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Impianti a gas. Disponibile il manuale applicativo della UNI 11528

copertina-per-pubblicita ridLa pubblicazione della norma UNI 11528:2014 Impianti a gas di portata termica maggiore di 35 kW. Progettazione, installazione e messa in servizio, rappresenta una vera pietra miliare nella normazione tecnica rivolta ai gas combustibili, andando a coprire gli impianti alimentati a gas con portata termica nominale maggiore di 35 kW e colmando così un vuoto normativo che perdurava da oltre quarant’anni.
Il manuale è stato progettato per essere uno strumento di supporto, pronto e pratico da consultare, per la corretta applicazione della norma UNI 11528:2014. Come tale è uno strumento indispensabile e prezioso, per tutti coloro che a vario titolo operino con impianti del genere considerato, inclusi i rappresentanti di funzioni istituzionali.
La norma UNI 11528:2014 stabilisce i criteri per la progettazione, l’installazione e la messa in servizio degli impianti civili extradomestici alimentati a gas, della 1a, 2 a e 3a famiglia, di cui alla UNI EN 437, con pressione non maggiore di 0,5 bar asserviti ad apparecchi singoli aventi portata termica nominale maggiore di 35 kW, nonché alla installazione di apparecchi installati in batteria o in cascata qualora la portata termica complessiva risulti maggiore di 35 kW.
Si applica anche ai rifacimenti di impianti civili extradomestici o di parte di essi e, inoltre, ai collettori di evacuazione dei prodotti della combustione atti a raccogliere e convogliare verso un camino/condotto intubato i prodotti della combustione provenienti da due o più apparecchi similari con potenza complessiva maggiore di 35 kW, anche se non installati in batteria.
Rientrano nell’ambito di applicazione della presente norma gli impianti civili extradomestici alimentati a gas asserviti agli impianti di climatizzazione di edifici ed ambienti e agli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria. Sono esclusi dall’ambito applicativo della norma gli impianti a gas realizzati specificatamente per essere inseriti in cicli di lavorazione industriale e quelli trattati dalla norma UNI 8723.

Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN, DIN, BSI, AFNOR, ecc.).

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mb

Fonte UNI

 

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Impianti fotovoltaici: rimodulate le tariffe incentivanti

impianti-fotovoltaiciÈ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 248 del 24 ottobre il Decreto Ministero dello Sviluppo Economico 17 ottobre 2014Modalità per la rimodulazione delle tariffe incentivanti per l’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici, in attuazione dell’articolo 26, comma 3, lett. b) del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116“.

Il Decreto definisce le percentuali di rimodulazione degli incentivi che dall’1 gennaio 2015 saranno applicati agli impianti fotovoltaici di potenza incentivata superiore a 200 kW per i proprietari di impianti che aderiranno all’opzione. Le nuove tariffe incentivanti vengono rimodulate secondo specifici fattori di calcolo.

Al fine di rendere più semplice la visualizzazione delle percentuali di rimodulazioni che spetta a ogni impianto, il GSE ha pubblicato le tabelle dei fattori moltiplicativi (1- Xi) stabilite sulla base del periodo residuo di diritto agli incentivi (espresso in anni e mesi approssimati per difetto, calcolati a decorrere dal 31 dicembre 2014).

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Scarica le tabelle di calcolo

Scarica il Decreto 17 ottobre 2014

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Prestazioni energetiche edifici, le nuove norme UNI/TS 11300-1 e 2

ape-attestato-prestazione-energetica-edificiCome anticipato in aprile, sono state pubblicate dall’UNI, Ente Italiano di Normazione, le nuove norme UNI/TS 11300, parte 1 e 2, sulle prestazioni energetiche degli edifici su cui si basa la metodologia di calcolo per la redazione dell'attestato di prestazione energetica.

Dalla data di pubblicazione (2 ottobre 2014) entra in vigore la nuova metodologia di calcolo, che apporta notevoli variazioni rispetto alla versione precedente.

