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Il business premia il ruolo dell’etica

etica e businessL’attenzione alla responsabilità sociale d’impresa sta crescendo d’intensità sotto diversi profili. Da parte delle aziende, negli ultimi anni, sono sensibilmente aumentati gli investimenti, passati a oltre un miliardo e 100 milioni nel nostro Paese, a fronte dei 450 milioni del 2001. Sul piano legislativo l’anno in corso ha visto la nascita della figura giuridica della benefit corporation, mentre sono attesi a breve il decreto delegato d’attuazione della riforma del Terzo settore in materia di impresa sociale e il decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria 95/2014, che prevede, per le società quotate e i grandi gruppi, l’obbligo di rendicontazione delle informazioni non finanziarie.

Il mondo accademico e dell’alta formazione, che svolge una naturale funzione di ponte tra la sfera educativa e quella del lavoro, non poteva certamente rimanere estraneo al trend. Si può dire, anzi, che lo abbia per tempo intercettato, alimentato e sostenuto. A tutt’oggi, nelle università italiane, sono attivi ben 122 corsi d’insegnamento che afferiscono alla disciplina della Csr. Questo, almeno, il numero censito dall’Osservatorio Socialis di Roma, che nei mesi scorsi ha condotto una rilevazione a tappeto sugli atenei italiani. Con esiti, peraltro, suscettibili di ulteriori arrotondamenti al rialzo, in quanto non tutte le sedi universitarie sono state raggiunte dall’indagine.

«Sono numeri importanti – commenta Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio e promotore della ricerca – che attestano una crescente attenzione all’etica, alla sostenibilità, alle persone, al territorio. Uno spirito che, però, deve essere alimentato da un corrispondente impegno concreto delle istituzioni, alle quali è delegata la responsabilità più importante: far crescere il lavoro per i giovani nel nostro Paese».

Un ulteriore riscontro è offerto dal successo del premio nazionale per tesi di laurea sulla Csr, organizzato dallo stesso Osservatorio Socialis e giunto quest’anno alla quattordicesima edizione. «Abbiamo ricevuto 850 elaborati – afferma Orsi - a conferma di un elevato interesse alle possibili applicazioni di questi temi, considerati strategici per lo sviluppo della nostra economia».

Resta da verificare se e in quale misura il mondo del lavoro stia a sua volta offrendo sbocchi a tale crescente interesse. Per Fulvio Rossi, presidente di Csr Manager network, l’organizzazione che riunisce i responsabili della funzione Csr nelle imprese italiane e che ha festeggiato il decennale il 1° dicembre scorso, «la sensibilità sulla materia è decisamente aumentata e, se è corretto affermare che le università fanno sul serio nella formazione, altrettanto si può dire per le aziende, soprattutto di grandi dimensioni. Il punto, però, è che la “specializzazione” in responsabilità sociale o sostenibilità non può essere intesa come sostitutiva di una buona preparazione di base. È un fattore aggiuntivo di valorizzazione di un curriculum, ma per entrare in azienda servono pur sempre i fondamentali».

Avvertenza meno banale di quanto si possa immaginare perché, in un contesto sempre più orientato a crescenti livelli di specializzazione, sono spesso le buone basi a fare la differenza, anche in termini di attitudine all’innovazione e alla flessibilità. Lo conferma il fatto che, tra quanti hanno già avuto l’opportunità di tradurre il bagaglio formativo in esperienze di lavoro, le gestione dell’area Csr si sta rivelando mediamente una funzione di passaggio verso profili di carriera ulteriormente elevati, nel risk management piuttosto che nella revisione o nell’alta dirigenza.

