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Norme tecniche per le professioni non regolamentate

logo uniNegli ultimi anni in ISO, CEN e UNI sono nate numerose iniziative di qualificazione di attività professionali (alcune direttamente collegate ad aspetti tecnologici, altre relative a professioni per nuovi bisogni) che hanno portato alla definizione di un consistente pacchetto di norme.
La costituzione, nell'aprile 2011, della commissione tecnica UNI “Attività professionali non regolamentate” è stata un ulteriore impulso ad una attività già da tempo avviata.
Con l’approvazione della legge 4 del 14 gennaio 2013 - “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” - l’attività di normazione UNI assume ancora più rilevanza. In particolare l’articolo 6 “Autoregolamentazione volontaria”, pur non rendendo obbligatorio il rispetto delle norme UNI, definisce quei principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato dell’attività professionale. Principi e criteri generali che la norma tecnica di fatto garantisce.
Così la conformità alle norme UNI diventa un fattore rilevante.
Per concorrere alla promozione dell’informazione nei confronti dei professionisti e degli utenti riguardo alla pubblicazione di queste importanti norme UNI relative alle attività professionali “non regolamentate” viene ora pubblicato - in PARTECIPAZIONE > Normazione e professioni non regolamentate - l'Elenco delle norme UNI sulle professioni non regolamentate di cui all'art. 6.4 della legge 4/2013.
Il file, disponibile in formato excel, verrà aggiornato su base mensile fornendo quindi una fotografia sempre puntuale dello stato dell'arte.

Scarica l'elenco

Fonte: UNI

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GPL per autotrazione: nuova edizione per la UNI EN 589

gpl autoIl settore dell'autotrazione è sempre più interessato da un incremento dell'utilizzo di combustibili gassosi e il conseguente aggiornamento della normativa di riferimento.
Per quanto riguarda l'utilizzo del GPL (gas di petrolio liquefatto), a livello nazionale è stata recentemente pubblicata la nuova edizione della norma UNI EN 589 "Combustibili per autotrazione - GPL - Requisiti e metodi di prova" che definisce i requisiti e i metodi di prova del GPL per autotrazione commercializzato e distribuito nel nostro Paese.
La norma UNI EN 589:2013 sostituisce l'edizione pari numero del 2008 ed è comprensiva dell'aggiornamento A1 approvato dal CEN nel 2012 che riporta un adeguamento dei riferimenti normativi e conseguentemente del Prospetto 1 per quanto riguarda la determinazione del contenuto totale di zolfo nel GPL (dopo odorizzazione): è stato infatti cancellato il riferimento al Metodo EN 24260 "Petroleum products and hydrocarbons - Determination of sulfur content - Wickbold combustion method (ISO 4260:1987)". Nel Prospetto 1 vengono inoltre riportati, in maniera schematica, i metodi di prova, i requisiti e/o i limiti dei parametri o proprietà caratterizzanti il GPL autotrazione quali ad esempio il numero di ottano motore (NOM), il contenuto totale di zolfo, di acqua, di dieni, nonché la ripartizione in classi a cui sono associati differenti limiti della tensione di vapore relativa.
Restano invariate le prescrizioni riguardanti il campionamento e la modalità di approccio nel caso di eventuali controversie, per le quali, analogamente a tutti gli altri prodotti petroliferi, si devono utilizzare le procedure descritte nella EN ISO 4259 e i risultati delle prove devono essere interpretati sulla base dei dati di precisione dei metodi di prova.
La norma mantiene inalterata anche la corposa sezione di Appendici normative nella quale vengono descritti rispettivamente l'operatività del metodo di prova per l'odore del GPL (Appendice A) e quella dei metodi di calcolo del numero di ottano MOTORE (NOM) basato sull'analisi della composizione del GPL (Appendice B). In Appendice C vengono invece riportati i fattori di miscelazione della tensione di vapore assoluta (KPA).
L'Appendice D, l'unica a carattere informativo, riguarda i limiti stagionali della tensione di vapore relativa a 40 °C, mentre l'Appendice NA è un Addendum Nazionale a carattere normativo, e si riferisce ai "Limiti minimi stagionali della tensione di vapore nazionale".