Tra le maggiori novità introdotte dalle norme tecniche c’è una notevole riduzione dei dati per cui è possibile utilizzare valori precalcolati al posto di quelli rilevati in campo e/o a progetto. In particolare, questo aspetto tocca il calcolo dei ponti termici: a causa della sempre maggiore importanza che assume la presenza dei ponti termici, soprattutto nell’ottica di avere sul mercato sempre più edifici con involucri ad elevate prestazioni energetiche, non è più consentito l’utilizzo di maggiorazioni percentuali in sostituzione del calcolo analitico.

Inoltre, se i certificatori vogliono avvalersi, nel caso di edifici esistenti, della determinazione semplificata della trasmittanza termica, basata sull’abaco delle strutture murarie più diffuse in Italia, devono far riferimento ad una terza norma tecnica: la nuova UNI TR 11552:2014, l’“Abaco delle strutture costituenti l’involucro opaco degli edifici. Parametri termofisici”.

La nuova metodologia di calcolo, a fronte di un maggior numero e dettaglio di dati di input, è in grado di fornire un risultato maggiormente accurato in termini di calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione degli edifici. Variano in modo sostanziale, infatti, le procedure di calcolo delle dispersioni termiche per ventilazione e degli apporti interni e solari.

In particolare, la portata d’aria di ventilazione è calcolata applicando un fattore di correzione alla portata minima necessaria a garantire una qualità dell’aria interna accettabile (sulla base di quanto richiesto dalla norma tecnica UNI 10339). Si segnala che nel caso degli edifici residenziali tale variazione procedurale non porta a sostanziali variazioni nei risultati di calcolo.

Inoltre viene introdotto il calcolo del fabbisogno di energia termica latente (connesso al contenuto di energia immagazzinato dal vapore presente nell’aria di ventilazione/infiltrazione e prodotto da sorgenti interne quali le persone e le apparecchiature), di cui non si teneva conto nella versione precedente delle norme.

Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN, DIN, BSI, AFNOR, ecc.).

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Agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie

cop guida ristrutturazioniedilizieL’Agenzia delle Entrate – Settore Comunicazione, Ufficio Comunicazione multimediale e internet, ha pubblicato lo scorso settembre la guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” che intende fornire al consumatore le indicazioni utili per richiedere correttamente il beneficio fiscale, illustrando modalità e adempimenti.
Al capitolo “Altre spese ammesse all’agevolazione”, vengono citate le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi del DM 37/2008 - regolamento concernente le disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici,  ex legge 46/90 (impianti elettrici) - e delle norme UNI, elaborate dal CIG-Comitato Italiano Gas per gli impianti a metano (legge 1083/71 “Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile”).
La detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione edilizia è disciplinata dall’art. 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi). Dal 1° gennaio 2012 l’agevolazione è stata resa permanente dal decreto legge n. 201/2011.
Negli ultimi anni la normativa che regola la materia è stata più volte modificata. Le novità più recenti sono state introdotte:

  • dal decreto legge n. 83/2012, che ha elevato, per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013, la misura della detrazione (50%, invece di quella ordinaria del 36%) e l’importo massimo di spesa ammessa al beneficio di 96.000 euro per unità immobiliare
  • dal decreto legge n. 63/2013, che ha esteso i maggiori benefici anche alle spese effettuate entro il 31 dicembre 2013
  • dalla legge n. 147/2013 (legge di stabilità 2014), che ha prorogato al 31 dicembre 2014 la possibilità di usufruire della maggiore detrazione Irpef (50%), sempre con il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, e stabilito una detrazione del 40% per le spese che saranno sostenute nel 2015.

Dal 1° gennaio 2016 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.

Scarica la Guida

mb

Fonte UNI

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Cantieri temporanei o mobili. Nuovi Quaderni Tecnici INAIL per la sicurezza

Quaderni tecnici inailL’INAIL ha pubblicato una nuova serie di documenti, “I Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili”, con l’obiettivo di accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili.

Forniscono informative basate su leggi, circolari, norme tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e perfezionare metodologie operative per il miglioramento delle misure di prevenzione contro i rischi professionali.

