Finalmente salami, pancette, coppe, culatello e altri salumi made in Italy potranno tornare, dal 28 maggio 2013, sulle tavole dei cittadini americani che negli ultimi 15 anni sono stati costretti ad acquistare imitazioni di bassa qualità.
Il provvedimento non riguarda il prosciutto che, se stagionato oltre i 14 mesi, poteva già essere esportato negli Usa.
Il superamento del blocco delle esportazioni nazionali di salumi è sancito dalla pubblicazione del provvedimento delle autorità statunitensi di Aphis (Animal and Plant Health Inspection Service) che hanno ufficialmente riconosciuto l'indennità dalla malattia vescicolare del suino di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e delle Province autonome di Trento e Bolzano. In queste regioni si concentra la grande maggioranza degli allevamenti di maiali e degli stabilimenti di lavorazione delle carni in Italia.
L’abbattimento di questa anacronistica barriera commerciale ha fatto perdere all’Italia un importo stimato in 250 milioni di euro all’anno. In questo momento di crisi si tratta di un passo importante per l’economia del sistema agroalimentare nazionale che ha ora l’opportunità di crescere nel ricco mercato americano dove le esportazioni di cibo e bevande italiane hanno raggiunto il livello record di 2,7 miliardi.
Il culatello uruguaiano, la soppressata calabrese Made in Usa, il salame veneto canadese e il “Parma salami” del Messico sono solo alcuni dei salumi taroccati che hanno invaso il mercato USA negli ultimi anni.
Se questa misura doganale sarà accompagnata a livello internazionale da una più decisa tutela delle denominazione di origine dei nostri salumi si apriranno ulteriori spazi di crescita.
La Coldiretti ricorda, ad esempio, che in Canada vengono venduti salumi locali con il marchio “San Daniele” e che non può essere esportato il prosciutto di Parma perché il marchio è stato registrato da una azienda privata.
Acustica e vibrazioni. Il punto di vista dell'UNI
La Commissione "Acustica e vibrazioni" dell’UNI ha concluso la revisione della norma UNI 11059 "Elementi antivibranti - Materassini elastomerici per armamenti ferrotranviari - Indagini di qualifica e controllo delle caratteristiche meccaniche e delle prestazioni" il cui testo è ora sottoposto all’inchiesta pubblica finale sino al 2 luglio prossimo, fase in cui è a disposizione di tutti gli operatori al fine di raccogliere i commenti e ottenere il consenso più allargato possibile. E’ questo uno degli argomenti affrontati nel corso della riunione plenaria della Commissione UNI, svoltasi lo scorso aprile sotto la presidenza di Giuseppe Elia.
“Va anche detto – dichiara Elia - che è in fase conclusiva la redazione di un rapporto tecnico che riguarda il disturbo da rumore, dedicato a valutare la relazione tra rumore e disturbo alle persone. In sostanza si tratta di una rassegna di quello che viene già fatto in altri Paesi sotto il profilo normativo, e non solo. Quindi questa è solo la prima fase di un lavoro che avrà sviluppi negli anni successivi con la produzione di altre nuove norme”.
Sempre per quanto riguarda le norme di carattere generale va segnalata una norma che è attualmente in discussione e che riguarda l’incertezza metrologica. “Quando si esegue la misurazione di una grandezza (in questo caso di una grandezza acustica) – spiega Elia - la misurazione è sempre affetta da un possibile errore e quindi da un’incertezza. Il primo problema è come valutare questa incertezza che dipende da molti fattori: da come viene fatta la misura, dagli strumenti che si utilizzano, dai tecnici che la eseguono, dalla metodologia utilizzata per effettuarla… argomento affrontato dal rapporto tecnico UNI/TR 11326-1. L’altro problema , in un certo senso ancora più importante, è quello dell’uso dell’incertezza nel determinare la conformità dei risultati di una misurazione rispetto ai valori limite di specifica”.
La riunione è servita in particolare a fare il punto sulle attività in corso da parte delle due sottocommissioni: la SC1, “Acustica in edilizia” e la SC2 “Vibrazioni”.
Nell’ambito della Sottocommissione 1 ci sono attualmente tre gruppi di lavoro attivi. Uno di questi, che si occupa in generale dei materiali per isolamento acustico, ha appena concluso un lavoro che riguarda la corretta posa in opera (dal punto di vista della prestazione acustica) di massetti galleggianti per pavimenti. “Sono dei sistemi che vengono utilizzati per isolare dal rumore di calpestio” spiega il presidente della SC1 Fabio Scamoni.
