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Impianti termici degli edifici. Da ENEA le nuove Linee Guida per l'esecuzione degli accertamenti e delle ispezioni

verifica-impianti-termiciL'ENEA, da anni impegnata nell'attività di supporto e consulenza alle Regioni e alle Autorità competenti nell'attuazione della legislazione su esercizio, manutenzione e controllo degli impianti termici degli edifici, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico (MiSE) e con la collaborazione del Comitato termotecnico italiano (CTI), ha predisposto le "Linee guida per la definizione del Regolamento per l'esecuzione degli accertamenti e delle ispezioni sugli impianti termici degli edifici ai sensi del decreto legislativo 192/05 e ss.mm.ii. e del d.p.r. n. 74/2013" che vuole costituire un riferimento per le autorità competenti circa il delicato compito loro affidato.

Il contenuto del documento affronta gli aspetti procedurali che si instaurano tra utenti e autorità competente, quali le cadenze delle trasmissioni dei rapporti di efficienza energetica, le cadenze delle ispezioni, le modalità comportamentali e gli obblighi dei responsabili degli impianti termici e degli ispettori.

Suggerisce, inoltre, alle Regioni una possibile struttura delle tariffe, sia per la trasmissione dei rapporti di controllo di efficienza energetica che per le ispezioni. Contiene anche possibili modelli per le comunicazioni tra l'utente e l'autorità competente circa la nomina/cessazione del terzo responsabile, la nomina/cessazione dell'amministratore del condominio, la disattivazione dell'impianto, l'avvenuto adeguamento alle prescrizioni e la sostituzione del generatore di calore, e infine un promemoria circa gli adempimenti spettanti al responsabile, al terzo responsabile, al manutentore e al conduttore dell'impianto.

Per quanto riguarda le ispezioni il documento contiene due modelli di rapporto di prova, generatori a fiamma e macchine frigorifere, comprensivi delle istruzioni di compilazione.

AdA

Scarica le Linee Guida

Fonte ENEA

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Sicurezza. Nuova norma UNI sulle porte tagliafuoco/fumo

porte tagliafuocoIl Gruppo di lavoro UNISerramenti apribili resistenti al fuoco e a tenuta di fumo” ha prodotto un pacchetto di norme che regolamentano l’attività di manutenzione e posa in opera di porte tagliafuoco e per il controllo della dispersione di fumo.
La norma UNI 11473 "Porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo” è suddivisa in tre parti. La recentissima UNI 11473-2 "Requisiti dell’organizzazione che eroga il servizio di posa in opera e manutenzione" e la futura UNI 11473-3 “Requisiti di conoscenza, abilità e competenza dell’installatore e del manutentore” (ancora in via di definizione) vanno a completare la regolamentazione del settore iniziata con la UNI 11473-1Requisiti per l'erogazione del servizio di posa in opera e manutenzione” del 2013 che tratta gli aspetti legati ai requisiti per l’erogazione del servizio di posa e manutenzione delle porte tagliafuoco e per il controllo della dispersione di fumo.
Per la definizione del pacchetto normativo si è tenuto conto delle modalità operative riferite alle attività di posa in opera e attività di manutenzione e di gestione della relativa documentazione; si sono esaminati l’insieme dei processi che costituiscono il servizio di posa e/o manutenzione, descrivendo le attività preliminari di programmazione, organizzative e di complemento alla attività di cantiere; infine si sono considerati i requisiti di conoscenza, abilità e competenza dei posatori e manutentori.
Una volta definiti i requisiti del servizio di posa e manutenzione (UNI 11473 Parte 1), diventa conseguenziale regolamentare l’azienda che li eroga. La Parte 2 descrive le caratteristiche e i requisiti richiesti a una azienda che esegue il servizio di posa e manutenzione periodica delle porte tagliafuoco e a controllo fumo. La Parte 3 tratta in maniera specifica l’addestramento del personale che esegue il servizio, definendo i requisiti di conoscenza, abilità e competenza - in conformità all’EQF - relativi all’attività professionale dell’installatore e del manutentore di porte resistenti al fuoco e/o a controllo della dispersione del fumo.
Quando l’iter normativo sarà concluso, potremo vantare una regolamentazione del settore legato alle chiusure tagliafuoco che non ha precedenti nell’ambito normativo europeo; se l’Italia è arrivata prima, lo si deve probabilmente alle esigenze degli organi di controllo (VVFF) e alla necessità del settore di elevare il livello professionale delle aziende e degli operatori, che hanno determinato l’accelerazione necessaria per raggiungere l’obiettivo.

