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Incentivi. dal MISE 530 milioni per imprese e start-up.

IncentiviPartirà il prossimo 26 ottobre il bando per il sostegno a imprese e startup innovative che investono in  “Agenda digitale” e “Industria sostenibile”.  Sono disponibili 450 milioni di euro dal Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca per l’erogazione di finanziamenti agevolati e 80 milioni di euro dal Fondo Crescita Sostenibile per la concessione di contributi alla spesa.

La novità più significativa del bando riguarda la previsione che al finanziamento a tasso agevolato (50- 70 per cento delle spese ammissibili) dovrà affiancarsi un finanziamento ordinario a tasso di mercato, erogato dal sistema bancario (pari almeno al 10 per cento del finanziamento totale). Sono, inoltre,  ammesse le imprese economicamente e finanziariamente sane ed in possesso di un adeguato merito di credito, secondo le valutazioni effettuate dalle banche finanziatrici.

Un’ulteriore novità è data dall’ammontare minimo delle spese ammissibili del progetto. Secondo le nuove regole, ciascun soggetto deve sostenere una spesa non inferiore a 3 milioni di euro.
Le risorse disponibili ammontano a 530 milioni di euro, di cui: 120 milioni di euro per il bando Agenda digitale e 410 milioni di euro per il bando Industria sostenibile.
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese appartenenti ai settori industria e servizi (incluso il settore dei trasporti)? le imprese artigiane? le imprese che svolgono attività ausiliarie delle precedenti? i centri di ricerca con personalità giuridica; le start-up innovative.I progetti possono essere presentati da imprese singole, oppure da raggruppamenti composti da non più di 5 soggetti. In quest’ultimo caso, i progetti devono essere realizzati mediante al contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, quali, a titolo esemplificativo, il consorzio e l’accordo di partenariato.

I soggetti richiedenti, alla data di presentazione della domanda, devono essere regolarmente costituiti in forma societaria ed essere iscritti nel registro delle imprese. Le imprese non residenti nel territorio italiano devono essere costituite secondo le norme di diritto civile e commerciale vigenti nello Stato di residenza e iscritte nel relativo registro delle imprese. Devono inoltre trovarsi in regime di contabilità ordinaria e disporre di almeno due bilanci approvati. Quest’ultimo requisito non deve essere rispettato da spin-off degli organismi di ricerca, dei quali questi ultimi detengano almeno il 30 per cento del relativo capitale sociale.

I due bandi finanziano progetti di ricerca, di importo compreso tra 5 milioni e 40 milioni di euro di euro, nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione elettroniche (Ict), coerenti con l’Agenda digitale italiana, e nel settore dell’ industria sostenibile. I progetti devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni  e devono avere una durata non superiore a 36 mesi. E’ possibile chiedere, con giusta motivazione, al  ministero dello Sviluppo economico, una  proroga del termine di ultimazione del progetto, che non potrà superare i 12 mesi.

Scarica il Decreto MISE del 1 Giugno 2016

mb

Fonte: Il Denaro.it

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Startup. In Italia 400 milioni di euro dalle aziende

startupGli investimenti in corporate venture capital iniziano a crescere anche in Italia. L’investimento in capitale di rischio di startup da parte di grandi aziende rappresenta una delle leve più significative per avviare le aziende all’open innovation. Nei mercati più maturi come gli Stati Uniti, l’incidenza di questa formula supera il 20% degli investimenti, ma secondo l’ultimo rapporto Accenture, nel nostro paese, ancora nelle ultime posizioni a livello mondiale, si stanno notando degli interessanti sviluppi sia di business che regolamentari (patent box, normativa su start up e PMI innovative). Alle iniziative storiche dei settori media & technology (TimVenture, RCS Nest, AD4Venture), Lifesciences (ZCube, ChiesiVenture) ed energia (EnelLAb) recentemente se ne sono aggiunte di nuove in ambito Fintech (Unicredit, Intesa) e Smart City (CLNGroup, Italeaf, GalaLab) con una dotazione complessiva di circa 400 milioni di euro. «Per avere successo in questo ambito - commenta Marco Morchio, managing director di Accenture Strategy - è necessario seguire percorsi innovativi. Le grandi aziende devono cambiare le modalità di gestione dell’innovazione e ridefinire i meccanismi di coordinamento e di governo della ricerca e sviluppo interna. Per le startup è invece prioritario offrire soluzioni ready to market e scalabili, è quindi importante che sviluppino capacità di comprensione delle dinamiche del mercato».