I Quaderni sono rivolti a coloro che operano nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili rappresentando un agile strumento sia per l’informazione e la formazione dei lavoratori sia per il miglioramento dell’organizzazione delle piccole e medie imprese.

Gli argomenti trattati nei Quaderni sono:

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Fonte: INAIL

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Conservazione dei beni culturali. Pubblicata la UNI EN 15758

BENI CULTURALII beni culturali, per la delicatezza e la vulnerabilità dei materiali di cui sono composti, richiedono particolari attenzioni e strumenti per misurarne la temperatura.
La UNI EN 15758Conservazione dei beni culturali - Procedure e strumenti per misurare la temperatura dell’aria e quella della superficie degli oggetti” specifica come va misurata la temperatura dell’aria ai fini conservativi, e soprattutto come va misurata la temperatura della superficie degli oggetti che costituiscono il patrimonio culturale tangibile. Il documento sviluppa in campo europeo i concetti base introdotti dalla UNI 11120, ritirata per evitare sovrapposizioni. La UNI EN 15758:2010 è un po’ più ricca di particolari avendo giovato del più recente progresso della ricerca e della tecnologia e del più vasto contesto europeo: la parte delicata e innovativa sta nel come debba esser rilevata la temperatura della superficie di un bene culturale, qualunque esso sia, senza alcun rischio di danneggiarlo e, possibilmente, senza nemmeno sfiorarlo.
La conoscenza e il controllo della temperatura sono essenziali al fine della conservazione, sia ai fini diagnostici sia ai fini di realizzare le condizioni microclimatiche necessarie alla conservazione. Una volta stabilito il microclima desiderato, ci si può avvalere di due norme specifiche che indicano come vanno misurate le variabili in gioco a partire dalla temperatura (UNI EN 15758:2010) e dall’UR (UNI EN 16242:2012).
Per la misurazione della temperatura, tre sono le metodologie possibili: con termometri con sensori a contatto, con termometri che si basano sulla radiazione infrarossa (IR) emessa dall’oggetto in esame e permettono misurazioni a distanza, con termometri a quasi-contatto che raccolgono la radiazione totale (diretta e diffusa) IR emessa dall’oggetto in esame.

mb

Fonte UNI

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Sostenibilità ambientale nelle costruzioni. Presto dall'UNI una nuova Prassi di Riferimento

SOST EDILIZIARecentemente approvato il progetto di prassi di riferimento UNI dal titolo “Sostenibilità ambientale nelle costruzioni – Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità”.
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e ITACA, l’Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e Compatibilità Ambientale, illustra - nella Sezione 0 di inquadramento generale - i principi metodologici e procedurali che sottendono al sistema di analisi multicriteria per la valutazione della sostenibilità ambientale, ai fini della classificazione degli edifici attraverso l’attribuzione di un punteggio di prestazione.
La Sezione 1 della prassi di riferimento specifica invece i criteri per la valutazione di sostenibilità ambientale e il calcolo del punteggio di prestazione degli edifici residenziali. Output dell’attività condotta per il calcolo del punteggio di prestazione è la “relazione di valutazione”, effettuata su un singolo edificio e la sua area esterna di pertinenza e contenente gli esiti della valutazione rispetto ai criteri presi in considerazione.
L’attività di elaborazione della prassi di riferimento, coordinata da UNI, ha visto il contributo degli esperti di ITACA, attraverso i rappresentanti delle Regioni, iiSBE Italia, CTI, Politecnico di Torino, Politecnico delle Marche e Sapienza Università di Roma; il progetto è ora sottoposto alla fase di consultazione pubblica, con scadenza 19 novembre, al fine di raccogliere osservazioni da parte del mercato.
Il processo di valutazione definito dalla prassi di riferimento si fonda sul Protocollo ITACA, uno strumento per la valutazione e certificazione del livello di sostenibilità ambientale di edifici di diverse destinazioni d’uso. Il Protocollo è promosso dalle Regioni Italiane e gestito da uno specifico comitato di gestione che oltre, a rappresentanti di queste ultime e di ITACA, ha visto la partecipazione di iiSBE Italia e di ITC-CNR. Si ricorda che il Protocollo ITACA si fonda sullo strumento SBTool, sviluppato nell’ambito del processo di ricerca Green Building Challenge, coordinato dall’organizzazione no profit iiSBE (International iniziative for a Sustainable Built Environment), e scelto nel 2002 come riferimento dalle Regioni Italiane.
La prassi di riferimento per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici è sviluppata coerentemente con le norme europee sulla valutazione della sostenibilità nelle costruzioni, in particolare con le norme predisposte dal Comitato Tecnico CEN/TC 350 che ha elaborato una serie di norme a livello sia di edificio sia di prodotto edilizio.
Si ricorda che le prassi di rifermento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva ai mercati in cambiamento.