mb

Fonte UNI

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Esposizione al benzene: progetto di norma UNI sugli indicatori biologici in ambienti di lavoro

UNIScadrà il 24 novembre l'inchiesta pubblica finale UNI sul progetto di norma E0903Q510 elaborato da UNICHIM (Associazione per l'Unificazione nel settore dell'Industria Chimica) per la determinazione della concentrazione (µg/l) di acido trans, trans muconico (t,t-MA), utilizzato quale indicatore biologico d'esposizione al benzene in ambienti di lavoro.

UNI ricorda che il benzene è un inquinante classificato come cancerogeno sulla base di un’ampia letteratura. La valutazione del rischio derivante dall’esposizione a questa sostanza è quindi diventata un argomento d’interesse ampiamente diffuso sia per gli ambienti di vita che di lavoro.

Il Decreto 81/08 (il testo unico sulla sicurezza sul lavoro) fissa un valore limite di esposizione occupazionale al benzene, mentre gli indicatori biologici forniscono indicazioni sulla reale dose assorbita dall'organismo umano. Il monitoraggio biologico, quindi, assume un ruolo cruciale per la valutazione del rischio chimico da esposizione a benzene, perché consente di stimare la sua dose interna, misurando quantitativamente nella matrice urinaria i suoi metaboliti, che sono direttamente correlati alla dose assorbita.

Gli indicatori biologici forniscono indicazioni sulla reale dose assorbita dall’organismo umano. Il monitoraggio biologico, quindi, assume un ruolo cruciale per la valutazione del rischio chimico da esposizione a benzene, perché consente di stimare la sua dose interna, misurando quantitativamente nella matrice urinaria i suoi metaboliti, che sono direttamente correlati alla dose assorbita.

Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN, DIN, BSI, AFNOR, ecc.).

AdA

Scarica il Progetto di Norma E0903Q510

Fonte UNI

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Nuovo approccio per progettare e costruire. Nuovo dossier dall'UNI

BIMIl dossier vuole mettere in luce il nuovo approccio per progettare e costruire conosciuto con l'acronimo BIM. Il concetto di Building Information Modeling (BIM) risale agli anni ’70 ma deve la propria popolarità a due pubblicazioni del 1992 e del 2003. Si tratta di un processo che comprende rappresentazioni digitali delle caratteristiche fisiche e di funzionamento di un’opera, che genera modelli a supporto degli operatori della filiera delle costruzioni nella gestione di tutte le fasi del ciclo di vita dell’opera stessa.
Una rivoluzione culturale che vede UNI in prima linea fin dagli albori di tale cambiamento, fin dalla pubblicazione della norma UNI 11337 nel 2009, all'elaborazione delle sue specifiche tecniche attualmente in atto.
E' prevista altresì l'elaborazione di una specifica tecnica sui criteri applicativi di denominazione dei prodotti da costruzione, nonché la revisione della UNI 11337 sui criteri di codificazione di opere e prodotti da costruzione, attività e risorse - Identificazione, descrizione e interoperabilità.
Il BIM non è solo presente e futuro, ha un passato che risale all'immediato Dopoguerra, che basandosi sull'aspirazione di coniugare Architettura e Industria, ha coinciso con una idea processuale del Costruire.
La sua storia normativa, invece, risale alla seconda metà degli anni ’80 nel comitato di formazione internazionale per l’automazione industriale, in particolare nel settore dello scambio dei dati fra diversi sistemi CAD per la progettazione di parti e prodotti meccanici. Nonostante le prime difficoltà, il percorso normativo è proseguito a ondate fino ai giorni nostri, quando praticamente l’intero mondo manifatturiero adotta la norma ISO 10303 per la comunicazione delle informazioni di progetto.
Problemi simili a quelli riscontrati nei settori manifatturieri più avanzati hanno spinto a fondare un consorzio al quale hanno aderito da subito dodici aziende gravitanti nel settore delle costruzioni con il mandato di sviluppare un product model, simile a quello sviluppato dall'ISO/TC 184, specifico per il settore delle costruzioni, utile per gli operatori in tutto il ciclo di vita delle costruzioni dall’ideazione alla costruzione, dalla gestione alla ristrutturazione e/o dismissione.
Il protocollo nato è diventato nel 2013 la norma tecnica ISO 16739 Industry Foundation Classes (IFC) for data sharing in the construction and facility management industries.
E' a fronte del quadro normativo esistente sopra descritto che si sono sviluppati l'ISO/TC 59/SC13 e il nuovo CEN/BT/WG 215.
Al fine di mettere a regime il metodo di gestione dell’informazione nel settore è stata redatta la specifica norma UNI 11337:2009 Edilizia e opere di ingegneria civile. Criteri di codificazione di opere e prodotti da costruzione, attività e risorse. Identificazione, descrizione e interoperabilità, che può essere considerata in ambito nazionale il primo tentativo di uniformare le regole e i criteri da adottare per l’identificazione e la descrizione di soggetti, oggetti e azioni impiegati nella realizzazione di un’opera.

