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Campi Elettromagnetici: dalla Commissione Europea una Guida sulla Direttiva 2013/35/UE

ImmagineLa Commissione Europea ha pubblicato una Guida Pratica non vincolante al fine di agevolare l’attuazione della direttiva 2013/35/UE sui campi elettromagnetici.

La direttiva 2013/35/UE che dovrà essere recepita dagli stati membri entro il 1° luglio 2016, prevede all'articolo 14 che la Commissione metta a disposizione guide pratiche non vincolanti almeno sei mesi prima della data di recepimento (1 luglio 2016), al fine di agevolare l’attuazione della direttiva stessa, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese.

La guida si compone di tre volumi ed al momento è disponibile solo in lingua inglese: la traduzione nelle altre lingue degli stati menbri è previsto che verrà pubblicata dalla Commissione Europea entro il mese di dicembre.

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Salute e sicurezza sul lavoro: la Commissione vara la Strategia 2014-2020

Commissione uePer proteggere meglio gli oltre 217 milioni di lavoratori nell'UE da incidenti e malattie legate al lavoro, la Commissione europea ha presentato il 6 giugno un nuovo quadro strategico sulla salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020, che individua le principali sfide e gli obiettivi strategici per la salute e la sicurezza al lavoro, presentando azioni chiave e individuando gli strumenti per affrontare le prossime sfide in questo settore.

La nuova Strategia europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro mira a garantire che l'UE continui a svolgere un ruolo di primo piano nella promozione di elevati standard per le condizioni di lavoro, sia in Europa che a livello internazionale, in linea con la strategia Europa 2020.

Il quadro strategico individua tre sfide principali in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro:

  • migliorare l'attuazione delle norme in materia di salute e sicurezza esistenti, in particolare rafforzando la capacità delle microimprese e delle piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione dei rischi efficaci ed efficienti
  • migliorare la prevenzione delle malattie professionali affrontando i rischi nuovi ed emergenti senza trascurare quelli già esistenti
  • tenere conto dell’invecchiamento della forza lavoro dell'UE.

Il quadro strategico propone di affrontare queste sfide con una serie di azioni in sette obiettivi strategici:

  • consolidare ulteriormente le strategie nazionali in materia di salute e sicurezza attraverso, ad esempio, il coordinamento delle politiche e l'apprendimento reciproco.
  • fornire un sostegno concreto alle piccole e microimprese al fine di aiutarle a soddisfare meglio le norme in materia di salute e sicurezza. Le imprese trarrebbero vantaggio da assistenza tecnica e strumenti pratici quali la Online Interactive Risk Assessment (OiRA - valutazione interattiva online dei rischi), una piattaforma web che fornisce strumenti per la valutazione dei rischi.
  • migliorare l'applicazione da parte degli Stati membri, ad esempio per mezzo della valutazione dell'efficienza degli ispettorati del lavoro nazionali.
  • semplificare la legislazione esistente, se del caso, per eliminare gli oneri amministrativi inutili, preservando nel contempo un livello elevato di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori.
  • affrontare l'invecchiamento della forza lavoro europea e migliorare la prevenzione delle malattie professionali per affrontare i rischi nuovi e quelli attuali relativi a nanomateriali, tecnologie verdi e biotecnologie.
  • migliorare la raccolta dei dati statistici così da ottenere migliori elementi di prova e sviluppare strumenti di monitoraggio.
  • rafforzare il coordinamento con le organizzazioni internazionali come l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e i partner al fine di contribuire a ridurre il numero di incidenti sul lavoro e di malattie professionali e di migliorare le condizioni di lavoro in tutto il mondo.

Il quadro strategico individua gli strumenti per attuare queste azioni: dialogo sociale, sensibilizzazione, applicazione della normativa dell'UE, sinergie con altri settori strategici (per esempio sanità pubblica e istruzione) e con i fondi unionali, come il Fondo sociale europeo (FSE) e il programma europeo per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) sono gli strumenti disponibili per attuare le norme sulla salute e la sicurezza.

Il quadro strategico sarà rivisto nel 2016 per fare il punto sulla sua attuazione e per valutare i risultati del processo di valutazione globale della legislazione unionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro che saranno disponibili entro la fine del 2015.