Il gruppo ha praticamente concluso la propria attività e ora il documento è sottoposto all’approvazione della Commissione ‘Acustica e Vibrazioni’ e della Commissione ‘Prodotti, processi e sistemi per l’organismo edilizio’, in quanto tale attività rientra tra quelle congiunte tra i due organi tecnici UNI.
Dall'ISPRA una Guida per la valutazione del dissesto idrogeologico
Le Linee Guida sono il frutto di un’iniziativa congiunta promossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) e dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) finalizzata alla definizione di misure ed interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico in aree agricole e forestali. Le attività agro-forestali, attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono infatti incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del Paese è tuttora rurale.
Le Linee Guida propongono indirizzi e metodologie che, sulla base dell’integrazione di banche dati territoriali dei comparti ambiente e agricoltura, consentono l’individuazione, su tutto il territorio nazionale, delle aree prioritarie di intervento e delle misure di mitigazione più idonee, in aree agro-forestali sia attive sia abbandonate.
Gli interventi proposti, essendo di tipo estensivo, rientrano a pieno titolo nella manutenzione ordinaria del territorio e hanno l’obiettivo di contrastare il degrado dei suoli e l’abbandono delle aree rurali e montane e di contenere i fenomeni di dissesto, quali erosione e frane superficiali, e i costi ad essi associati. Tali misure apportano ulteriori benefici, in termini di sviluppo socio-economico e turistico locale anche legato alle produzioni di qualità (DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG, agricoltura biologica) e alla produzione energetica rinnovabile da biomassa, di tutela dei paesaggi agricoli tradizionali, di mantenimento dei servizi ecosistemici come la conservazione della biodiversità, la protezione delle acque dall’inquinamento e l’incremento della capacità di assorbimento della CO2.
Il volume presenta un quadro del dissesto a scala nazionale e raccoglie lo “stato della pratica” nella pianificazione, progettazione e gestione agro-forestale adottata da Amministrazioni pubbliche, quali Regioni, Enti Parco, Autorità di Bacino, ecc. Propone inoltre un sistema integrato di monitoraggio e controllo
Fonte ISPRA
Decreto MIPAAF. Marchio unico per gli Agriturismi
Per gli agriturismi arriva la classificazione da 1 a 5 soli, simile a quella delle "stelle" per gli hotel: indicheranno il livello della struttura in base a comfort e servizi forniti alla propria clientela.
Lo prevede il D.M. 13 febbraio 2013 del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali pubblicato in Gazzetta Ufficiale 5 marzo 2013, n. 54.
La classificazione, come per le strutture alberghiere, avverrà attraverso misurazioni standard che individueranno cinque livelli:
- Categoria 1 simbolo - Azienda che offre soltanto le attrezzature e i servizi minimi previsti dalla legge in condizioni di necessaria igiene e funzionalita'.
- Categoria 2 simboli - Azienda che offre, in forma semplice, attrezzature e servizi oltre il minimo previsto dalla legge in un contesto organizzativo e paesaggistico-ambientale che presenta sporadiche emergenze dalla normalita'.
- Categoria 3 simboli - Azienda "media" che offre, con alcune rifiniture organizzative o qualita' strutturali, attrezzature e servizi che evidenzino anche la caratterizzazione agricola e naturalistica dell'accoglienza, in un contesto paesaggistico-ambientale di buona qualita'.
- Categoria 4 simboli - Azienda che cura armonicamente il comfort e la caratterizzazione agricola e naturalistica dell'accoglienza, mettendo a disposizione dell'ospite un complesso di attrezzature e servizi di livello elevato in un contesto paesaggistico-ambientale eccellente.
- Categoria 5 simboli - Azienda che, oltre ai requisiti propri della categoria 4, presenti particolari eccellenze nella prestazione dei servizi, nelle peculiarita' del contesto paesaggistico-ambientale e nella evidenza della caratterizzazione agricola e naturalistica dell'ospitalita'.
Fonte MIPAAF
Fotovoltaico. Ecco la CEI EN 62446
Pubblicata la CEI EN 62446 (CEI 82-38) - Sistemi fotovoltaici collegati alla rete elettrica Prescrizioni minime per la documentazione del sistema, le prove di accettazione e prescrizioni per la verifica ispettiva.