Tra le aziende che hanno dato da subito attenzione alle startup c’è Tim. Nel 2009 ha lanciato Tim Wcap, il programma di open innovation dedicato al sostegno delle migliori startup del settore digital. «Abbiamo integrato da subito il modello di innovazione con un modello “aperto”, innanzitutto con l’ecosistema delle startup» spiega Mario Di Mauro, direttore strategy & innovation Tim. Nel 2014, poi, la società ha lanciato Tim Ventures, che investe nelle startup digitali di settori quali internet of things, industry 4.0, smart logistics, smart devices, security, big data. L’investimento complessivo di Tim Ventures nel capitale delle startup selezionate è stato di circa 2 milioni di euro, realizzato in molti casi assieme ad altri investitori e fondi di venture capital italiani.

Il corporate venture capital è alla ricerca soprattutto di sinergie di tipo industriale, come scouting tecnologico, a’ricchimento portafoglio di offerta. Ne è un esempio l’iniziativa di Prysmian, attiva nel settore cavi e sistemi per energia e telecomunicazioni. «La leadership tecnologica per noi è fondamentale - dice Valerio Battista, ad del gruppo - quindi puntiamo su innovazione e sperimentazione grazie anche a collaborazioni con le università più prestigiose, come il Politecnico di Milano. E proprio da una sinergia con alcuni ricercatori dell’Università di Palermo è nata la startup Prysmian Elecronics, di cui siamo soci di maggioranza».

Altro grande gruppo italiano impegnato in questa direzione è Enel, che «considera le startup un veicolo di innovazione tramite cui interpretare e presidiare nuovi modelli di business e nuovi segmenti di mercato» afferma Luciano Tommasi, head of Start-up initiatives and business Incubator Enel. «Negli ultimi 2 anni abbiamo lavorato per creare cultura e processi aziendali adatti a supportare le startup e concretamente generare valore. Abbiamo quindi fatto nascere e continuiamo ad alimentare una piattaforma di open innovation tramite cui collaboriamo con player tra loro complementari: fondi di venture capital, università, istituzioni e altre corporation» spiega Tommasi. Il ruolo di Enel è quello di partner industriale che mette a disposizione non solo risorse finanziarie, ma know-how, laboratori di ricerca e soprattutto l’accesso ad una potenziale customer base di decine di milioni di clienti in 30 paesi al mondo. «Il modello sta generando degli ottimi risultati e ad oggi lavoriamo su progetti strategici per il gruppo con oltre 30 startup in Italia e nel mondo» chiosa Tommasi.

Nella creazione di un ecosistema favorevole alle startup si inserisce anche il progetto Microsoft growITup, che punta a mettere in contatto le imprese italiane con le più promettenti startup dello stesso settore, e Edison che, attraverso il premio Edison Pulse, mette a disposizione delle startup un team di esperti per la definizione del business plan, la creazione del network e la comunicazione. Recentemente sulle potenzialità di sviluppo dell’Italia hanno puntato anche gruppi internazionali come Apple, Cisco, Google. “Digitaliani”, ad esempio, è il piano di investimenti di Cisco in Italia che prevede lo stanziamento di 100 milioni di dollari nell’arco di tre anni, con lo scopo di accelerare la digitalizzazione del Paese. In questa cornice Cisco Investments ha sottoscritto il fondo Invitalia Venture I per 5 milioni. Enrico Mercadante, responsabile delle attività nel pillar “innovation” di Digitaliani di Cisco sottolinea: «Cisco Investments è attiva in particolare nel supportare le idee più innovative e i migliori team nell’ambito delle reti di nuova generazione e dei temi legati all’IoT».

AdA

fonte Sole24Ore 169/16 ED

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Smart&Start: Prestiti a tasso zero fino all'80% dei costi e premi per donne e giovani.

start-upÈ approdato in «Gazzetta Ufficiale» (n. 264 del 13 novembre) il decreto del ministero dello Sviluppo economico 24 settembre 2014 che mette in moto la "macchina" dei finanziamenti: lo sportello di Smart&Start dovrebbe aprire i battenti il 15 gennaio ma è in arrivo una circolare del Mise che conterrà anche le istruzioni per accedere ai benefici.

Il nuovo regime introduce importanti novità rispetto al bando precedente (Dm 6 marzo 2013) che con la pubblicazione del nuovo decreto va definitivamente in soffitta.

La più importante è l'estensione dei contributi a tutte le imprese senza più distinzioni territoriali: stop quindi alla concentrazione del bonus nel Meridione al quale però resta una speciale «premialità». Non solo: l'intensità degli incentivi si fa più pesante prevedendo piani di spesa fino a 1,5 milioni contro il milione di euro iniziale. Pesante anche la dotazione finanziaria: si tratta di circa 200 milioni di euro, dicono al ministero che potranno però essere rinforzate con nuove iniezioni di fondi da stabilire con decreto.

