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Misurazione gas radon, obbligo dal 3 febbraio 2018

Misurazione gas radon, obbligo dal 3 febbraio 2018

La Direttiva 2013/59/EURATOM del Consiglio del 5 dicembre 2013 stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Il radon (precedentemente niton) è l'elemento chimico che nella tavola periodica viene rappresentato dal simbolo Rn e numero atomico 86.

Il radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile, alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col radon e formare il difluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi…) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali.

In Italia gli enti preposti alla misura del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.
Le principali fonti di inquinamento da radon all'interno degli ambienti confinati sono:

• il suolo
• i materiali da costruzione
• l'acqua

Il radon prodotto nel suolo è in grado di diffondersi fino ad arrivare in superficie.  I materiali da costruzione rappresentano una fonte di radon indoor di secondaria importanza rispetto al suolo; tuttavia, in alcuni casi possono essere la causa principale. Alcune rocce come graniti e porfidi, spesso usati in edilizia e alcuni materiali da costruzione tipici italiani, come il tufo e la pozzolana, contengono infatti un alto tenore di uranio, progenitore del radon.

I lavori non potranno essere eseguiti dai datori di lavoro, ma richiederanno l’intervento di un tecnico esperto in radioprotezione. L’uso di estrattori potrebbe favorire il ritorno alla normalità così come un’adeguata ventilazione è sempre consigliabile per evitare alte concentrazioni del gas.

La misurazione semestrale del gas radon, entrerà in vigore il 3 febbraio 2018, entro quella data bisognerà attrezzarsi per evitare sanzioni o addirittura la chiusura dell’attività.

Scarica la direttiva 2013/59/EURATOM DEL CONSIGLIO

Gestione delle Risorse Umane. Pubblicato  un Dossier  dall’UNI

Gestione delle Risorse Umane. Pubblicato un Dossier dall’UNI

Pubblicato sul numero di Gennaio di Unificazione & Certificazione il dossier sulla Gestione delle Risorse Umane.
Il dossier fornisce una panoramica sul tema, dal livello più elevato a quello più specifico. La lettura darà la possibilità di apprendere che il valore delle persone costituisce un elemento cardine nella gestione sostenibile e responsabile dell’impresa, prendendo ad esempio proprio l’UNI che, attraverso l’implementazione della linea guida UNI ISO 26000, ha costruito una mappa degli stakeholders che mette al centro di tutta l’organizzazione i collaboratori.
In questo contesto sono di grande rilevanza le norme internazionali pubblicate dall’ISO/TC 260 in materia di Human Governance, che forniscono delle linee guida per la ricerca di personale e la pianificazione della forza lavoro. L’organizzazione del lavoro va pensata come processo che, pur interessato a incrementare le revenues, deve lasciare spazio agli Human Factors, ovvero alla vocazione antropocentrica dell’ergonomia introdotta dalla norma ISO 26800 che descrive i concetti da applicare ai sistemi di lavoro nella progettazione e valutazione di compiti, attività, prodotti, strumenti, attrezzature, organizzazioni, servizi, facilities e ambienti.
Ma la stessa UNI EN ISO 9001 riporta la “partecipazione attiva delle persone” tra i suoi 7 Principi base della gestione per la qualità, supportata dalle linee guida per il coinvolgimento e la competenza delle persone nei sistemi di gestione per la qualità (UNI ISO 10018), mentre grande attesa sta generando il progetto di norma internazionale sulla futura ISO 30401 sui sistemi di gestione della conoscenza, che si affianca alla serie delle norme europee UNI CEN/TS 16555 sulla gestione dellinnovazione, che tiene conto della collaborazione in tutte le sue forme (tra persone, team e organizzazioni) fino a comprendere il potenziale creativo di un’impresa.
Anche l’Italia è stata capace di esprimere delle soluzioni per qualificare la funzione di HR Manager, quando UNI ha elaborato la UNI/PdR 17:2016Profili professionali della funzione Risorse Umane delle organizzazioni”, la prima pubblicazione normativa che definisce univocamente i requisiti relativi ai profili professionali della funzione delle Risorse Umane in azienda, sulla base dei criteri del quadro europeo delle qualifiche (EQF). Tale prassi di riferimento è ora in via di trasformazione in norma tecnica, tenendo in considerazione le diverse esperienze del mercato nazionale, come lo schema sviluppato dall’organismo di certificazione RINA.