Fonte UNI

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Certificatori energetici. Presto nuove regole

cert energL'entrata in vigore delle nuove regole è vicina, ma non pare destinata a risolvere tutti i dubbi dei professionisti. A febbraio il Governo ha approvato l'ultimo tassello della normativa sulla certificazione energetica, che detta i requisiti per l'abilitazione al rilascio dell'Ace. Ma il Dpr, firmato dal Presidente della Repubblica lo scorso 16 aprile, sarà pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» solo tra qualche giorno. Mentre è alta l'attesa di professionisti e tecnici che ambiscono al riconoscimento ufficiale di certificatori.
Il fatto è che sulla materia della certificazione energetica le regole su chi è abilitato a compilare il certificato arrivano quando il rilascio dell'Ace è da tempo obbligatorio, sia in caso di nuova costruzione o ristrutturazione integrale, sia in caso di trasferimento a titolo oneroso di una singola unità abitativa. Pertanto, nei mesi passati e sui territori dove non sono intervenute le Regioni a normare il vuoto lasciato dallo Stato (colmato solo da alcune indicazioni transitorie contenute nell'allegato III del Dlgs 115/2008), i certificatori hanno operato sulla base di qualifiche accettate in una sorta di deregulation. Il tutto è complicato da un testo normativo che, anche se molto dettagliato, non si può definire immediato né privo di contraddizioni. Soprattutto per ciò che riguarda i titoli di studio che abilitano al rilascio dell'Ace, con o senza una formazione aggiuntiva necessaria.
Il Dpr in arrivo attua, con otto anni di ritardo, il Dlgs 192/2005, che a sua volta ha recepito la direttiva europea 2002/91/Ce. Con estremo dettaglio, definisce come si diventa certificatori. La qualifica innanzitutto è aperta non solo alle persone fisiche, ma anche alle Esco e alle società (così non accade nella maggior parte dei sistemi regionali). I certificatori devono inoltre essere liberi da conflitti d'interesse rispetto all'immobile da esaminare.
I titoli di studio ammessi sono, in estrema sintesi, tutte le lauree tecniche del vecchio e del nuovo ordinamento più i diplomi. Fra gli ammessi ci sono matematici, fisici, scienziati agrari e forestali. Per l'abilitazione è inoltre necessario essere iscritti a un ordine o collegio professionale, ma ovviamente solo per quelle categorie che hanno un ordine o collegio: altra differenza tutt'altro che trascurabile. È inoltre indispensabile ottenere il rilascio di un certificato che attesti l'esperienza nella progettazione di edifici e impianti.
Per chi non può comprovare le proprie capacità o per chi ha un titolo di studio contemplato dal Dpr, ma che non abilita automaticamente alla certificazione, è necessario tornare a scuola. Il corso previsto è di 64 ore con superamento di esame finale. Ed è proprio qui che, sulla base di quanto già accaduto con le norme regionali, si prefigura il caos. In più di un caso, infatti, il tentativo delle amministrazioni locali di imporre la formazione obbligatoria è finito in tribunale. Dalla Liguria alla Puglia, dal Piemonte alle Marche. Con risultati che spesso hanno costretto al dietrofront il legislatore.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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Articoli per puericultura. In arrivo nuove norme europee