Anche dal mondo degli head hunter, che solo da un decennio a questa parte hanno avviato la copertura di questo specifico profilo professionale, su mandato per lo più di grandi aziende o multinazionali, giunge conferma che le competenze in Csr e sostenibilità sono un buon viatico per posizioni dirigenziali, soprattutto se corroborate da master ben accreditati o da precedenti esperienze in materia. L’abitudine a considerare gli aspetti non finanziari e di sostenibilità del business, insomma, sta contagiando e permeando tutte le funzioni aziendali e questa, in fondo, è la migliore risposta che possa giungere al mondo accademico, fortemente impegnato a implementare l’offerta formativa sulla responsabilità sociale.

AdA

fonte ilsole24ore 327/16 E.S.

Gare di progettazione, Anac spiega alle società come dimostrare i requisiti

progettazionePer essere considerate idonee a partecipare alle gare di progettazione, le società dovranno iscriversi al casellario delle società di ingegneria e professionali. Almeno finché l’Autorità nazionale anticorruzione non avrà messo a punto il sistema informatico per la comunicazione dei requisiti. La spiegazione è arrivata con il comunicato 22 marzo 2017, diffuso nei giorni scorsi dall’Anac.
 
Il 28 febbraio scorso sono entrati in vigore i requisiti per la partecipazione alle gare di progettazione, previsti dal DM 263/2016, attuativo del Codice Appalti.

Oltre ai titoli di studio necessari per i professionisti, il decreto prevede che società di professionisti, società di ingegneria, raggruppamenti temporanei di professionisti e consorzi stabili di società di professionisti comunichino all’Anac una serie di informazioni:

  • l’atto costitutivo entro trenta giorni dall’adozione;
  • l’organigramma entro dieci giorni;
  • il fatturato speciale entro trenta giorni dall’approvazione dei bilanci;
  • la delibera di nomina del direttore tecnico entro cinque giorni dall’adozione.

Tutti i dati confluiscono nel casellario informatico dell’Anac e costituiscono una banca dati utilizzabile per eventuali verifiche.

Dato che molte società in questo periodo hanno chiesto all’Anac come fare per inviare le comunicazioni, col comunicato del 22 marzo l’Anticorruzione ha spiegato che sta mettendo a punto il sistema informatico dedicato. Nel frattempo, l’obbligo sarà considerato soddisfatto attraverso l’iscrizione al casellario delle società di ingegneria e professionali, utilizzando il modulo allegato al comunicato.

AdA

Impianti elettrici nei locali medici: nuova guida INAIL

Cop-Impianti-Elettrici-Locali-MediciINAIL rende nota la pubblicazione della Guida: "Impianti elettrici nei locali medici: verifiche" che ha lo scopo di presentare la normativa di riferimento per questi particolari impianti, fornire indicazioni per la realizzazione degli impianti elettrici nei locali medici e per lo svolgimento delle verifiche.

Non sono trattate prescrizioni relative a verifiche di impianti elettrici in luoghi di lavoro con pericolo di esplosione, in quanto la diffusione di simili luoghi all'interno dei locali medici è, attualmente, notevolmente ridotta.

Si ricorda che nel Testo Unico di Sicurezza (D.Lgs. 81/08) è fatto obbligo al datore di lavoro di provvedere affinché i lavoratori nei luoghi di lavoro siano protetti dai rischi di natura elettrica, attraverso un DVR adeguato; quanto agli impianti, occorre assicurare che il livello di protezione raggiunto sia mantenuto nel tempo, il datore di lavoro ha l'obbligo di mettere in atto opportune procedure di uso e manutenzione.

Nei locali medici di cui la Guida si occupa, la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti si aggiunge a quella dei lavoratori. I pazienti, a causa del loro stato e della presenza di elettrodi all'interno o a contatto con il corpo, sono soggetti a pericoli anche quando si hanno valori dei parametri elettrici che per un essere umano in condizioni normali non rappresentano un pericolo.

La Guida si compone di 10 capitoli che affrontano la protezione dei rischi nei luoghi di lavoro, in particolare la disciplina del d.p.r. 462/01 per gli impianti elettrici di messa a terra e per gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche nei locali medici.