La norma definisce i requisiti minimi di informazione e documentazione da fornire ad un cliente a seguito dell’installazione di un sistema fotovoltaico collegato alla rete elettrica. Inoltre specifica le prescrizioni minime relative a prove di accettazione, criteri di ispezione e documentazione richiesta per verificare la sicurezza dell’installazione ed il corretto funzionamento del sistema. La norma si applica soltanto ai sistemi fotovoltaici collegati alla rete elettrica.
La CEI EN 62446 riporta il testo in inglese e italiano della EN 62446.
Fonte CEI
Cuoio a basso impatto ambientale
La comunicazione per la promozione di prodotti a ridotto impatto ambientale deve essere basata su informazioni accurate, verificabili e condivise dalle parti interessate per evitare ambiguità e confusione nei confronti del consumatore. Tale comunicazione deve promuovere la domanda e l'offerta di articoli in grado di causare minore danno all'ambiente, contribuendo così a stimolare un processo di miglioramento ambientale continuo.
Di competenza della commissione tecnica Cuoio, pelli e pelletteria, il progetto U88000810 "Cuoio - Criteri per la definizione delle caratteristiche di prestazione di cuoi a ridotto impatto ambientale" intende uniformare a livello nazionale i criteri ambientali e le caratteristiche funzionali di prodotto che caratterizzano la produzione dei cuoi in modo che si possano definire a ridotto impatto ambientale o ecologici.
Il termine cuoio a ridotto impatto ambientale, o cuoio ecologico, ecopelle e similari è riservato esclusivamente al cuoio prodotto in conformità alla norma e si applica a tutta la filiera conciaria, dal produttore all'utilizzatore finale.
Redatto con il coinvolgimento delle parti interessate, il progetto (che sostituisce la norma UNI 11427 del 2001) specifica i requisiti minimi di prodotto e i requisiti minimi ambientali del processo produttivo e regola l'utilizzo del termine cuoio a ridotto impatto ambientale, o cuoio ecologico, ecopelle e similari.
Si applica al cuoio, la cui produzione si intende a partire da pelle grezza (in qualsiasi modo conservata) dall'inizio del processo produttivo conciario fino al cuoio finito, pronto alla spedizione per l'utilizzo nell'industria manifatturiera.
L'inchiesta pubblica finale terminerà il 2 luglio prossimo. Entro tale data tutti i soggetti interessati possono scaricare liberamente il testo del progetto di norma, in formato PDF, dalle pagine del sito UNI e inviare i propri commenti.
Dal GSE il Rapporto Statistico 2012 sul solare fotovoltaico
Il Gestore Servizi Energetici - GSE ha pubblicatoil Rapporto Statistico 2012 sul solare fotovoltaico da cui emerge che a fine 2012 in Italia risultano in esercizio 478.331 impianti fotovoltaici per 16.420 MW installati e 18.862 GWh prodotti (+75% rispetto al 2011). L’Italia si conferma il secondo paese al mondo in termini di capacità fotovoltaica in esercizio nel 2012 dopo la Germania (32.278 MW).
Nel solo anno 2012 è stato installato quanto presente in Italia alla fine del 2010: oltre 148.000 impianti per una potenza addizionale di 3.646 MW. Almeno un impianto è presente nel 97% dei comuni italiani (era l’11% nel 2006) ed il 96% degli impianti esistenti è collegato in bassa tensione con una taglia media di 11 kW.
“Il meccanismo del conto energia – sottolinea il GSE– ha rappresentato il motore di questa crescita. I 475.851 impianti che ne usufruiscono hanno contribuito al 96% della produzione fotovoltaica dell’anno e ricevuto un incentivo dal Gse di circa 6 miliardi di euro nel solo 2012“.
Per quanto riguarda il futuro del fotovoltaico, la Strategia Energetica Nazionale prevede che fino al 2020 la potenza aggiuntiva installata risulterà pari a circa 1.000 MW l’anno.
