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Materiali da pneumatici fuori uso. Tre progetti di norma in fase di studio

logo uniDi competenza della commissione Ambiente, tre progetti dal titolo generale "Pneumatici fuori uso - Materiali in gomma vulcanizzata ottenuti dal recupero di PFU" - al momento in inchiesta preliminare - si rivelano di utilità al mercato nazionale.
Il primo progetto U53002901 "Parte 1: Classificazione dei granulati" specifica i requisiti per la classificazione e specificazione dei granulati ottenuti dalle operazioni di recupero effettuate su pneumatici fuori uso, determinando una precisa classe per ogni tipo di materiale granulato che l'industria utilizza per la produzione di miscele di materiali e/o di manufatti.
"Parte 2: Classificazione dei polverini" è il titolo del secondo documento (progetto U53002902) che specifica i requisiti per la classificazione e specificazione dei polverini ottenuti dalle operazioni di recupero effettuate su pneumatici fuori uso, determinando una precisa classe per ogni tipo di polverino che l'industria utilizza per la produzione di miscele di materiali e/o di manufatti.
Il terzo progetto "Parte 3: Marcatura ed etichettatura" (U53002903) specifica e definisce infine il tipo di etichettatura e la codifica dei materiali ottenuti da operazioni di recupero effettuate su pneumatici fuori uso per i quali è stata definita una specifica classificazione e specificazione merceologica.
I tre progetti termineranno la fase di inchiesta pubblica preliminare il 2 marzo 2013. Fino a quella data sarà possibile consultare i documenti e inoltrare i propri commenti utilizzando l'apposito form a disposizione sul sito internet dell’UNI

Fonte: UNI

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Rottami di vetro. Da Giugno 2013 in vigore il nuovo Reg. Europeo

 

vetroSono in vigore dal 31 dicembre scorso i criteri europei che stabiliscono quando il rottame di vetro destinato a produrre sostanze od oggetti di vetro attraverso la rifusione cessa di essere rifiuto e diventa prodotto. I criteri sono oggetto del Regolamento (Ue) 1179/2012 del 10 dicembre 2012 (Guue 11 dicembre n. L 337) e, dopo quella relativa ai rottami metallici (Regolamento Ue 333/2011) rappresentano la seconda attuazione della disciplina relativa al "end of waste", introdotta dall'articolo 6, direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti. Per consentire alle imprese di conformarsi ai nuovi criteri, il regolamento sarà applicabile in tutta Europa dall'11 giugno 2013. Il tutto, analogamente ai metalli, si fonda su un sistema di gestione teso a dimostrare la conformità ai criteri dettati dal Regolamento, come certificata da organismi di valutazione conformi al Regolamento (Ce) 765/2008 o verificatori ambientali accreditati o abilitati in base al Regolamento (Ce) 1221/2009. Anche per il vetro, dunque, si conclude l'annosa "querelle" che da più di un decennio contrappone imprese e pubblica amministrazione nell'ascrivere o meno al rottame di vetro la natura di rifiuto.
Il «produttore» non è chi genera o usa il bene di vetro e che produce i relativi rifiuti, ma il detentore che cede rottami di vetro «che hanno cessato di essere considerati rifiuti». Quindi, in pratica, il produttore contemplato dal regolamento è il gestore dell'impianto di recupero rifiuti il quale, poiché nel suo impianto opera in omaggio al nuovo regolamento, produce "non rifiuti" da avviare ai forni di rifusione delle vetrerie per la produzione di sostanze od oggetti di vetro. Pertanto, questi "non rifiuti" non saranno soggetti alle regole di gestione e tracciabilità previste per i rifiuti (registri di carico e scarico, formulari, autorizzazioni al trasporto, allo stoccaggio e al recupero). Esclusi dal nuovo sistema il vetro da rifiuti urbani indifferenziati o da rifiuti sanitari e i rifiuti pericolosi.

Leggi il Regolamento UE 1179/2012

 

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Il recupero della materia. Il progetto dell'Hybrid Design Lab (SUN)

 

RICICLOReinterpretare. Il concetto che sta dietro la nobilitazione anche delle più ignobili delle merci è questo, reinterpretare. Gioielli, accessori, strumenti di arredo e raffinati packaging, è pressoché indefinita la serie di creazioni che possono nascere dai rifiuti. Sì, dai rifiuti. Parola di designer.
Da circa cinque anni l’Hybrid Design Lab (Hdl) della Seconda Università di Napoli sta lavora anche su questo, rendere bello e prezioso quel che è per definizione brutto e senza alcun valore, i rifiuti. Il progetto si chiama “- waste + design” ed ha l’ambizione di intervenire con gli strumenti del design nelle problematiche del waste management del territorio. Il che, trattandosi della Campania, non è ambizione da poco. “Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere giovani designer campani – spiega Carla Langella, docente di ‘Bioinspired design’ presso l’ateneo e tra gli ispiratori dell’Hdl – in lavori di reinterpretazione di scarti particolarmente difficili da smaltire. Le opportunità tecniche ed espressive offerte dal riuso dei rifiuti attraverso l’innovazione dei materiali e delle tecnologie sono numerose e in gran parte collaudate”. Al vertice delle competenze coinvolte c’è, ovviamente, l’ingegneria dei materiali, ma la piramide dei saperi intrecciati in quest’avventura al confine tra riciclo e manifattura di lusso è articolata e comprende chimica, biologia, agronomia e genetica.
Il progetto è partito dalla selezione di alcune categorie di scarti particolarmente significativi, relativi a settori produttivi che caratterizzano il tessuto produttivo territoriale, si va così dal carti dalla lavorazione di pietre naturali, agli scarti di tessili, pellami, legno, vetro, fino al riutilizzo di materiali dal forte impatto ambientale come il corian, l’acciaio, lo stoneglass e materiali ricomposti a base di quarzo. “Il progetto – contununa la Langella – prevede che l’intero ciclo raccolta-trasformazione-progetto-produzione venga gestito da una azienda design driven che si occupa direttamente di smaltire, rigenerare e utilizzare gli scarti industriali in prodotti finiti”.