Scarica il Dossier

mb

Fonte UNI

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Sicurezza domestica. Corretto utilizzo del gas

GAS CUCINAUNI e CIG (Comitato Italiano Gas) vogliono sensibilizzare i cittadini sulle disposizioni e gli eventuali problemi riguardanti gli impianti a gas e gli apparecchi di utilizzazione, nel caso specifico le caldaie.
L'utilizzo del gas in ambiti domestici richiede infatti il rispetto delle norme e delle leggi vigenti ma soprattutto buonsenso e responsabilità da parte degli utenti. Anche nell’utilizzo del gas bisogna rispettare alcune buone abitudini: semplici azioni quotidiane che, debitamente e regolarmente eseguite, si dimostrano utili per la sicurezza propria e altrui.

Prima di uscire di casa
Quando si esce di casa, anche per brevi periodi, è consigliabile chiudere la valvola del contatore o quella di ingresso della tubazione di alimentazione del gas nei locali di abitazione o quella della bombola, quando non si utilizzano gli apparecchi.

In cucina
Acquistare piani di cottura provvisti del dispositivo di sicurezza (la cosiddetta termocoppia). Non allontanarsi dalla cucina lasciando cibi in cottura sul fuoco. Evitare di riempire troppo le pentole. La fuoriuscita di liquidi in ebollizione, infatti, può causare lo spegnimento della fiamma ed originare gravi incidenti.

Per accendere un bruciatore del piano di cottura, qualora non equipaggiato con un dispositivo apposito, è consigliata la procedura seguente:
1. accendere il fiammifero;
2. accostare il fiammifero acceso al bruciatore;
3. aprire il rubinetto del gas.
Se, infatti, si eseguono le operazioni in ordine inverso, è possibile che, dopo aver aperto il rubinetto, intervenga qualche elemento di distrazione (es. squilla il telefono o suonano alla porta), cosicché la successiva accensione del fiammifero può produrre gravi conseguenze.

L'impiego di un rilevatore di gas, installato secondo la norma UNI 11522, può contribuire, con funzioni aggiuntive ma non sostitutive, alla sicurezza di impiego del gas combustibile, mediante una funzione di rivelamento e segnalazione ottica/acustica della presenza di gas. Tutti gli apparecchi di utilizzazione devono essere dotati di dispositivi di sorveglianza di fiamma per bloccare la fuoriuscita del gas in caso di spegnimento della stessa.

Cosa fare se si avverte odore di gas
Il gas viene odorizzato come prevede la legge, in conformità alle specifiche norme tecniche UNI, affinché sia possibile individuare prontamente le dispersioni e consentire le opportune azioni di pronto intervento. In caso si avverta odore di gas, bisogna prontamente chiamare, da un telefono esterno all’abitazione dove si avverte l’odore, l'Azienda preposta alla distribuzione del gas combustibile (si consiglia di tenere in evidenza il numero del pronto intervento), evitando di accendere luci o azionare macchinari alimentati elettricamente. Successivamente, se del caso, si deve predisporre per un'immediata verifica del proprio impianto chiamando un tecnico abilitato.
I numeri di pronto intervento dell'Azienda di distribuzione sono riportati sulla bolletta che la Società di vendita del gas manda ai clienti. Nel caso si abbia coscienza di una dispersione importante, si consiglia di chiamare anche i Vigili del Fuoco.

Gli apparecchi alimentati a gas e i loro accessori devono obbligatoriamente recare la marcatura "CE", apposta sotto responsabilità del fabbricante. Solo così si avrà la certezza di acquistare apparecchi sicuri e che oltre a rispettare ambiente e salute, garantiscono le condizioni di sicurezza nel loro utilizzo e il corretto rendimento in termini di prestazioni.