A contendersi le risorse saranno esclusivamente le start up di piccole dimensioni iscritte nella sezione ad hoc del Registro delle imprese e i team di persone in procinto di crearne una. E quindi iniziative ad alto tasso di tecnologia e innovazione. I finanziamenti sono a sportello: e quindi la partita si giocherà anche sulla tempestività nel presentare la domanda.

I contributi andranno a coprire investimenti da 100mila a 1,5 milioni per impianti, macchinari, brevetti, hardware e software, certificazioni, progettazione di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche. Ma anche gli interessi sui finanziamenti esterni, le quote di ammortamento dei macchinari e delle attrezzature tecnologiche, i canoni di leasing, i costi del personale, i servizi di incubazione e di accelerazione di impresa.

Si parte da un minimo del 70% delle spese sostenute: le agevolazioni consistono nella concessione di un finanziamento a tasso zero «nella forma della sovvenzione rimborsabile», come recita l'articolo 6 del provvedimento. Le start up in Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia e nel territorio del cratere sismico aquilano restituiranno però solo l'80% del mutuo con una quota quindi del 20% a fondo perduto.

Premi per giovani, donne e "cervelli in fuga" che rientrano a lavorare in Italia: in questo caso il finanziamento raggiungerà l'80% delle spese sostenute. Previste anche forme di tutoraggio ma solo per le start up finanziate e costituite da non più di 12 mesi alla data di presentazione della domanda.

Tutti i finanziamenti avranno una durata massima di 8 anni. I contributi, infine, saranno erogati per stati di avanzamento, ciascuno per non più del 20% dell'importo complessivo del finanziamento. È comunque possibile chiedere una prima quota del prestito a titolo di anticipo, ma in questo caso andrà presentata una fideiussione bancaria o una polizza assicurativa. La gestione del bando è affidata a Invitalia che è incaricata anche di erogare i finanziamenti e di verificare la regolarità dei requisiti nonché la reale operatività delle imprese.

AdA

Scarica il Decreto 24 settembre 2014

Fonte IlSole24Ore 313/14

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Start up, dall’Ict al biotech: domande entro venerdì 25 ottobre

start-130710144801 mediumBiotecnologie, nuovi materiali, information&communication technology, osservazione dell’ambiente e sicurezza delle infrastrutture, beni culturali e turismo, salute e agroalimentare, energia, logistica, trasporti, automotive e aerospazio. C’è tempo fino a venerdì prossimo 25 ottobre per partecipare alla seconda edizione di Creative Factory, l'avviso promosso da Campania Innovazione, Agenzia regionale per la promozione della ricerca e dell’innovazione. Il progetto punta a valorizzare l’economia creativa in termini di capacità di innovazione nella produzione di beni e servizi e nella creazione di “nuova occupazione” (intesa come nuovi posti di lavoro) e di “occupazione nuova” (in termini di nuove professionalità), sia nei settori hi-tech, sia nei comparti tradizionali e nella pubblica amministrazione. Il nuovo bando seleziona proposte progettuali riferibili a progetti di start-up d’impresa e a programmi comuni di sviluppo imprenditoriale. Le proposte dovranno in particolare essere caratterizzate da elevata innovatività, concretezza e sostenibilità sul piano tecnico, normativo, economico-finanziario, ambientale, sociale con potenziali ricadute a livello occupazionale e di sviluppo del territorio campano. È incoraggiata la presentazione di progetti per i quali siano stati già realizzati prototipi, modelli o prove.

Beneficiari
Ma a chi si rivolge questo nuovo avviso? Possono accedere al bando persone giuridiche o soggetti che esercitano attività di impresa da non più di due anni alla data della presentazione della domanda; consorzi, società consortili e reti d’imprese. E’ necessario, però, in entrambi i casi che la sede operativa della start-up, del consorzio, della società consortile, della rete d’impresa sia localizzata sul territorio della regione Campania. Ogni soggetto non potrà presentare più di una candidatura né singolarmente né partecipando ad altri raggruppamenti. Non possono, inoltre, partecipare all’avviso i componenti degli organi direttivi e i dipendenti, anche con contratto a termine, di Campania Innovazione.

Requisiti
Alla data di presentazione della domanda, i candidati dovranno essere in possesso di precisi requisiti, a pena di esclusione. Per le persone fisiche: nazionalità italiana o di uno dei Paesi membri del l’Unione Europea; non essere destinatarie di misura interdittiva nel contrattare con la Pubblica Amministrazione; possesso, in ogni caso, dei requisiti prescritti per legge necessari per la partecipazione a procedure concorsuali indette dalla pubblica Amministrazione. Per le persone giuridiche requisiti indispensabili sono la regolarità nei pagamenti contributivi, assicurativi e previdenziali; l’essere in regola con la normativa antimafia; non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione coatta, di concordato preventivo, nonché in una delle condizioni di difficoltà previste dagli “orientamenti comunitari sugli aiuti di stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese indifficoltà”.Tutoraggio, innovation design, workshop creativi, finanza, supporto tecnologico, coachingmentoring, networking e promozione gli strumenti messi a disposizione dei finalisti.