Scarica il Dossier

mb

Fonte UNI

RAEE: dal CEI i “Requisiti per la raccolta, la logistica ed il trattamento”

RAEE: dal CEI i “Requisiti per la raccolta, la logistica ed il trattamento”

Pubblicata la Specifica Tecnica CEI CLC/TS 50625-4Requisiti per la raccolta, la logistica ed il trattamento dei RAEE". Il documento CEI si applica alle seguenti operazioni: raccolta, movimentazione, ordinamento, stoccaggio, preparazione per il trasporto e trasporto di RAEE.
È applicabile a tutti i RAEE prima dell'arrivo presso l'impianto di trattamento o prima dell'arrivo presso l'impianto di preparazione per il riutilizzo.
La Specifica Tecnica è rivolta a tutti gli operatori che eseguono operazioni di raccolta e logistica. Non comprende il trattamento dei RAEE. In caso di attività di trattamento intraprese in impianti di raccolta o di logistica, si applica la Norma EN 50625-1.
La Norma viene pubblicata dal CEI nella sola lingua inglese in quanto particolarmente mirata a settori specialistici

mb

Fonte CEI

Impianti di distribuzione dei gas medicali

Impianti di distribuzione dei gas medicali

La norma UNI EN ISO 7396-1 “Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1: Impianti di distribuzione dei gas medicali compressi e per vuoto” (dal 19 dicembre disponibile in versione italiana) specifica i requisiti per la progettazione, l'installazione, il funzionamento, le prestazioni, le prove, la consegna e la documentazione degli impianti di distribuzione utilizzati nelle strutture sanitarie per:

  •  ossigeno;
  • protossido di azoto;
  • aria medicinale;
  • anidride carbonica;
  • miscele ossigeno/protossido di azoto ;
  • miscele elio/ossigeno;
  • ossigeno 93;
  • gas e miscele di gas classificati come dispositivi medici, gas erogati a dispositivi medici o destinati a finalità mediche o gas e miscele di gas per uso medicinale non specificati sopra;
  • aria per alimentare strumenti chirurgici;
  • azoto per alimentare strumenti chirurgici
  • vuoto.

L’obiettivo della norma è garantire:

  1. la non intercambiabilità tra diversi impianti di distribuzione gas
  2. l’erogazione continua alle pressioni specificate
  3. l’utilizzo di materiali adatti
  4. la pulizia dei componenti
  5. la corretta installazione
  6. la disponibilità di sistemi di monitoraggio e allarme
  7. la corretta marcatura dell’impianto
  8. le prove, la consegna, la certificazione
  9. la purezza dei gas distribuiti
  10. la corretta gestione operativa
  11. le caratteristiche di sicurezza delle fon

Essa include i requisiti per le centrali di alimentazione, per le reti di distribuzione, per i sistemi di controllo, per i sistemi di monitoraggio e allarme e per la non intercambiabilità fra i componenti di sistemi per gas/vuoto differenti.
La norma è destinata a tutti gli operatori della progettazione, costruzione, ispezione e funzionamento degli impianti sanitari.

mb

Fonte UNI

Risparmio energetico: cessione del credito d'imposta più facile

Risparmio energetico: cessione del credito d'imposta più facile

La legge di Bilancio 2018 ha dato il via alla cessione a terzi dei crediti d'imposta del 65%, 70% e 75% per il risparmio energetico qualificato da parte di tutti i contribuenti (incapienti e non), non solo per i lavori sulle parti comuni condominiali, ma anche per quelli sulle singole unità immobiliari (abitative e non). Solo gli incapienti, però, potranno cedere la detrazione fiscale alle banche.

