contare sulla possibilità di richiedere più di un abbonamento, sulla base del numero di attività di cui è titolare o delle eventuali necessità registrate per un singolo esercizio (nel caso di sottoscrizione multipla ciascun abbonamento avrà il prezzo di 45 euro più Iva).

“La presente convenzione tra CEI e Consiglio Nazionale degli Ingegneri – dichiara il Direttore Generale del CEI Bacci – si configura come un’ulteriore importante iniziativa del CEI con l’obiettivo di consentire la massima diffusione delle norme tecniche per i professionisti. La missione del Comitato Elettrotecnico Italiano si concretizza infatti non solo nell’attività normativa in ambito nazionale e internazionale ma, in particolare, nel ruolo sociale di diffusione culturale e di supporto ai professionisti, alle imprese e in generale ai portatori di interesse italiani nello scenario nazionale, regionale europeo e internazionale“.

“La convenzione con CEI sintetizza bene lo spirito di servizio che caratterizza il Consiglio – ha spiegato il Presidente del CNI Zambrano – dopo la stipula dell’accordo con UNI, il CNI dà seguito all’intesa con CEI dello scorso anno favorendo un accesso più efficace all’insieme delle norme dell’ente che consentirà agli iscritti di poter contare su una sorta di “banca dati” di notevole utilità. La normazione tecnica è uno strumento essenziale allo sviluppo delle attività imprenditoriali e la sua conoscenza è decisiva per il miglioramento e la crescita competitiva delle micro, piccole e medie imprese e dei professionisti. L’accordo, che rappresenta l’ennesimo tassello voluto dal Consiglio per favorire lo svolgimento delle attività degli iscritti, qualificando ulteriormente la professionalità degli ingegneri, rappresenta anche uno strumento a garanzia dei cittadini che si rivolgono alla nostra categoria“.

Un’intesa, quella stretta tra CEI e CNI, che aiuterà gli ingegneri ad orientarsi meglio e ad avere un quadro più chiaro sul recepimento di documenti normativi, specie internazionali, che costituiscono uno strumento fondamentale per soddisfare le prescrizioni di natura obbligatoria previste dalla legislazione nazionale ed europea con particolare riferimento al settore elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni e ai requisiti di qualità e sicurezza dei relativi materiali, apparecchi, macchine, impianti, processi e loro programmi.

Per la sottoscrizione all’abbonamento annuale alle norme CEI è attivo il link  http://webstore.ceiweb.it/cniregistrazione.aspx

AdA

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Finanziamenti a fondo perduto per la salute e sicurezza sul lavoro. Pubblicato il Bando ISI 2014

ucm 161104È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale l'estratto dell'avviso pubblico per il bando ISI 2014. Sul sito Inail, nella sezione Incentivi per la sicurezza, sono disponibili gli avvisi pubblici regionali con il bando completo e i fac-simile di modulistica per la compilazione della domanda di partecipazione.

L'Inail mette a disposizione € 267.427.404 per finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Alla regione Campania sono stati stanziati € 22.217.919. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

I finanziamenti vengono assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Il contributo, pari al 65% dell’investimento, per un massimo di 130.000 euro, viene erogato dopo la verifica tecnico-amministrativa e la realizzazione del progetto. I finanziamenti Isi sono cumulabili con benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito (es. gestiti dal Fondo di garanzia delle Pmi e da Ismea).

I soggetti interessati potranno inserire le domande di partecipazione dal 3 marzo 2015 e fino alle ore 18.00 del 7 maggio 2015, nella sezione Servizi online.

AdA

Scarica l’estratto di avviso pubblicato in Gazzetta ufficiale

Scarica l’Avviso pubblico per la Campania

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Smart&Start: Prestiti a tasso zero fino all'80% dei costi e premi per donne e giovani.

start-upÈ approdato in «Gazzetta Ufficiale» (n. 264 del 13 novembre) il decreto del ministero dello Sviluppo economico 24 settembre 2014 che mette in moto la "macchina" dei finanziamenti: lo sportello di Smart&Start dovrebbe aprire i battenti il 15 gennaio ma è in arrivo una circolare del Mise che conterrà anche le istruzioni per accedere ai benefici.

Il nuovo regime introduce importanti novità rispetto al bando precedente (Dm 6 marzo 2013) che con la pubblicazione del nuovo decreto va definitivamente in soffitta.

La più importante è l'estensione dei contributi a tutte le imprese senza più distinzioni territoriali: stop quindi alla concentrazione del bonus nel Meridione al quale però resta una speciale «premialità». Non solo: l'intensità degli incentivi si fa più pesante prevedendo piani di spesa fino a 1,5 milioni contro il milione di euro iniziale. Pesante anche la dotazione finanziaria: si tratta di circa 200 milioni di euro, dicono al ministero che potranno però essere rinforzate con nuove iniezioni di fondi da stabilire con decreto.

A contendersi le risorse saranno esclusivamente le start up di piccole dimensioni iscritte nella sezione ad hoc del Registro delle imprese e i team di persone in procinto di crearne una. E quindi iniziative ad alto tasso di tecnologia e innovazione. I finanziamenti sono a sportello: e quindi la partita si giocherà anche sulla tempestività nel presentare la domanda.

I contributi andranno a coprire investimenti da 100mila a 1,5 milioni per impianti, macchinari, brevetti, hardware e software, certificazioni, progettazione di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche. Ma anche gli interessi sui finanziamenti esterni, le quote di ammortamento dei macchinari e delle attrezzature tecnologiche, i canoni di leasing, i costi del personale, i servizi di incubazione e di accelerazione di impresa.

Si parte da un minimo del 70% delle spese sostenute: le agevolazioni consistono nella concessione di un finanziamento a tasso zero «nella forma della sovvenzione rimborsabile», come recita l'articolo 6 del provvedimento. Le start up in Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia e nel territorio del cratere sismico aquilano restituiranno però solo l'80% del mutuo con una quota quindi del 20% a fondo perduto.

Premi per giovani, donne e "cervelli in fuga" che rientrano a lavorare in Italia: in questo caso il finanziamento raggiungerà l'80% delle spese sostenute. Previste anche forme di tutoraggio ma solo per le start up finanziate e costituite da non più di 12 mesi alla data di presentazione della domanda.

Tutti i finanziamenti avranno una durata massima di 8 anni. I contributi, infine, saranno erogati per stati di avanzamento, ciascuno per non più del 20% dell'importo complessivo del finanziamento. È comunque possibile chiedere una prima quota del prestito a titolo di anticipo, ma in questo caso andrà presentata una fideiussione bancaria o una polizza assicurativa. La gestione del bando è affidata a Invitalia che è incaricata anche di erogare i finanziamenti e di verificare la regolarità dei requisiti nonché la reale operatività delle imprese.

AdA

Scarica il Decreto 24 settembre 2014

Fonte IlSole24Ore 313/14

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