Il Rapporto statistico 2012 riporta una breve descrizione della tecnologia fotovoltaica, la disponibilità nell’anno della fonte solare, lo stato del parco fotovoltaico (numero e potenza). Seguono i dati di produzione, le ore di utilizzazione, gli incentivi e i servizi erogati dal GSE a favore degli impianti fotovoltaici. Confronti internazionali illustrano infine la situazione nei principali Paesi europei per incentivo preminente e lo stato del fotovoltaico a fine 2011 nei Paesi del mondo più attivi. Mappe, grafici e tabelle aiutano il lettore a comprendere i fenomeni descritti. Nella pubblicazione sono forniti i dati puntuali sullo sviluppo del fotovoltaico a livello regionale e provinciale.
Nuova edizione per la Raccolta di norme CEI sull’elettrostatica
Si tratta di un cofanetto che contiene un CD-ROM e la Guida CEI 101-7 “Elettrostatica - Guida alla normativa CEI”.
L’evoluzione tecnica delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione contro le scariche elettrostatiche rende necessario un frequente aggiornamento della Guida, anche in considerazione dell’ampia diffusione e delle caratteristiche dei contenuti.
Le norme presenti in questa Guida si occupano della protezione da eventi ESD, la particolarità e le caratteristiche dei prodotti utilizzati per la dissipazione e la protezione dalle scariche elettrostatiche in ambiente di produzione, oltre alle metodologie di controllo per analizzare la peculiarità dei materiali e dei prodotti impiegati per salvaguardare i processi produttivi da interferenze ESD.
La protezione contro le scariche elettrostatiche sta interessando settori sempre più ampi della produzione a causa della diffusione dell’elettronica nei settori relativi a automotive, elettrodomestici e aeronautica.
Nel CD-ROM sono contenute le norme della serie 61340 sull’elettrostatica, in formato .pdf:
La Raccolta Norme CEI di Elettrostatica sarà, a breve, disponibile presso tutti i Punti CEI.
Fonte CEI
Per informazioni: sQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
081-7607233
Registro Nazionale gas fluorurati. Prorogato a giugno il termine per l’iscrizione
L'entrata in vigore del Registro Telematico nazionale delle imprese e delle persone certificate, stabilito dal Decreto Direttoriale 31 gennaio 2013 n. 8498 è stato differito di 60 giorni (quindi entro il prossimo 11 giugno 2013) con Decreto Direttoriale emesso dal Ministero dell'Ambiente in data 12 aprile 2013.
Con comunicato del Ministero dell’Ambiente pubblicato sulla G. U. n. 35 del 11/2/2013 è divenuto operativo il Registro nazionale delle persone e delle imprese certificate di cui all’articolo 13 del D.P.R. 43/2012.
Tale D.P.R. prevede l’obbligo per le persone e le imprese che operano su apparecchiature contenenti gas fluorurati ad effetto serra di ottenere l’apposita certificazione/attestazione e di iscriversi al Registro telematico nazionale istituito presso il Ministero dell’Ambiente e gestito dalle Camere di Commercio del capoluogo di regione.
Entro il 11/6/2013 dovranno iscriversi al Registro, per il regolare svolgimento dell’attività, le seguenti persone ed imprese:
Persone che svolgono una o più delle seguenti attività su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore che contengono gas fluorurati ad effetto serra
controllo delle perdite dalle applicazioni contenenti almeno 3 kg di gas fluorurati ad effetto serra e dalle applicazioni contenenti almeno 6 kg di gas fluorurati ad effetto serra dotate di sistemi ermeticamente sigillati, etichettati come tali;
recupero di gas fluorurati ad effetto serra;
installazione;
manutenzione o riparazione;
Persone che svolgono una o più delle seguenti attività su impianti fissi di protezione antincendio che contengono gas fluorurati ad effetto serra:
controllo delle perdite dalle applicazioni contenenti almeno 3 kg di gas fluorurati ad effetto serra;
recupero di gas fluorurati ad effetto serra, anche per quanto riguarda gli estintori;
installazione;
manutenzione o riparazione;
persone addette al recupero di gas fluorurati ad effetto serra dai commutatori ad alta tensione;
persone addette al recupero di solventi a base di gas fluorurati ad effetto serra dalle apparecchiature che li contengono;
persone addette al recupero di gas fluorurati ad effetto serra dagli impianti di condizionamento d'aria dei veicoli a motore, che rientrano nel campo d'applicazione della direttiva 2006/40/CE;
imprese che svolgono attività di installazione, manutenzione o riparazione di apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore contenenti gas fluorurati ad effetto serra;
imprese che svolgono attività di installazione, manutenzione o riparazione di impianti fissi di protezione antincendio e di estintori contenenti gas fluorurati ad effetto serra;
imprese che svolgono attività di recupero di gas fluorurati ad effetto serra dai commutatori ad alta tensione;
imprese che svolgono attività di recupero di solventi a base di gas fluorurati ad effetto serra dalle apparecchiature che li contengono;
imprese che svolgono attività di recupero di gas fluorurati ad effetto serra dagli impianti di condizionamento d'aria dei veicoli a motore.