sedute bimbiIn sede europea lavora un comitato tecnico, il CEN/TC 252, che sviluppa le norme sugli articoli per puericultura occupandosi di un'ampissima gamma di prodotti che interessano la cura e la salute del bambino. Uno dei gruppi di lavoro di cui si compone il comitato è  il WG1 "Seating and body care" – con segreteria e presidenza affidate all'Italia – che studia le caratteristiche e i requisiti di sicurezza relativi a tutti i tipi di sedute per bambini: parliamo, ad esempio, di girelli, seggiolini da tavolo, rialzi per sedie ecc..
Il WG1 si è riunito presso l'UNI nei giorni scorsi, il 14 e 15 maggio per fare il punto su alcuni argomenti chiave di cui si sta occupando attualmente. Oltre agli esperti italiani, erano presenti i delegati di Francia, Germania, Olanda e Regno Unito.
Nel corso della riunione il gruppo ha verificato lo stato di avanzamento dei lavori che si stanno svolgendo su una serie di norme: una di queste è la EN 1273 "Child use and care articles - Baby walking frames - Safety requirements and test methods" ossia la norma sui girelli. Sviluppata dal WG1, la norma è stata successivamente presentata alla Direzione Generale Salute e Consumatori (DG SANCO) della Commissione europea ed inserita nella direttiva sulla Sicurezza generale dei prodotti (2001/95/CE).
Un altro tipo di seduta di cui si occupa il gruppo sono i rialzi per sedia (high mounted chairs) ossia quegli speciali adattatori che vengono fissati alle sedie degli adulti per sollevare la seduta di bambini di età inferiore a 36 mesi – e di peso inferiore ai 15 kg – in modo da permettergli di arrivare comodamente al tavolo stando seduti con i "grandi". Si tratta di una norma nuovissima, adottata nel 2013 dall'UNI e pubblicata come UNI EN 16120 ma che, insieme alle norme sui seggioloni (EN 14988) e sui seggiolini da tavolo (EN 1272), dovrà essere rivista nell'ottica di migliorare alcuni aspetti che precedentemente non erano stati considerati ma che – ai fini dell'applicazione del futuro nuovo regolamento – diventano ora di particolare rilevanza.
A completamento e a conferma di questo quadro generale va segnalata la recentissima Decisione della Commissione europea (2013/121/UE) del 7 marzo 2013 (pubblicata in GUUE L 65 dell'8 marzo scorso) che stabilisce i "requisiti di sicurezza cui devono rispondere le norme europee applicabili a taluni sedili per bambini, conformemente alla direttiva 2001/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla sicurezza generale dei prodotti".
Nell'Allegato alla decisione sono stabiliti i requisiti generali di sicurezza (requisiti chimici, infiammabilità, imballaggio, identificazione del fabbricante e dell'importatore) e i requisiti specifici per ciascuna tipologia di seduta per bambini. Il documento analizza – tra gli altri – i pericoli di intrappolamento, di caduta e di soffocamento, l'integrità strutturale, i sistemi di aggancio ecc.
In particolare le norme tecniche europee dovranno stabilire i requisiti di sicurezza delle barriere laterali di girelli, seggioloni e rialzi per sedia che non devono in alcun modo permettere al bambino di scivolare lateralmente e cadere a terra.
Una volta aggiornate, queste norme dovrebbero essere inserite nel campo di applicazione del futuro regolamento europeo sulla sicurezza generale dei prodotti e pertanto garantiranno la presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza richiesti a livello UE.

Fonte UNI

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Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi

LPSIl Ministero del lavoro e delle politiche sociali sottolinea come a far data dal 1° giugno 2013 verrà meno la possibilità, per le aziende fino a 10 lavoratori, di autocertificare l’avvenuta effettuazione della valutazione dei rischi.
E’ necessario, quindi, che le aziende che fino ad oggi si siano avvalse della facoltà di “auto dichiarare” la valutazione dei rischi si muniscano di un vero e proprio documento di valutazione dei rischi.
A tale riguardo, è possibile utilizzare – quale strumento di ausilio ad un corretto adempimento degli obblighi di legge – le procedure di cui all’articolo 29, comma 5, del d.lgs. n. 81/2008.

Leggi le Procedure per la Valutazione dei Rischi

 

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Regione Campania. 30 milioni per il rilancio dei borghi rurali

PSR CampaniaIncentivare il turismo delle aree interne, puntando sulla riqualificazione e il recupero dei borghi rurali. La Regione Campania apre la misura 322 del Psr Campania 2007/2013 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi” mettendo sul piatto 30 milioni di euro distribuiti su tra quattro province: Avellino (12.812.491 euro), Benevento (3milioni di euro), Caserta (7.784.865) e Salerno (5.402.643).
Ai fini della partecipazione al bando, per borgo rurale si intende l’intero Comune oppure una parte delimitata di esso che abbia conservato l’impianto originario, le caratteristiche architettoniche e urbanistiche originarie e la propria identità culturale. In particolare, il borgo deve essere caratterizzato dalla presenza di un impianto urbanistico in cui i fabbricati non siano esteticamente e strutturalmente riferibili ad epoca recente e nel quale siano presenti elementi caratteristici dell’identità dei luoghi.
Ci si riferisce soprattutto ai materiali delle facciate e dei tetti, alle aperture (porte, finestre) agli elementi di ornamento e di decoro, tendendo in particolare considerazione la presenza di emergenze di rilievo (storico, culturali o naturali).
Termine ultimo di deposito dei documenti è il prossimo primo luglio, alle ore 12.