E inoltre: Continua sul sito dell'UNI

mb

Fonte UNI

 

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Progetto “Vivaio delle abilità e delle attività femminili”. Bando di selezione

vivaio donnaIl progetto Vivaio donna, promosso dall’Assessorato allo Sviluppo e alle Attività Produttive del Comune di Napoli, prevede la selezione di 100 donne residenti a Napoli che hanno interesse a creare un’impresa o a consolidare un’impresa già costituita nel settore della moda e dell’artigianato. L’avviso pubblico di manifestazione di interesse pubblicato il 6 Ottobre scorso, consultabile anche sul sito del Comune di Napoli, si chiuderà il 5 dicembre 2014.

Il progetto sarà inoltre corredato da una fase di ricerca e analisi del sistema produttivo campano con l’obiettivo di ricercare le peculiarità, i punti di forza ed i punti di debolezza dell’economia locale in comparazione con le dinamiche nazionali, europee e internazionali e con particolare riferimento ai settori della moda e dell’artigianato artistico.

Obiettivo del VIVAIO è valorizzare i talenti artistici e le abilità artigianali delle donne, condotte a livello amatoriale e/o professionale, nella filiera della MODA, DESIGN E ARTIGIANATO ARTISTICO le cui possibilità di sviluppo produttivo sono limitate da carenti capacità manageriali, estraneità ai circuiti commerciali, difficoltà di accesso al credito.

A tal fine, il Vivaio offre attività di consulenza, assistenza e accompagnamento allo sviluppo imprenditoriale.

In sintesi, alle donne che intendono partecipare a Vivaio, saranno offerti gratuitamente, grazie alla consulenza di esperti del settore, i seguenti servizi:

  • consulenza esperta per la progettazione e definizione dell’idea imprenditoriale (a partire dal prodotto di propria creazione);
  • consulenza e supporto per il consolidamento di impresa (in fase di start up da non più di 36 mesi);
  • percorsi personalizzati di sviluppo e sostegno di progetti d’impresa fino all’accompagnamento alla promozione commerciale del prodotto (business planning, gestione economico -finanziaria; product marketing, studio di modelli di cooperazione tra imprese; forme giuridiche di impresa e verifiche di fattibilità; comunicazione di impresa: WEB marketing e social media; introduzione all’ICT, al sistema operativo e internet; applicativi per l’e-commerce,…);
  • utilizzo di strumenti strategici per l’innovazione e l’internazionalizzazione: applicazione delle nuove tecnologie al ciclo produttivo e innovazione digitale nei processi di progettazione, fabbricazione e distribuzione (assistenza nel FabLab – stampante 3D,… );
  • supporto tecnico per l’accesso al credito e alle opportunità di finanziamento (es. microcredito, imprenditoria giovanile e femminile, start up di impresa, fondo di garanzia, prestito d’onore, prestito partecipativo, crowdfunding, …);
  • pubblicità e promozione commerciale prodotto con la partecipazione a: fiere del settore, eventi, show room e sfilate, stand promozionali, e spazi su vetrine digitali per l’e-commerce;
  • contatti e networking con imprese di successo e marchi famosi nel mondo della moda e del design.

AdA

Scarica il Bando di selezione

Presentazione progetto VIVAIO - Open day

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RSI. Confermata la validità della ISO 26000 per altri tre anni