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Per un'agricoltura più equa e più verde

Agricoltura equaAccordo raggiunto sulla riforma della politica agricola dell'UE a partire dal 2014: sostegno all'agricoltura sostenibile, più aiuti ai nuovi agricoltori e distribuzione più uniforme dei finanziamenti fra i paesi UE.
La politica agricola dell'UE, nota come politica agricola comune, si prefigge di garantire agli agricoltori un tenore di vita decente e agli europei prodotti alimentari in quantità sufficienti e a prezzi accessibili.
Le finalità di questa politica sono:

  • sostenere il reddito degli agricoltori, a condizione che rispettino criteri rigorosi in materia di sicurezza alimentare, protezione dell'ambiente e salute e benessere degli animali (pari al 70% del bilancio dell'UE per l'agricoltura)
  • stabilizzare il mercato quando il settore è colpito da maltempo o epidemie (circa il 10% dei fondi stanziati)
  • finanziare la modernizzazione delle imprese agricole per renderle più competitive (20% dei finanziamenti dell'UE, integrati da quelli nazionali).

A seguito dell'accordo raggiunto, alcune regole cambieranno da gennaio 2014. Per esempio, per ottenere un sostegno al reddito, gli agricoltori dovranno adottare pratiche sostenibili per promuovere la qualità del suolo, favorire la biodiversità, diversificare le colture e mantenere pascoli sani.
Inoltre, con la riforma la distribuzione dei fondi sarà più equa: entro il 2019 nessun paese membro dovrebbe ricevere meno del 75% della media UE.
I leader politici hanno approvato anche modifiche per aiutare i giovani agricoltori. Attualmente, il 30% dei 12 milioni di agricoltori ha più di 65 anni, mentre solo il 6% ne ha meno di 35.
Per i primi cinque anni di attività i nuovi agricoltori riceveranno il 25% in più rispetto agli aiuti esistenti.
Le nuove regole andranno a rafforzare la posizione di negoziazione degli agricoltori in determinati settori: le organizzazioni di categoria potranno infatti concludere accordi di vendita per loro conto.
La riforma entrerà in vigore a gennaio 2014. Gli ultimi punti saranno definiti nel corso dei negoziati sul bilancio UE 2014-2020.
Nell'Unione europea sono circa 12 milioni gli agricoltori a tempo pieno. Insieme, l'agricoltura e il settore agro-alimentare rappresentano il 6% del PIL dell'UE e danno lavoro a 46 milioni di persone.

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Fonte: Commissione europea

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Progetto CHANCE. Cibo economico e di qualità

chanceNasce da un progetto finanziato dalla Commissione europea per lo sviluppo di prodotti alimentari che pur essendo a buon mercato siano anche sani, ed avrà lo scopo di elaborare un documento, CEN Workshop Agreement (CWA), che dovrà stabilire i requisiti qualitativi degli ingredienti che costituiscono gli alimenti prototipo sviluppati dal progetto CHANCE. Stiamo parlando del nuovo CEN Workshop 70 "Healthy food for people at risk of poverty – CHANCE", che si riunirà per la prima volta il 5 aprile a Bruxelles.
Il progetto europeo CHANCE da cui appunto prenderà l'avvio il CEN/WS 70, è coordinato dall'Università di Bologna e ha adottato un nuovo approccio multidisciplinare per indagare e proporre delle soluzioni che contribuiscano a prevenire i comuni problemi di carattere nutrizionale nelle persone a rischio povertà. In sostanza, il punto di partenza del progetto CHANCE è la constatazione che esiste un legame diretto tra capacità di spesa e qualità del cibo, in virtù del quale minori sono le risorse economiche maggiori sono gli squilibri nel regime alimentare, con una forte propensione all'acquisto di quello che viene definito junk-food (cibo spazzatura).
La questione non è da sottovalutare: in Europa gli individui a rischio povertà sono 81 milioni, con una forte percentuale di donne e anziani. Altro fattore da considerare è il livello di istruzione: più è alto, maggiore è la capacità di comprendere le informazioni di carattere nutrizionale che a loro volta influenzano le abitudini alimentari, come ad esempio il consumo di frutta e verdura. La tendenza riscontrata nelle fasce con istruzione più bassa è quella di nutrirsi male, sviluppando patologie quali l'obesità, il diabete o disturbi cardiaci.
Rendere il cibo sano, accessibile e bilanciato dal punto di vista nutrizionale esplorando tecnologie ed ingredienti a basso costo come i sottoprodotti che derivano dalla produzione di succhi di frutta e di altri derivati dalle lavorazioni degli alimenti: è dunque a questo che mira principalmente il progetto europeo. Si è partiti dall'analisi dei principali gruppi a rischio povertà per individuare le criticità nutrizionali e gli ostacoli al mangiare sano che le persone a rischio povertà percepiscono individualmente. Si è successivamente passati alla selezione degli ingredienti e delle materie prime adatte alla produzione di nuovi prodotti alimentari, che per le loro caratteristiche siano da un lato appetibili e dall'altro sufficientemente a buon mercato per essere acquistati dai gruppi a rischio povertà. Ed infine, si sono sviluppati dei veri e propri prototipi di alimenti con proprietà nutrizionali adeguate e caratteristiche che risultano attraenti per le persone a rischio povertà.