Scarica il D.D. n. 25 del 30/04/2013
Scarica la Misura 322

Fonte: Regione Campania

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Dal MISE aiuti alle PMI del tessile

TESSILEIl 9 Maggio 2013 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 6 marzo 2013, concernente le “modalità di selezione dei programmi delle Regioni italiane per la concessione di contributi di cui al comma 936, articolo 1, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007)”.
Il decreto disciplina i criteri, le condizioni e le modalità di attribuzione di alcune delle risorse del fondo “Made in Italy” che sono destinate “all’erogazione di contributi per la realizzazione di studi e ricerche dirette alla certificazione di qualità e di salubrità di prodotti tessili cardati realizzati con materie prime secondarie, che valorizzano la tipicità delle lavorazioni e le caratteristiche ecologiche dei relativi manufatti”.
In particolare il decreto prevede l’attribuzione delle risorse finanziarie alle Regioni e Province autonome che presentano programmi per la realizzazione di interventi a favore di imprese produttrici di prodotti tessili cardati, realizzati con materie prime secondarie così come definite dalla normativa vigente, mediante la concessione di contributi. I programmi di intervento presentati possono prevedere diverse tipologie di azioni volte a:

  1. incentivare la qualità e la salubrità dei prodotti cardati attraverso l’innovazione e la sostenibilità ambientale di processo e di prodotto;
  2. valorizzare i prodotti cardati attraverso l’ottenimento di marchi e/o certificazioni di qualità e di salubrità;
  3. promuovere i prodotti cardati sui mercati a seguito dell’ottenimento di marchi e/o certificazioni di cui la precedente punto b)

Nell’ambito della tipologia di azioni si è ritenuto opportuno vincolare i programmi Regionali all’obbligo di previsione dell’azione di valorizzazione dei prodotti cardati attraverso l’ottenimento di marchi e/o certificazioni di qualità e di salubrità.
Si sottolinea che ai sensi di quanto disposto dall’articolo 5 del medesimo decreto ai fini dell’ammissibilità, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano interessate a presentare detti programmi, sono invitate a farlo entro 60 giorni dalla data di pubblicazione. (Scadenza 8 luglio 2013)
Le risorse finanziarie disponibili ammontano a 2 milioni di Euro.

Leggi il Decreto

Fonte: Ministero Sviluppo Economico

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Chef a regola d'arte. Dall'UNI un progetto di norma

ChefDefinire e qualificare la figura professionale del cuoco o dello chef di cucina secondo parametri europei, in modo da garantire standard di qualità e ritrovare nella competenza e professionalità di questa figura un valido punto di riferimento. Perché,  per fare di questa professione un'opera d'arte, non tutto può essere improvvisato o affidato al talento, ma servono anche regole precise.
È l'obiettivo che si propone l'UNI sottoponendo all'inchiesta pubblica preliminare la proposta di mettere allo studio un progetto per definire i requisiti indispensabili - conoscenze, abilità e competenze - per essere uno chef a regola d'arte.
Perché in cucina ci vuole alchimia: non solo creatività ed estro ma anche una buona dose di metodologia. La ricetta che si propone non limita in alcun modo il talento e la componente artistica della professione, anzi la esalta perché riconosce la professionalità dello chef da una parte e garantisce uno standard di qualità dall'altra. Un modello che, aderendo al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework - EQF), può essere riconosciuto e garantito ovunque.
Col progetto U59568770, l'UNI intende definire i requisiti relativi all'attività professionale del cuoco professionista o chef che, oltre a sapere cucinare, deve avere determinate conoscenze, abilità e competenze. Attualmente, infatti, in molti settori della ristorazione non esistono specifici requisiti per operare come chef professionista. Stesso discorso per alcune cucine sperimentali dell'industria alimentare o in ambito della didattica tecnico-pratica della professione.
Lo scopo della norma è quindi quello di definire e qualificare l'attività professionale dei cuochi e poter dare certezze e garanzie di qualità a questo importante mercato. Ciò consentirebbe anche di aumentare il riconoscimento di questa appassionante professione e fornire le linee guida ai suoi protagonisti, per distinguersi da chi non fa di questo sogno un mestiere e avere cosi uno strumento strategico per posizionarsi in modo competitivo sul mercato. Infine la norma si pone come un utile aiuto per il legislatore, in un'ottica di complementarità tra la normazione tecnica volontaria e il settore cogente.
Ulteriori benefici al settore ristorativo commerciale potranno derivare, attraverso la norma, dalla tutela specifica di quella grande risorsa culturale ed economica che la cucina italiana rappresenta per il nostro paese e la sua promozione.