26000 rsiLa norma sulla responsabilità sociale, la ISO 26000, ha ormai alle spalle quasi quattro anni di applicazione (è stata infatti pubblicata nel novembre del 2010). Come noto essa fornisce una guida, adatta a tutti i tipi di organizzazione, per la corretta gestione di quelle attività che concorrono a una efficace politica di responsabilità sociale.
La ISO 26000, come tutte le norme, è stata sottoposta all'inizio dell'anno a un processo di revisione sistematica per verificarne, come da prassi, la coerenza dei contenuti con le attuali esigenze della società e del mercato. Gli enti nazionali aderenti a ISO in tutto il mondo hanno, infatti, votato sulla conferma della norma, la sua soppressione o la sua modifica.
Questa periodica attività di revisione (che avviene ogni 3/5 anni dalla pubblicazione) ha dato esito positivo. Dopo un’attenta valutazione, infatti, il 70 % degli enti nazionali ha espresso il proprio voto riconfermando la norma ISO 26000 nella sua versione attuale per altri tre anni.
«E' un risultato importante» afferma Ornella Cilona, Presidente della Commissione Tecnica UNI "Responsabilità sociale delle organizzazioni" «che conferma l'importanza di questa norma, riconosciuta anche dalla Commissione europea come uno dei più importanti strumenti internazionali nel campo della sostenibilità sociale e ambientale.»
Ricordiamo che la UNI ISO 26000 fornisce concetti, termini e definizioni relativi alla responsabilità sociale, definisce principi e pratiche ad essa relativi e ne illustra temi fondamentali e aspetti specifici, fornendo ad esempio indicazioni per l'identificazione e il coinvolgimento degli stakeholder e mettendo in luce l’impatto delle decisioni e delle attività da intraprendere da parte di un’organizzazione nel contesto sociale. Sono sette gli ambiti di responsabilità sociale declinati dalla UNI ISO 26000: governance dell'organizzazione, diritti umani, rapporti e condizioni di lavoro, ambiente, corrette prassi gestionali, rapporto con i consumatori, coinvolgimento e sviluppo della comunità.

mb

Fonte UNI

 

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Siglato un accordo quadro tra UNI e CNR

nicolais torretta firma2014UNI e CNR insieme per arricchire e implementare i contenuti della normazione tecnica. E' questo lo scopo dell'accordo quadro firmato oggi presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche. I presidenti dell'UNI Piero Torretta e del CNR Luigi Nicolais siglano un’intesa che porterà un significativo valore aggiunto all'elaborazione delle norme tecniche e delle prassi di riferimento UNI
Questo accordo - che avrà una durata di cinque anni - adempie a una delle richieste del Regolamento UE 1025/2012 che, all'articolo 5 comma 2, richiede che "…le organizzazioni europee di normazione incoraggiano e facilitano un'adeguata rappresentanza, a livello tecnico, di imprese, centri di ricerca, di università….".
L'accordo quadro tra UNI e CNR ha l'obiettivo principale di aumentare il potenziale di innovazione della normazione. Le norme tecniche volontarie hanno infatti l'indiscutibile vantaggio di mettere in contatto il mondo della ricerca con quello delle imprese, favorendo il trasferimento tecnologico verso le microimprese e le PMI che altrimenti avrebbero maggiori difficoltà a "fare innovazione". Spesso infatti l'utilizzo delle norme tecniche rappresenta la prima forma di innovazione delle imprese più piccole. Il ruolo delle norme tecniche si consolida quindi non solo come strumento di garanzia di qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente di prodotti, processi e servizi ma anche come promotore dell’innovazione.
L'accordo, inoltre, potrà creare sinergie significative a livello di sviluppo economico: il contributo della normazione tecnica all'aumento del PIL nei Paesi in cui l'applicazione è più diffusa e consolidata è stato infatti quantificato tra lo 0,3% e lo 0,8%, per un valore di oltre 17 miliardi di euro in Germania.
Le iniziative e i programmi congiunti che saranno avviati dalle due istituzioni riguarderanno in particolare:

  • lo sviluppo di attività di ricerca pre-normativa e normativa,
  • la divulgazione di conoscenze tecnico-scientifiche e della cultura della normazione,
  • lo scambio di informazioni, di idee e di esperienze,
  • la promozione ed il coordinamento della partecipazione, anche a livello europeo ed internazionale, del personale tecnico-scientifico del CNR alle attività di ricerca pre-normativa e a quelle di normazione.

Per realizzare queste iniziative e per concretizzare la sinergia tra le due organizzazioni, nasce un Comitato ad hoc all'interno del CNR, con il compito di scegliere il personale tecnico-scientifico che partecipa alle attività di normazione svolte dall’UNI, sia nell’ambito delle commissioni tecniche nazionali che a livello europeo nel CEN e internazionale nell’ISO. Il Comitato è composto dai due rappresentanti CNR già presenti nel Consiglio Direttivo UNI, da un rappresentante della Direzione Centrale Supporto alla Rete Scientifica e Infrastrutture (DCSRSI), da un rappresentante del Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l'Energia e i Trasporti (DIITET).

mb

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Verifiche attrezzature di lavoro. Nuovo elenco dei verificatori

ATTREZZATURESi amplia la platea degli operatori abilitati alle verifiche delle attrezzature di lavoro soggette ai controlli preventivi e periodici di sicurezza sul lavoro.