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Sicurezza dei prodotti. La Commissione europea razionalizzerà la normativa

BAND EURUna efficace politica di sicurezza dei prodotti è alla base di un Mercato Unico europeo in cui consumatori e fabbricanti possano sentirsi adeguatamente tutelati.
Attualmente tuttavia la normativa UE in materia di sicurezza dei prodotti di consumo e di vigilanza del mercato è cresciuta in maniera frammentata: nel tempo si sono sviluppati diversi testi legislativi, in un quadro generale non sempre coerente che ha lasciato spazio a lacune e doppioni.
Ora la Commissione europea ha avanzato nuove proposte volte a razionalizzare la materia, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei prodotti di consumo che circolano nel mercato unico e potenziare la vigilanza del mercato
“Per cogliere tutti i benefici del mercato unico” – ha dichiarato Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per l’Industria e l’imprenditoria – “abbiamo bisogno di norme di alta qualità sulla sicurezza dei prodotti e di un sistema di attuazione ben coordinato che lo sostenga.”
Un miglior coordinamento dei controlli è in grado di “eliminare la concorrenza sleale di operatori scorretti, disonesti o criminali”.
Maggiori condizioni di sicurezza per i consumatori, dunque, e maggiori condizioni di parità per le imprese, questi i punti sottolineati da Tonio Borg, Commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori: “Il pacchetto di proposte che la Commissione ha adottato mira a soddisfare queste aspettative. Consumatori, imprese, autorità nazionali trarranno grandi benefici da norme chiare e coerenti in tutto il mercato unico, da una vigilanza del mercato più efficace e da una migliore tracciabilità dei prodotti.”
Le principali modifiche che il pacchetto presentato dalla Commissione intende apportare sono: responsabilità più chiare per fabbricanti, importatori e distributori; strumenti più efficaci per far rispettare le prescrizioni di sicurezza; miglioramento della tracciabilità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura (con indicazione del paese d’origine); procedura semplificata per la notifica dei prodotti pericolosi (con sinergie tra sistema RAPEX e ICSMS).
Le proposte della Commissione saranno discusse in sede di Parlamento europeo e di Consiglio.
L’entrata in vigore della nuova normativa è prevista per il 2015.

Fonte: UNI

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Erasmus per giovani imprenditori. Dall’Ue fondi per 3,1 mln

 

erasmusLa Commissione Europea apre il bando 2012 relativo all’Erasmus per giovani imprenditori. Si tratta di una misura che consente a chi ha intenzione di avviare un’azienda o ha cominciato l’attività da tre anni al massimo di acquisire conoscenze presso un’impresa di uno Stato membro diverso da quello di appartenenza. In questo modo si favorisce l’aumento delle conoscenze, viene incoraggiata la competitività e si crea alla base un rapporto internazionale che consente alla neo azienda di essere presente da subito, e a costi ridotti, su un mercato estero. Il bando appena aperto finanzia le organizzazioni tra soggetti beneficiari, definite intermedie, e ha una dotazione di 3 milioni e 100 mila euro. Le domande devono essere presentate entro il 31 maggio 2012.
Innanzitutto quello di fornire formazione sul campo ai nuovi imprenditori e alle piccole e medie aziende con lo scopo di agevolare un avvio di successo e lo sviluppo della loro business idea. Ma non solo. Altro obiettivo dell’Erasmus è individuabile nella volontà di favorire la condivisione di esperienze e informazioni tra gli imprenditori di Paesi dell’Unione Europea in merito ai problemi comuni da affrontare nel realizzare la crescita delle proprie attività. Entrando nel profilo più attinente agli affari il bando punta a garantire un più agevole accesso ai mercati internazionali e l’individuazione di potenziali partner.

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