Segue la parte più specifica sui controlli degli impianti elettrici in questi locali, le verifiche, nozioni generali, misure per l'effettuazione di esami, misure e prove, valutazione del rischio semplificata, considerazioni su prove e ricerca di guasti ed una appendice con un glossario essenziale sui lavori elettrici, oltre ad una piccola raccolta di legislazione e norme tecniche.

AdA

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Valutazione del rischio da temperature elevate nei cantieri edili

termometroPubblicato dal Portale Agenti Fisici (PAF) il documento “Rischio da temperature elevate nei cantieri edili: gli effetti del caldo sulla salute”.

Diverse tipologie di lavoratori possono essere esposte, per la loro occupazione, a temperature ambientali elevate ed essere quindi maggiormente a rischio di sviluppare disturbi associati al caldo, in particolare se viene svolta una attività fisica intensa all’aperto (edilizia, cantieristica stradale, agricoltura, etc.).

Pertanto, i gruppi professionali a rischio devono essere informati sulle possibili misure da adottare per prevenire gli effetti negativi dell’esposizione al caldo e su come riconoscere i segni e i sintomi dello stress termico e del colpo di calore. La prevenzione nei luoghi di lavoro riveste quindi una grande importanza per ridurre il rischio di danni alla salute dei lavoratori dovuti all’eccessiva esposizione alle alte temperature.

Il documento “Rischio da temperature elevate nei cantieri edili: gli effetti del caldo sulla salute”, prodotto dal Comitato Regionale di Coordinamento ex art. 7 D.Lgs. 81/08 - Regione Toscana, fornisce un contributo alle imprese, a tutti i soggetti della prevenzione ed ai lavoratori per valutare il rischio conseguente ad esposizione ad alte temperature nei cantieri edili e per adottare conseguenti misure di prevenzione. L’adozione delle misure di prevenzione indicate nel documento non costituisce un obbligo per le imprese che possono adottare diversi criteri per la valutazione del rischio ed altre misure di prevenzione purché di pari efficacia. La corretta applicazione delle misure indicate nel documento costituisce quindi una delle possibili modalità (in questo caso validata preventivamente dagli organi di vigilanza) per adempiere agli obblighi di legge relativamente al rischio alte temperature nei cantieri edili.

AdA

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19 aprile 2017. Convegno “Nuove prospettive di collaborazione tra designers e imprese: il Design Manager”

2Si è tenuto il 19 aprile 2017, presso la sede dell’Ordine degli Architetti di Napoli in P.tta M. Serao 4, il convegno “Nuove prospettive di collaborazione tra designers e imprese: il Design Manager” organizzato dalla Fondazione e dall’Ordine degli Architetti di Napoli e dal Consorzio Promos Ricerche con la Scuola di Governo del Territorio.

Il convegno ha avuto l'obiettivo di indagare sui rapporti di collaborazione tra designer e aziende alla luce del cambiamento che vede una sostanziale trasformazione delle imprese tramite la rivalutazione del lavoro artigianale integrato da nuove tecnologie e sistemi di comunicazione. Questo contesto oltre a evidenziare la necessità di una nuova figura professionale, il Design Manager, mette in luce anche l’importanza dei concorsi come un modo sempre più frequente ed efficace di creare connessioni tra aziende e designer e di comunicare con il grande pubblico.

AdA

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Etichettatura alimentare, per latte e formaggi diventa obbligatoria l’origine della materia prima

cartone-latte-coldirettiDal 19 aprile 2017 scatta in Italia l’obbligo di indicare in etichetta, su tutte le confezioni dei prodotti lattiero-caseari, l’origine delle materie prime in maniera «chiara, visibile e facilmente leggibile». E questo per latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini a base di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.

Con Decreto 9 dicembre 2016 (GU Serie Generale n.15 del 19-1-2017) di attuazione del Regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, dal 19 aprile le etichette di tutte le confezioni di latte e prodotti lattiero-caseari devono indicare il nome del Paese in cui è stato munto il latte e quello in cui è stato condizionato o trasformato. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con una sola dicitura: «origine del latte: Italia». Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi ma diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: “latte di Paesi Ue” se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; "latte condizionato o trasformato in Paesi Ue", se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei.