Con il decreto direttoriale (Lavoro, Salute e Sviluppo) del 29 settembre scorso annunciato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 3 ottobre, è stato completato il quadro normativo previsto dall'articolo 71, comma 11, del DLgs 81/08 (Testo unico sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro) che prevede l'obbligo da parte del datore di lavoro di sottoporre le attrezzature, riportate nell'allegato VII al TU, a verifiche periodiche per valutarne l'effettivo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza.

In base a quanto stabilito dall'articolo 32, comma 5, del decreto legge del "Fare" (69/2013), come corretto dall'articolo 7, comma 9-quinquies del decreto legge 101/2013, per la prima verifica il datore di lavoro si avvale dell'Inail nel termine di 45 giorni dalla richiesta. Decorso inutilmente tale scadenza il datore può avvalersi, a propria scelta, di altri soggetti pubblici o privati abilitati. Le successive verifiche periodiche sono effettuate su libera scelta dalle Asl o, ove ciò sia previsto con legge regionale, dall'Arpa o dai soggetti pubblici o privati abilitati.

Sempre l'articolo 71 ha previsto che lo stesso Inail possa avvalersi del supporto di soggetti pubblici o privati abilitati e che, in ogni caso, le spese per le verifiche sono a carico del datore di lavoro. Da qui i decreti attuativi per determinare le modalità per l'inserimento dei professionisti nel relativo albo e la pubblicizzazione dello stesso.

Con il decreto del 29 settembre, che riporta l'elenco nazionale completo dei soggetti abilitati, viene stabilito che l'iscrizione ha validità quinquennale a decorrere dalla data di abilitazione. Questi hanno l'obbligo di riportare in un apposito registro informatizzato copia dei verbali delle verifiche effettuate nonché il regime (affidamento diretto da parte del datore di lavoro o del titolare della funzione), data del rilascio, data della successiva verifica periodica, datore di lavoro, tipo di attrezzatura con riferimento all'allegato VII del Tu, costruttore, modello e numero di fabbrica o di matricola e, per le attrezzature certificate Ce da parte di organismi notificati, il relativo numero di identificazione.

Tutti gli atti documentali relativi all'attività di verifica dovranno essere conservati per almeno dieci anni, mentre i verbali di ciascuna verifica devono essere tenuti sul posto di lavoro a disposizione dell'organo di vigilanza.

Il registro informatizzato deve essere trasmesso ogni tre mesi per via telematica al soggetto titolare della funzione di verifica: Inail, per la prima; Asl o Arpa per quelle successive.

Poiché il legislatore non dà alcuna indicazione circa il termine entro cui il datore di lavoro deve effettuare la richiesta all'Inail, si ritiene che tale termine possa identificarsi con quello indicato, per ciascuna attrezzatura, nell'allegato VII del Testo unico.

AdA

Scarica il Decreto 29 settembre 2014

Fonte Il Sole 24 Ore 275/14

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Bonifiche dei SIN. Credito d'imposta per le imprese

sinÈ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n.229 del 2-10-2014) il decreto 7 agosto 2014 del Ministero dello Sviluppo economico (MISE) sull'istituzione di un credito d'imposta per le imprese sottoscrittrici di accordi di programma nei Siti inquinati di Interesse Nazionale (SIN).

Il decreto attua quanto previsto dal Dl 145/2013, convertito in legge 9/2014 e determina le modalità per ottenere i benefici. Due le condizioni: l'impresa deve essere titolare o interessata alla bonifica e riconversione industriale di un sito inquinato di interesse nazionale e deve avere firmato con il MiSE un "accordo di programma" ai sensi dell'articolo 256-bis, Dlgs 152/2006, che individua gli impegni di messa in sicurezza, bonifica, monitoraggio, controllo e relativa gestione, e di riparazione. La misura coinvolge i siti nazionali in esercizio e quelli dismessi.

Il credito d'imposta, usabile solo in compensazione, è per l'acquisto di beni strumentali nuovi (fabbricati, macchinari e veicoli industriali, software e brevetti) effettuato dopo la firma dell'accordo di programma. Le unità produttive devono essere nei SIN situati nelle "aree svantaggiate" ai sensi delle norme Ue, o in altre aree nel caso titolare sia una PMI.

AdA

Scarica il Decreto 07/08/2014

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