mb

Fonte UNI

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Requisiti delle figure professionali che operano sugli impianti a gas. Pubblicata la UNI/PdR 11:2014

impianti-gasCome avevamo anticipato in settembre, UNI ha pubblicato la prassi di riferimento "Raccomandazioni per la valutazione di conformità di parte terza ai requisiti definiti dalla UNI 11554 'Attività professionali non regolamentate - Figure professionali operanti sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza'.

Il documento, frutto della collaborazione tra UNI, CIG – Comitato Italiano Gas e ACCREDIA, fornisce raccomandazioni per la valutazione di conformità di parte terza (certificazione) ai requisiti delle figure professionali che operano sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione, ossia che:

  • progettano, installano, rimuovono, ispezionano, sottopongono a collaudo, prova o verifica, mettono in servizio, mantengono in stato di sicuro funzionamento gli impianti alimentati a gas;
  • scelgono, installano, rimuovono, sottopongono a prova o verifica, mettono in servizio, manutengono gli apparecchi a gas e loro componenti, secondo quanto definito nella UNI 11554.

La prassi di riferimento è stata elaborata per fornire una serie di indicazioni di carattere applicativo in relazione alla norma UNI 11554:2014, elaborata nel quadro della Legge n.4/2013, e in considerazione della necessità di garantire delle pratiche di certificazione che diano assicurazione della validità degli interventi sul mercato a tutela del sistema della distribuzione del gas e dell’utenza.

Il documento specifica in modo puntuale degli elementi comuni per la trasparenza e l’uniformità dei processi di certificazione del personale (volontari) secondo la UNI CEI EN ISO/IEC 17024.

La UNI/PdR è stata strutturata in modo analogo alla norma UNI di riferimento, evidenziando gli aspetti operativi tipici del percorso di certificazione con dettagli relativi ai requisiti di accesso, alle procedure di esame (prova scritta, prova pratica e simulazione di situazioni reali operative) e al mantenimento e rinnovo della certificazione dei professionisti – che secondo la UNI 11554 sono distinti in tre differenti profili specialistici: Responsabile tecnico (Profilo A); Installatore (Profilo B) e Manutentore (Profilo C). Con riferimento alla certificazione del profilo professionale, la UNI/PdR 11:2014 specifica che il soggetto interessato può richiedere la certificazione di più profili professionali previsti dalla norma UNI 11554 (per esempio A+B, A+C, A+B+C, B+C).

Si ricorda che le prassi di riferimento non sono norme ma documenti, al servizio della normazione stessa e del mercato, che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di elaborazione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI.

Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN, DIN, BSI, AFNOR, ecc.).

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Scarica la UNI/PdR 11:2014

Fonte UNI

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Deposito di rifiuti: la Cassazione chiarisce le differenze fra le ipotesi di reato

stoccaggio rifiutiCon la sentenza n° 15659/2014, la Corte di Cassazione ha ribadito che, secondo l'attuale giurisprudenza, c'è una chiara differenza fra le varie ipotesi di reato in materia di deposito dei rifiuti, (art. 1, D.Lgs. n. 152/06); pertanto, si chiariscono le fattispecie di deposito temporaneo, di deposito preliminare o stoccaggio e di deposito incontrollato o abbandono di rifiuti.