È stata confermata, inoltre, la possibilità di cessione del credito d'imposta derivante dalla detrazione Irpef o Ires, per gli interventi antisismici sulle “parti comuni”, pari al 75% (riduzione di una classe di rischio) o all'85% (riduzione di due classi) (articolo 16, comma 1-quinquies, DL 63/2013). Confermata anche la cessione del credito del 75% o 85%, previsto per l'acquisto, di unità immobiliari, sulle quali, dopo la demolizione e la ricostruzione dell'intero edifico, l'impresa ha effettuati interventi antisismici

Dal 2018, per tutti gli interventi sul risparmio energetico qualificato, quindi, non solo per quelli sulle parti comuni (come previsto con limitazioni per il 2016 e il 2017, provvedimento 28 agosto 2017), ma anche per quelli su singole unità immobiliari, gli incapienti (contribuenti con meno di 8mila euro lordi di reddito 2017), possono cedere il corrispondente credito d'imposta del 65%, per intero e non in parte, ai fornitori e altri soggetti privati, come ad esempio gli istituti di credito e intermediari finanziari, con facoltà di questi ultimi di “successiva cessione”, non a banche (articolo 2, comma 2, lettera c, provvedimento 28 agosto 2017), in tutto o in parte, solo dopo il 10 marzo anno successivo (articolo 14, comma 2-ter, DL 63/2013).

Il credito d’imposta sale al 70% per gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni condominiali, che interessano l'involucro dell'edificio con un'incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell'edificio medesimo ovvero del 75% se si consegue un miglioramento della prestazione energetica invernale e estiva “almeno” pari alla qualità media di cui al decreto 26 giugno 2015, articolo 14, comma 2-quater, Dl 63/2013).


Fonte IlSole24Ore 1/18 LDS

Requisiti energetici per illuminazione, pubblicata una nuova norma UNI

Requisiti energetici per illuminazione, pubblicata una nuova norma UNI

Pubblicata in italiano, la norma UNI EN 15193-1:2017Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per illuminazione - Parte 1: Specificazioni, Modulo M9”. La norma specifica la metodologia per la valutazione della prestazione energetica dei sistemi di illuminazione per l’illuminazione generale in edifici residenziali e non-residenziali e per il calcolo o la misurazione della quantità di energia richiesta o utilizzata per l’illuminazione negli edifici.

Il metodo può essere applicato a edifici nuovi, esistenti o ristrutturati e fornisce, inoltre, una metodologia (LENI) come misura dell’efficienza energetica degli impianti di illuminazione negli edifici.
La norma non comprende i requisiti di illuminazione, la progettazione di sistemi di illuminazione, la pianificazione dei sistemi degli impianti di illuminazione, le caratteristiche dei prodotti di illuminazione (lampade, dispositivi di controllo e apparecchi di illuminazione) e dei sistemi utilizzati come "display lighting", delle lampade da tavolo e degli apparecchi integrati nei mobili.
Inoltre la norma non fornisce alcuna procedura per la simulazione dinamica di scena di illuminazione impostate.

Per la sua applicazione, la bibliografia della stessa indica come utili anche le norme:

• UNI EN 1838:2013 “Applicazione dell'illuminotecnica - Illuminazione di emergenza”
• UNI EN 12193:2008 “Luce e illuminazione - Illuminazione di installazioni sportive”
• UNI EN 12464-1:2011 “Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni”
• UNI EN 12665:2011 “Luce e illuminazione - Termini fondamentali e criteri per i requisiti illuminotecnici”
• EN ISO 52000-1:2017 “Energy performance of buildings - Overarching EPB assessment - Part 1: General framework and procedures”

 I principali destinatari della norma sono i progettisti, i committenti e il legislatore nazionale o locale per definire specifici requisiti cogenti.

La norma è disponibile in formato cartaceo e elettronico.

Fonte UNI

Qualità dell’acqua. Dall'UNI una metodica per la determinazione dei nitrati

Qualità dell’acqua. Dall'UNI una metodica per la determinazione dei nitrati

Pubblicata a cura delle Commissioni Tecniche Qualità dell'acqua e Metodi chimici e chimico-fisici la norma UNI 11700 sulla metodologia per la determinazione dei nitrati mediante la tecnica “test in cuvetta” in acque di diversa provenienza: acque naturali (comprese acque di mare, previa filtrazione su letto di solfato d’argento per ridurre i cloruri), acque destinate al consumo umano e acque reflue, in un intervallo di concentrazione generalmente compreso tra 0,2 e 60 mg/l di azoto nitrico.
I nitrati ricoprono un'importanza fondamentale in natura e sono presenti naturalmente negli ecosistemi. Le principali fonti antropiche provengono dall’agricoltura e da fonti industriali quali le aziende alimentari, chimiche, cartiere...
La presenza di nitrati, in concentrazione significativa, in acque superficiali destinate al consumo umano e di scarico può costituire un pericolo per la salute umana e/o per l’ambiente.
Per l’applicazione della norma, la bibliografia della stessa indica come utili anche le norme:

  • UNI EN ISO 5667-1 "Qualità dell'acqua - Campionamento - Parte 1: Linee guida per la definizione dei programmi e delle tecniche di campionamento"
  • UNI EN ISO 5667-3 "Qualità dell'acqua - Campionamento - Parte 3: Conservazione e trattamento di campioni d'acqua"
  • UNI EN ISO 3696 "Acqua per uso analitico in laboratorio. Requisiti e metodi di prova"
  • UNI ISO 7870-2 "Carte di controllo - Parte 2: Carte di controllo di Shewart"
  • ISO 7890-1 "Water quality - Determination of nitrate 2,6-Dimethylphenol spectrometric method"

mb

Fonte UNI

 

Qualità. Pubblicata una guida  per l'applicazione della ISO 9001

Qualità. Pubblicata una guida per l'applicazione della ISO 9001

Pubblicata dalla commissione UNI “Gestione per la qualità e metodi statistici” la norma UNI ISO/TS 9002:2017Sistemi di gestione per la qualità - Linee guida per l'applicazione della ISO 9001:2015”, documento tecnico che permette di fornire una guida in merito alle finalità dei requisiti della ISO 9001.
La UNI ISO/TS 9002 propone alcuni esempi dei possibili passi che un'organizzazione può intraprendere per soddisfare tali requisiti senza aggiungerne, sottrarne o modificarne nessuno in alcun modo. Inoltre, questa specifica tecnica non prescrive degli approcci obbligatori all'attuazione della norma, né fornisce un metodo di interpretazione preferenziale. Per mantenersi sempre attuale e attinente ai requisiti viene riesaminata ogni tre anni.
Il documento tecnico può essere utilizzato da organizzazioni di ogni tipo, dimensione e livello di maturità in tutti i settori e le aree geografiche. In ogni caso, il modo in cui un’organizzazione applica la guida può variare in base a fattori come la dimensione o la complessità, il modello di gestione adottato, la gamma di attività svolte e la natura dei rischi e delle opportunità che si manifestano. Il rischio è il livello di incertezza insito in un sistema di gestione per la qualità.

mb

Fonte UNI

Imprese energivore, dal 1° gennaio attive le nuove agevolazioni

Imprese energivore, dal 1° gennaio attive le nuove agevolazioni

Il Ministro Calenda ha firmato il 21 Dicembre 2017, il decreto che dal 1° gennaio 2018 consentirà di ridurre il costo dell’elettricità per le imprese manifatturiere energivore. Il provvedimento consentirà di ridurre il differenziale di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese più esposte alla concorrenza estera, introducendo anche in Italia le nuove misure rese possibili dall’Europa: si potrà così ottenere un progressivo allineamento dei costi per la fornitura di energia elettrica delle imprese italiane ai livelli degli altri competitors europei.

La riduzione del costo dell’energia per le imprese energivore, insieme al sostegno all’innovazione attivato con il piano Industria 4.0, costituisce la base per un recupero di competitività del Made in Italy e di tutti i settori industriali, per rilanciare la crescita, contrastando il rischio di delocalizzazioni.

Il nuovo sistema prevede la possibilità di ridurre il prelievo dalle bollette elettriche degli oneri connessi al sostegno delle rinnovabili e, più in dettaglio:

• l’applicazione della cd "clausola VAL" alle imprese che hanno un costo dell’energia pari almeno al 20% dello stesso VAL (valore aggiunto lordo) , che, dunque, potranno ridurre il proprio contributo alle rinnovabili fino a un valore minimo dello 0,5% del VAL, rendendo il costo sostenuto per il finanziamento a tale voce della bolletta elettrica esclusivamente funzione del proprio risultato aziendale (la spesa sostenuta sarà quindi indipendente dal costo per le rinnovabili). Si evidenzia che la previsione di più classi di intensità elettrica su VAL, ciascuna con una diverso livello di contribuzione, consente di assicurare maggiore equilibrio e gradualità nel riconoscimento del vantaggio alle imprese beneficiarie della misura;

• per le altre imprese, il mantenimento di classi di agevolazione basate sul rapporto fra il costo dell’energia elettrica e il fatturato, con percentuali riviste per tener conto degli obiettivi di sostegno alla crescita. Inoltre, la proposta consente di migliorare il sostegno ad alcuni settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, pur con bassa intensità elettrica su fatturato ( es. ceramica).