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La raccolta e il riutilizzo del vetro

 

Migliora la raccolta del vetro. Gli italiani riciclaggio-vetrodimostrano di apprezzarlo sempre più come contenitore per alimenti e partecipano attivamente al processo di riuso del materiale che ormai coinvolge l’82% dei cittadini. Nel 2010 la percentuale di riciclo, è salita al 68% con una crescita del 2% rispetto al 2009. A fornire i dati è il Coreve, Consorzio recupero vetro, che segnala a sorpresa, che la Sardegna guadagna la medaglia della regione più virtuosa battendo le veterane Trentino e Valle d’Aosta.
La situazione complessiva è decisamente incoraggiante: il tasso di riciclo degli imballaggi consumati in Italia a fine 2010 si colloca ben 8 punti percentuali sopra il limite-obiettivo del 60% fissato dalla normativa europea e nazionale. Un dato “prossimo ad un limite fisiologico” commenta all’Adnkronos, Massimiliano Avella, responsabile comunicazione Coreve che aggiunge: “il prossimo passo per crescere è trovare nuove formule per riuscire a separare il vetro per colore”. Un buon risultato che, come spiega il presidente del consorzio, Gianpaolo Caccini, è dovuto “al continuo aumento, da molti anni a questa parte, del fronte dei comuni che sottoscrivono le nostre convenzioni per il ritiro del vetro e che di conseguenza percepiscono un corrispettivo economico per la raccolta svolta: questo numero è cresciuto del 5% circa rispetto all’anno scorso”.

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L’alluminio dalle mille vite affascina le star di Hollywood

 

 

Sempre più spesso divi dello spettacoloalluminio e vip, si fanno vedere con borracce high-tech prodotte con materiale di recupero: al design attrattivo si abbinano doti positive in termini di igiene e di salute.
Occorrono 37 lattine per produrre una caffettiera, 70 per una padella e 800 per una bicicletta. Ma basta riciclare anche una sola lattina per risparmiare l’energia necessaria per tenere accesa per tre ore una Tv da 14 pollici.
ENERGIA RISPARMIATA
Ma il potere del riciclo non finisce qua: riciclare alluminio consente di risparmiare il 95% dell’energia necessaria per produrlo dal minerale e oggi in Italia, oltre il 48% dell’alluminio circolante proviene dal riciclo.
Da dati censiti dalla Cial, Consorzio imballaggi alluminio, a fine 2009 la quota di recupero di imballaggi di alluminio è pari al 56,1% dell’immesso sul mercato. Tradotta in cifre assolute questa percentuale equivale a 34.800 tonnellate di materiale recuperato, 31.200 delle quali riciclate. Il riciclo degli imballaggi in alluminio è dunque pari al 50,3%. Dati che non lasciano dubbi: oggi il nostro Paese detiene la leadership in Europa, insieme alla Germania, nell’industria del riciclo dell’alluminio. A livello mondiale, questo primato ci pone al terzo posto dopo Stati Uniti e Giappone. Il potere di questo materiale particolarmente prezioso perché riciclabile all’infinito e al 100%, ha incantato anche le star di Hollywood. In generale, l’ecologia è tra gli argomenti più attraenti e sono davvero tanti i personaggi impegnati in campagne, programmi e progetti per la tutela del nostro pianeta. Testimonial importanti che, oltre a dettare moda, contribuiscono a diffondere le buone pratiche.
E così capita, sempre più spesso, di vedere immortalati personaggi dello star system con in mano borracce, dal design anche particolare, ma in alluminio. Come Ashton Kutcher, che, amante delle attività sportive senza stress, è stato fotografato in compagnia di una borraccia Sigg, l’azienda svizzera produttrice da più di cento anni di bottiglie in alluminio, in versione vintage. Ma non è l’unico, la lista è lunga: Cameron Diaz, Jessica Alba, Scarlett Johansson, Zac Efron e tanti altri.
GUSTO INALTERATO
La scelta dell’alluminio per la realizzazione delle bottiglie le rende non solo ecologiche, ma anche sicure per la salute, in quanto non rilascia sostanze chimiche, non altera il gusto e la composizione di alimenti e bevande.
Inoltre, è importante ricordare che il nostro fisico ha bisogno di essere costantemente idratato. Per la funzionalità ottimale? Non meno di due litri di acqua al giorno. Ad ogni modo il ‘green’ non può essere solo una trovata pubblicitaria, è un modo di vivere e di essere in ogni occasione della giornata.
fonte:news.denaro.it

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