Fonte UNI

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Comitato Sicurezza UNI. Attivati due nuovi sottocomitati.

logo uniRecentemente riavviati i lavori del Comitato Sicurezza UNI, sotto il coordinamento del Presidente INAIL. In occasione di questa riunione è stata approvata l'attivazione dei due nuovi Sottocomitati "Security e sicurezza dei cittadini" e "Sicurezza finanziaria e previdenziale", che si vanno ad aggiungere ai già esistenti Sottocomitati "Salute e sicurezza sul lavoro" e "Sicurezza domestica e delle attività di tempo libero".
Creati con il compito di definire le linee di indirizzo su cui basare la programmazione dell’attività tecnico normativa, evidenziare gli argomenti di interesse o quelli non previsti dalla programmazione annuale delle Commissioni Tecniche UNI e degli Enti Federati e, infine, di valutare le richieste di esecuzione di lavori di normazione tecnica di particolare rilievo strategico, i due nuovi Sottocomitati si riuniranno il prossimo 12 giugno presso la sede UNI di Milano.
Il Sottocomitato "Security e sicurezza del cittadino" si occuperà di attività riguardanti i temi correlati alla protezione e sicurezza dei cittadini, con riferimento alla  sicurezza delle infrastrutture critiche, alla sicurezza stradale, alla sicurezza urbana, alla protezione da atti criminosi, ed alle misure di sicurezza sociale quali gli interventi di emergenza correlati a disastri naturali ed ambientali.
Il Sottocomitato "Sicurezza finanziaria e previdenziale" si occuperà, nell'ambito dei servizi bancari, assicurativi, finanziari e previdenziali, dei temi riguardanti la tutela e la protezione dell'utente (cittadino o impresa), anche con l'obiettivo di definire livelli di erogazione del servizio condivisi tra le parti e di promuovere al meglio la trasparenza dell'intera filiera, nonché di aumentare la consapevolezza del consumatore e delle organizzazioni attraverso strumenti di educazione finanziaria.
La partecipazione ai due Sottocomitati è aperta alle organizzazioni ed associazioni rappresentative di parti imprenditoriali e sociali interessate, alle Commissioni Tecniche UNI e gli Enti Federati interessati e ai rappresentanti dei Ministeri e delle Pubbliche Amministrazioni di competenza.
Le espressioni di interesse nonché le richieste di partecipazione ai lavori dovranno essere trasmesse entro il 4 giugno 2013 all'attenzione di:
Elena Mocchio, Funzionario Sviluppo Progetti
Direzione Relazioni esterne, sviluppo e innovazione
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fonte UNI

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Plastiche biodegradabili. Disponibile la norma UNI

PLAST BIODEGI materiali plastici biodegradabili sono da tempo una realtà commerciale. Nel settore agricolo le plastiche tradizionali (polietilene, polipropilene ecc.) sono utilizzate in svariate applicazioni quali i film plastici per la copertura del suolo per ridurre la presenza di erbe infestanti, i legacci e fermagli per sostenere le piante durante la crescita, i vasi per la vivaistica. Tutti prodotti che semplificano il lavoro quotidiano e talvolta favoriscono le produzioni ma che, al termine del loro uso, devono essere raccolti per evitare inquinamenti del terreno.
La norma UNI 11462 "Materiali plastici biodegradabili in suolo - Tipi, requisiti e metodi di prova" definisce le caratteristiche dei materiali plastici impiegati per preparare manufatti da utilizzare per lo più in campo agricolo che, a fine uso, possono essere lasciati sul o nel suolo e in questo ambiente biodegradati senza lasciare residui tossici.
Secondo la norma, i materiali plastici devono essere sottoposti a una serie di prove con le quali determinarne il contenuto di metalli pesanti, mostrare una biodegradazione almeno del 90%, mostrare che il materiale non rilascia sostanze tossiche nel suolo attraverso prove di ecotossicità.
La UNI 11462 si muove quindi in due direzioni: sul materiale, con la valutazione della biodegradabilità e il controllo dei metalli pesanti; sul suolo, dopo degradazione del materiale, per verificare eventuali effetti ecotossici.
La norma permette di caratterizzare in modo quantitativo le proprietà di biodegradazione in suolo delle plastiche, creando i presupposti per una verifica delle asserzioni riguardanti tali proprietà.

Fonte UNI

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