Scarica il Bando

AdA

Fonte: Il Denaro

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Al via gli aiuti per le startup al Sud

finanziamenti-start-upParte la corsa agli incentivi Smart&Start varati dal ministero dello Sviluppo economico e gestiti da Invitalia. Dalle ore 12 del 04/09/2013 potranno essere presentate le domande di agevolazione, esclusivamente online utilizzando la procedura informatica disponibile nel sito www.smartstart.invitalia.it. Il regime di aiuto è finalizzato a promuovere la nascita di nuove imprese al Sud: in tutto ci sono a disposizione 190 milioni di euro divisi in due misure: Smart, con 100 milioni, per contributi che coprono i costi di gestione sostenuti nei primi quattro anni di attività aziendale nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia; Start, con 90 milioni, per contributi a coprire le spese per l'investimento iniziale in innovazione in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
«È la prima volta – spiega l'a.d. di Invitalia Domenico Arcuri – che un regime d'aiuto è interamente rivolto a imprese innovative nel Mezzogiorno, con Smart a sostegno delle startup e con la misura Start a favore delle imprese posizionate nei settori dell'economia digitale o delle tecnologie innovative. Stimando in media un contributo unitario di 190mila euro, contiamo di incentivare 1.000 imprese».
I fondi, provenienti dalla programmazione comunitaria, sono destinati a nuove piccole imprese (meno di 50 occupati e fatturato annuo non superiore a 10 milioni). Le imprese devono essere costituite da non più di 6 mesi, devono essere costituite in forma societaria (coop comprese) e in maggioranza assoluta numerica e di partecipazione da persone fisiche. Smart&Start non è un bando, ma segue il criterio dello "sportello": le domande saranno esaminate secondo l'ordine cronologico di invio e non è prevista né una graduatoria né una data ultima per la presentazione.
«Le richieste di accesso – aggiunge Arcuri – possono essere inoltrate solo via web, anche questa una novità assoluta, con l'impegno di comunicare l'esito dell'istruttoria in 60 giorni». È necessario registrarsi sul sito dedicato, compilare online la domanda e il piano d'impresa, inviare telematicamente la domanda con i relativi allegati, che dovrà descrivere il soggetto proponente, l'attività imprenditoriale, l'innovatività del progetto. È inoltre necessario che le domande siano firmate digitalmente dal legale rappresentante o, nel caso di società non ancora costituite, dalla persona fisica proponente. Le imprese che posseggono i requisiti, possono richiedere, con un'unica domanda, entrambe le agevolazioni. «Il meccanismo – ricorda infine l'a.d. di Invitalia – consente di presentare solo il progetto e di costituire l'impresa solo quando si è certi di aver avuto accesso alle agevolazioni, con 30 giorni di tempo dalla comunicazione».

AdA

Fonte: Sole 24 Ore n. 242/2013

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Contributi alle start up. Pubblicato il Bando

start upInnovazione tecnologica al Sud, è stato pubblicato il primo dei tre bandi annunciati dai ministeri della Ricerca e dello Sviluppo mercoledì scorso: la scadenza è il prossimo 10 maggio. Si tratta degli incentivi a sostegno delle start up che possono beneficiare di un budget complessivo di 30 milioni per quattro linee di intervento. La prima è finalizzata alla valorizzazione e gestione dell’imponente flusso di dati generati dalle tecnologie digitali (Big Data con una dotazione di 8 milioni). La seconda direttrice del bando riguarda l’utilizzo di tecnologie digitali per innovare le modalità di produzione, fruizione e distribuzione dei contenuti culturali (Cultura a impatto aumentato, 14 milioni). Terza direttrice è la valorizzazione di iniziative di innovazione in ambito sociale (Social Innovation Cluster, 7 milioni) e la quarta è volta allo sviluppo all’interno delle Università italiane di luoghi di contaminazione, di laboratori, fra studenti di discipline diverse per promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione (Contamination Labs, 1 milione).Per le prima linee di intervento possono fare domanda di contributo imprese industriali con sede operativa nelle 4 regioni dell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia), in possesso dei requisiti comunitari di “micro, piccola e media impresa” e esistenti da meno di sei anni al momento della pubblicazione del bando.

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Fonte: MIUR

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