Le persone e le imprese che svolgono:
attività di manutenzione, riparazione, installazione, controllo e recupero gas fluorurati ad effetto serra su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore che contengono tali gas,
attività di manutenzione, riparazione, installazione, controllo e recupero gas fluorurati ad effetto serra su impianti fissi di protezione antincendio ed estintori
possono richiedere, unitamente alla domanda telematica di iscrizione al citato Registro, il rilascio del certificato provvisorio alla Camera di Commercio. Tale certificato provvisorio ha validità di sei mesi dal rilascio, in tale lasso di tempo le persone e le imprese devono ottenere il certificato da un organismo di certificazione
I modelli delle istanze e delle dichiarazioni da presentare alle Camere di commercio competenti - esclusivamente per via telematica accedendo al sito www.fgas.it - ai fini dell’iscrizione nel citato Registro sono pubblicati sul sito del Ministero dell'Ambiente (link: http://www.minambiente.it).
Calcolo fabbisogno energetico. Sarà revisionata la UNI/TS 11300-2
È stimata per il prossimo autunno la data di pubblicazione della nuova versione della UNI/TS 11300-2, la specifica tecnica che fornisce il metodo di calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria e per altri due servizi, ventilazione e illuminazione, inclusi nel campo di applicazione della norma proprio in quest'ultima revisione.
Il pacchetto delle UNI/TS 11300 è composto da quattro parti: la Parte 1 si occupa del calcolo del fabbisogno di energia termica utile del fabbricato, sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento. Essa è quindi incentrata sullo studio del comportamento dell'edificio senza considerare gli impianti in esso installati.
Le parti 2, 3 e 4 trattano invece i sistemi impiantistici e calcolano le perdite di energia termica dei diversi sottosistemi, arrivando quindi a determinare il fabbisogno energetico degli impianti per il soddisfacimento delle richieste dell'edificio.
Quali sono le principali novità inserite nella UNI/TS 11300-2 e quali le interazioni con le altre norme della stessa serie?
Riguardo il servizio di illuminazione, nella nuova edizione si fa riferimento alla norma europea UNI EN 15193: l'approccio che si è scelto di adottare è stato quello di una valutazione semplificata dei fabbisogni di illuminazione artificiale, in accordo con lo spirito e le finalità delle certificazioni energetiche.
Per quanto concerne invece il servizio di ventilazione, il calcolo dell'energia termica necessaria per la compensazione delle dispersioni dovute al ricambio dell'aria - al fine di garantire un adeguato livello di qualità dell'aria negli ambienti - è incluso nel fabbisogno per la climatizzazione invernale o estiva.
Nell'impostazione generale della UNI/TS 11300 si è infatti deciso di considerare nel fabbisogno energetico per ventilazione solamente quello dovuto alla movimentazione dell'aria nel caso di impianto di pura ventilazione senza trattamenti a carico di unità dedicata o altri generatori di calore, siano essi centralizzati o localizzati.
Qualora vi sia quindi un trattamento d'aria, l'impianto è considerato di climatizzazione. Nella revisione della UNI/TS 11300-2, con l'aggiunta del calcolo delle perdite e dei fabbisogni degli impianti di climatizzazione invernale con fluido termo-vettore aria, si è inoltre evidenziata la connessione tra i fabbisogni del fabbricato e i carichi assegnati ai sistemi impiantistici che, nella generalità dei casi, possono comprendere più reti e circuiti, sia idronici sia aeraulici.
Alcune migliorie apportate alla futura UNI/TS 11300-2 riguardano i sottosistemi di distribuzione di riscaldamento e di acqua calda sanitaria, sono state inserite precisazioni nel caso di reti di ricircolo dell'acqua calda sanitaria, sono state aggiunte diverse note sui regimi di funzionamento per i generatori di calore combinati per il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria.
Fonte UNI