Se le operazioni avvengono fuori dall’Ue, invece la dicitura è “Paesi non Ue”. Sono esclusi dall’obbligo di origine in etichetta solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. L’etichetta di origine era molto attesa per questi prodotti proprio perché l’Italia, come ricorda la Coldiretti, che fortemente sostenuto il provvedimento e che definisce il nuovo obbligo «un momento storico per il made in Italy», è il più grande importatore di latte nel mondo; basti pensare che 3 cartoni di latte Uht su 4 sono di fatto “stranieri”, come anche la materia prima della metà delle mozzarelle.

AdA

Scarica il Decreto 9 dicembre 2016 di attuazione del Regolamento (UE) n. 1169/2011

Scarica il Regolamento (UE) n. 1169/2011

Le principali novità del Regolamento UE n. 1169/2011

Olio extra vergine di oliva. Progetto di norma della Commissione Agroalimentare

olive-oil-w-olivesLa Commissione Agroalimentare è interessata al progetto di norma UNI1603053 “Olio extra vergine di oliva - Determinazione del contenuto di idrossitirosolo e tirosolo negli oli extravergini di oliva”, di competenza del GL 18 “Oli, grassi animali e vegetali e loro sottoprodotti, semi e frutti oleaginosi”.
Il beneficio che si attende dalla futura norma riguarda la dichiarazione nutrizionale degli oli. Il contenuto in idrossitirosolo e tirosolo totali determinati con il metodo proposto è basato sull’idrolisi completa delle forme naturali peculiari dell’olio extra vergine di oliva “esteri secoiridoidi derivanti dall’oleuropeina e dal ligstroside” che contengono i due alcoli e sul loro dosaggio mediante l’utilizzo di calibrazione esterna.
L’esigenza di poter disporre di un metodo validato e normalizzato da utilizzare anche per la dichiarazione in etichettatura del contenuto in idrossitirosolo e tirosolo totali negli oli extra vergini di oliva è nata a seguito all'opinione scientifica dell’EFSA riguardante le proprietà nutrizionali dei polifenoli e al successivo Reg. UE 432/2012.
In ogni caso il metodo messo a punto rappresenta un nuovo strumento analitico nell’ambito della normativa nazionale.

mb

Fonte UNI

13 aprile 2017. Conferenza stampa di avvio delle attività "Osservatorio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro"

IMG 2051Si prevede un anno ricco di iniziative, progetti, campagne e azioni concrete per tenere alta l'attenzione sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro nella nostra città. Il Vice Sindaco Raffaele del Giudice, il presidente dell'Osservatorio per la sicurezza sui luoghi di lavoro "Napoli Città Sicura" Vincenzo Solombrino, e i partner istituzionali che lo compongono - tra cui il Consorzio Promos Ricerche – hanno presentato oggi, 13 aprile 2017, in Sala Giunta gli obiettivi e il programma dei lavori calendarizzati per il prossimo anno per diffondere tra i cittadini la cultura della sicurezza sul lavoro.

L'Osservatorio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro "Napoli Città Sicura" è nato alla fine del 2008 per dare continuità al lavoro avviato dal Comune con la campagna di comunicazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro - indetta su pronunciamento del Consiglio Comunale, finanziata dall'Amministrazione nel mese di dicembre 2007 e realizzata entro il mese di aprile 2008.

Gli stessi soggetti che avevano aderito hanno sottoscritto un Protocollo d'intesa per consolidare l'esperienza, raccordare le iniziative dei singoli soggetti firmatari e concordare azioni comuni. II Comune di Napoli, promuovendo la formazione dell'Osservatorio, con decisione condivisa del Consiglio Comunale e del Sindaco, ha voluto mettere la nostra città in prima linea nella battaglia contro una delle emergenze più gravi e dolorose del nostro Paese.

