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L’illuminazione di beni culturali esposti in ambienti interni

ILL BENI CULTURALIDisponibile la UNI CEN/TS 16163:2014Conservazione dei beni culturali - Linee guida e procedure per scegliere l’illuminazione adatta a esposizioni in ambienti interni” che viene in aiuto a chi è coinvolto in questa difficile realizzazione, portando il know-how necessario all’illuminotecnico, all’architetto, al conservatore e a tutte le altre figure professionali coinvolte. Nel documento vengono curati gli aspetti più oggettivi dell’illuminazione espositiva: l’aspetto tecnico (come sorgenti luminose), quello visivo (come l’impatto dell’illuminazione sul visitatore e la corretta percezione cromatica), e quello conservativo (correlato alla vulnerabilità degli oggetti esposti).
Frutto dell’attività del GL misto JWG 6 formato da esperti dei comitati TC 346 “Beni culturali” e TC 169 “Luce e illuminazione”, la specifica tecnica fornisce uno strumento per predisporre una politica comune europea e una guida per aiutare i curatori, i conservatori e i direttori di progetto a stabilire la corretta illuminazione che possa assicurare la salvaguardia degli oggetti esposti in ambienti confinati.
La cooperazione tra i due Comitati tecnici CEN è stata essenziale in quanto nel caso dei beni culturali non è sufficiente illuminare gli oggetti nel modo più efficace o esteticamente migliore, ma è necessario farlo nel pieno rispetto del problema della conservazione, specie se in presenza di superfici fotosensibili o nel caso in cui l’illuminazione possa produrre riscaldamento, accelerare reazioni chimiche, o la deposizione del particolato sospeso, o favorire lo sviluppo di microorganismi.
Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN).

mb

Fonte UNI

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Regolatori di flusso luminoso nell'illumunazione stradale

 

ILLUMINAZIONELa norma UNI 11248 ha introdotto una metodologia progettuale e di gestione degli impianti di illuminazione stradale legata alle effettive necessità di visione atte a garantire la sicurezza del traffico di notte, per quanto questa possa essere influenzata dalle condizioni di illuminazione.
Definita a livello europeo una serie di categorie illuminotecniche, ognuna consistente in un insieme di parametri illuminotecnici congruenti e dei loro specifici valori, la metodologia, attraverso una analisi dei rischi, permette di identificare la categoria più adatta alle necessità contingenti, assicurando contemporaneamente il contenimento dei consumi energetici e l’impatto ambientale.
Nell’analisi dei rischi, il progettista individua dei parametri, detti di influenza, che permettono di specificare le esigenze di illuminazione e di visione. Alcuni di questi parametri possono essere ritenuti fissi nel corso della vita dell’impianto (ad esempio tipo di strada, flusso di traffico massimo, presenza di condizioni conflittuali quali incroci o attraversamenti), altri possono variare sia con periodicità giornaliera (flusso del traffico) sia con periodicità più lunga, stagionale o annuale.
Escludendo quelli fissi, che influenzano la determinazione della categoria illuminotecnica di progetto, ossia la categoria con i requisiti più stringenti per l’impianto, gli altri permettono l’introduzione di diverse categorie illuminotecniche di esercizio, con requisiti prestazionali via via decrescenti. Il passaggio da una categoria con prestazione più elevata a una con prestazione inferiore non può essere ottenuto con lo spegnimento selettivo di apparecchi di illuminazione: questa tecnica, sebbene permetta la desiderata riduzione del valor medio di illuminamento o di luminanza del manto stradale, generalmente non garantisce il mantenimento dei requisiti di uniformità, previsti nella categoria illuminotecnica che si vuole attivare.
La riduzione del flusso luminoso emesso da ogni apparecchio è pertanto la tecnica comunemente usata, e spesso prescritta, per commutare l’impianto da una categoria illuminotecnica all’altra, secondo le modalità esplicitate nella valutazione dei rischi, parte integrante del progetto illuminotecnico dell’impianto.
Questa riduzione può avvenire attraverso dispositivi che possono operare in modo individuale, su ogni singolo apparecchio di illuminazione, o in modo centralizzato, sull’intera linea che alimenta più apparecchi di illuminazione. In ogni caso il progettista deve:

  • determinare le condizioni operative del regolatore di flusso luminoso ai fini del raggiungimento delle prestazioni richieste dalle categorie illuminotecniche desiderate;
  • stimare il risparmio energetico conseguibile quando una data apparecchiatura è usata in definite condizioni operative;
  • valutare, quantitativamente, le caratteristiche del prodotto più confacente per ogni specifica applicazione.

La norma UNI 11431:2011 “Luce e illuminazione - Applicazione in ambito stradale dei dispositivi regolatori di flusso luminoso”  redatta nell’ambito di una collaborazione sinergica tra gruppi di lavoro UNI (GL5 e GL7 della commissione Luce e Illuminazione) ed esperti CEI, rappresenta un utile strumento decisionale per il progettista illuminotecnico e un riferimento per i costruttori, sia nel proporre prodotti idonei a questa peculiare applicazione sia nel fornire caratteristiche tecniche chiaramente interpretabili.

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