Deposito temporaneo
Per quanto riguarda la configurabilità del deposito temporaneo ci deve essere la presenza di un raggruppamento di rifiuti effettuato nel luogo della loro produzione, prima della raccolta, intendendo per essa le operazioni di prelievo, cernita e raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto; tale deposito è considerato lecito se vengono rispettate le condizioni, anche di durata temporanea e di altro genere connesse alla natura dei rifiuti, previste dal D.Lgs. n. 22 del 1997, art. 6, lett. m).

La Cassazione, con la sentenza 28 febbraio 2012, n. 13361, relativamente alla nozione di deposito temporaneo, ricorda che la norma (art. 183, comma 1, D.Lgs 152/06), prevede requisiti specifici: il produttore infatti può scegliere alternativamente tra il limite quantitativo e quello temporale ma in ogni caso il deposito temporaneo non può essere protratto oltre l'anno.
Se si prescinde anche da uno solo dei requisiti richiesti dalla norma, il deposito temporaneo non è ravvisabile, e il deposito (o meglio: l'ammasso) dei rifiuti si delinea come gestione illecita dei rifiuti medesimi.

Deposito preliminare
Nel caso tali condizioni non vengano rispettate, il deposito temporaneo va qualificato come "deposito preliminare", o stoccaggio, attività per la quale sono necessarie l'autorizzazione o la comunicazione in procedura semplificata, previste dal citato D.lgs., in difetto delle quali il deposito integra un reato.

Deposito incontrollato
Infine, ricorre il reato di deposito incontrollato di rifiuti nel caso di stoccaggio e smaltimento di materiali eterogenei ammassati alla rinfusa, senza alcuna autorizzazione, su un'area rientrante nella disponibilità dell'imputato (Sentenza n. 15593/2011). Data tale distinzione, emerge che lo stoccaggio provvisorio, inteso come accantonamento di rifiuti in attesa del loro riutilizzo o smaltimento, è stato equiparato, sul piano sanzionatorio, alla fattispecie criminosa del deposito incontrollato o abbandono di rifiuti in via definitiva, costituendo anche lo stoccaggio un reato ove esso venga effettuato senza le prescritte autorizzazione di legge.

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Sistemi tubazioni multistrato. Pubblicata la UNI 11344

tubi multistratoÈ stata recentemente pubblicata la norma UNI 11344Sistemi di tubazioni multistrato metallo-plastici e raccordi per il trasporto di combustibili gassosi per impianti interni”, che specifica le caratteristiche delle tubazioni multistrato e raccordi idonei alla realizzazione di impianti interni per il trasporto di combustibili gassosi alimentati da reti di distribuzione, con pressione massima di esercizio di 0,5 bar e temperatura di esercizio da -20 °C a 70 °C.
Con questa norma l’Italia fornisce un valido riferimento e risulta essere all’avanguardia nel settore dei sistemi multistrato. Tali sistemi, sconosciuti dal punto di vista normativo fino al 2000, si pongono all’attenzione di un mercato in cerca di alternative ai materiali tradizionalmente utilizzati e lo fanno formalmente nel modo più corretto, con la legittimazione normativa, fondata sulla migliore esperienza tecnica di tutto il settore, a tutto vantaggio della sicurezza dei prodotti stessi e quindi degli utenti.
Dal punto di vista dei contenuti la UNI 11344 è basata sulla precedente UNI 10954; fin dall’inizio l’intento fu infatti quello di prendere il meglio dal punto di vista tecnico dalla norma esistente per i sistemi destinati ad uso acqua e aggiungere altri requisiti allo scopo di garantire l’idoneità e la sicurezza del sistema per l’utilizzo gas.
Le caratteristiche fisiche meccaniche richieste per i tubi e il sistema gas sono le stesse richieste in precedenza per il sistema acqua; sono state quindi aggiunte prove di resistenza a contatto con i gas e di resistenza al range di temperatura tipico di funzionamento del sistema, nonché requisiti specifici per le guarnizioni di tenuta eventualmente presenti nei raccordi.

mb

Fonte UNI

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