Consapevoli che per combattere la piaga degli infortuni e delle morti sul lavoro occorre unire le forze di tutti i soggetti del mondo del lavoro e della produzione, della società, della cultura, delle stesse istituzioni. L'Osservatorio, e per esso tutti i partner che lo costituiscono, si impegnerà quindi attivamente nella diffusione di una più forte e capillare cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro e non solo verso i cittadini napoletani attraverso una serie di iniziative e campagne sul territorio calendarizzate per tutto il prossimo anno.

AdA

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Diagnosi energetiche nei processi. Allo studio una Linea Guida UNI

diagnosi ENIl Comitato Termotecnico Italiano propone un progetto - futuro TR - che nasce dalla necessità di colmare un vuoto normativo in materia di diagnosi energetiche. “Diagnosi energetiche nei processi - Linee guida” costituisce una linea guida volontaria per facilitare la lettura e l’applicazione delle UNI CEI EN 16247-1 e -3. Il progetto intende quindi fornire un utile strumento, a supporto di tali diagnosi, basandosi sulle singole attività definite dal diagramma di flusso riportato nell'appendice A della EN 16247-3.
La pubblicazione della serie di norme UNI CEI EN 16247 sulle diagnosi energetiche è coincisa con l'introduzione, nel panorama legislativo nazionale, dell'obbligo di eseguire diagnosi in capo a una serie di soggetti obbligati. In questo contesto si è ritenuto utile fornire un documento volontario a carattere informativo per gli operatori interessati da tale requisito legislativo.
Si ritiene che tale documento possa colmare un vuoto normativo evidente nel pacchetto delle EN 16247 che non dettagliano nella pratica le azioni che il responsabile delle diagnosi deve fare per poter rispettare i requisiti di qualità definiti dalla stessa.

mb

Fonte UNI

Regolamento CLP e SDS, il 31 maggio 2017 termina il periodo transitorio per smaltire le scorte di miscele etichettate secondo vecchia normativa

Clp simboli pericolo sostanzeChimicheIl 31 maggio 2017 termina il periodo transitorio inizialmente previsto dal Regolamento CE 1272/2008 (CLP) relativo alla classificazione, etichettatura ed imballaggio dei prodotti chimici e dal Regolamento UE 830/2015 (SDS) relativo alla redazione delle schede dati di sicurezza.

A partire da tale data, infatti, tutti i prodotti chimici immessi sul mercato e commercializzati all’interno dello spazio economico europeo dovranno essere classificati, etichettati ed imballati esclusivamente in conformità con il suddetto Regolamento CLP e le relative schede dati di sicurezza dovranno essere aggiornate secondo le disposizioni previste dal Regolamento SDS.

Con l’entrata in vigore il 1 giugno 2015 del Regolamento CLP CE 1272/2008, era stato inizialmente previsto un periodo transitorio che considerava la possibilità di applicare ancora i criteri della Direttiva 1999/45, ma soltanto ai prodotti chimici già immessi sul mercato prima di tale data (1 giugno 2015).

Pertanto, tutti i prodotti in commercio che ad oggi recano ancora etichette secondo la Direttiva 1999/45, dovranno essere smaltiti entro il 31 maggio 2017 oppure rietichettati entro il 1° giugno 2017.

Anche per il Regolamento SDS il 1° giugno 2015 era stato previsto un periodo transitorio della durata di due anni, al termine del quale i fornitori di prodotti chimici hanno l’obbligo di aggiornare le schede di sicurezza in conformità con il Regolamento UE 830/2015.

Considerato l’avvicinarsi del termine del periodo transitorio inizialmente previsto dal Regolamento CLP (CE 1272/2008) e dal Regolamento SDS (UE 830/2015), tutti i fornitori, miscelatori e distributori di prodotti chimici sono tenuti a verificare la corretta applicazione di tali regolamenti al fine di evitare possibili sanzioni o contestazioni.

AdA

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