Saranno utilizzati parametri di consumo “efficiente”, sviluppati dall’ENEA entro luglio 2018. Sarà così possibile stimolare le imprese ad attivare nuovi investimenti in efficienza energetica e sostenibilità.

Scarica il decreto 21 dicembre 2017

Fonte: MiSE

Microbiologia e prove di laboratorio della catena alimentare

Microbiologia e prove di laboratorio della catena alimentare

Pubblicate a cura della Commissione “Agroalimentare”  le norme:

UNI EN ISO 21528-1:2017 “Microbiologia della catena alimentare - Metodo orizzontale per la ricerca e la conta di Enterobacteriaceae - Parte 1: Ricerca di Enterobacteriaceae”
UNI EN ISO 6887-1:2017 “Microbiologia della catena alimentare - Preparazione dei campioni di prova, della sospensione iniziale e delle diluizioni decimali per l'analisi microbiologica - Parte 1: Regole generali per la preparazione della sospensione iniziale e delle diluizioni decimali”
UNI EN ISO 6887-4:2017 “Microbiologia della catena alimentare - Preparazione dei campioni di prova, della sospensione iniziale e delle diluizioni decimali per l'analisi microbiologica - Parte 4: Regole specifiche per la preparazione di prodotti vari”

In particolare:

  • Il primo documento specifica un metodo, con arricchimento, per la ricerca di Enterobacteriaceae. Si applica ai prodotti alimentari destinati al consumo umano e ai mangimi per animali e campioni ambientali nel settore della produzione primaria, della produzione alimentare e della manipolazione degli alimenti. Il metodo si applica quando si prevede che i microrganismi ricercati necessitino di una rivitalizzazione mediante arricchimento e quando si prevede che il numero ricercato sia minore di 100 per millilitro o per grammo del campione di prova.
  • Il secondo documento fornisce delle regole generali per la preparazione in aerobiosi della sospensione iniziale e delle diluizioni decimali per l'analisi microbiologica dei prodotti destinati al consumo umano o animale. Si applica al caso generale e le altre parti si applicano a gruppi di prodotti specifici. La norma cita al suo interno come riferimenti fondamentali la UNI EN ISO 7218 "Microbiologia di alimenti e mangimi per animali - Requisiti generali e guida per le analisi microbiologiche" e la UNI EN ISO 11133 “Microbiologia di alimenti, mangimi per animali e acqua - Preparazione, produzione, immagazzinamento e prove di prestazione dei terreni colturali”.
  • Il terzo e ultimo documento, sempre realizzato dalla commissione, specifica le regole per la preparazione dei campioni e diluizioni decimali per l'esame microbiologico di prodotti alimentari specifici non trattati da altre parti della norma UNI EN ISO 6887, che si occupano di categorie più generali. Questo documento tratta un'ampia gamma di prodotti vari, ma non include i nuovi prodotti immessi sul mercato dopo la pubblicazione. La norma si applica a:
    •    prodotti acidi (pH basso);
    •    prodotti duri e secchi;
    •    prodotti disidratati, liofilizzati, ecc. (inclusi quelli con proprietà inibitorie);
    •    farine, grani di cereali interi, sottoprodotti di cereali;
    •    mangimi per animali, mangime per bovini, crocchette per cani e croccantini per gatti;
    •    gelatina (in polvere e in fogli);
    •    margarine, creme spalmabili e prodotti non lattiero-caseari con acqua aggiunta;
    •    uova e prodotti a base di uova;
    •    prodotti da forno, dolci e torte;
    •    frutta fresca e verdure;
    •    prodotti fermentati e altri prodotti contenenti microrganismi vitali;
    •    bevande alcoliche e non alcoliche;
    •    prodotti proteici alternativi.

mb

Fonte UNI

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