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Sostenibilità ambientale ed energetica degli edifici. Accordo UNI ITACA

 

EDILIZIA SOSTENIBILEUNI e ITACA hanno firmato il protocollo sulla valutazione della sostenibilità ambientale ed energetica degli edifici. La sottoscrizione dell'accordo, a cui seguirà la stesura di una "prassi di riferimento" che avrà il sigillo dell'UNI, si è svolta il 18 ottobre nell'ambito di MADE Expo, la Fiera internazionale dell'architettura e dell'edilizia, in programma a Rho (Milano) dal 17 al 20 ottobre 2012.
Lo scopo del protocollo, firmato dal presidente UNI Piero Torretta e dal presidente di ITACA Ugo Cavallera è, in primis, quello di riunificare in un solo documento di riferimento i diversi approcci ed esperienze di certificazione di sostenibilità ambientale delle costruzioni sviluappate, nel corso degli anni, dalle Regioni con riferimento al "Protocollo ITACA". Il sistema, avviato circa dieci anni fa, è stato utilizzato dalle Regioni secondo criteri e modalità diverse. Dalle articolate applicazioni del Protocollo, declinate dalle diverse Regioni, è utile arrivare oggi ad un consolidamento del sistema Itaca unitario.
Il documento, frutto dell'accordo sottoscritto da ITACA e UNI, rappresenterà dunque il riferimento nazionale (basato proprio sulle peculiarità nazionali del settore) per la valutazione della sostenibilità energetica ed ambientale degli immobili, non solo quelli residenziali, ma anche uffici, scuole, edifici industriali e commerciali. L'intento è quello di coprire tutte le tipologie edilizie più rappresentative.

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Prestazione energetica degli edifici. Revisione per la UNI/TS 11300-2

 

efficienza energetica tecDi grande rilevanza sociale e di estrema attualità anche per il mondo della normazione tecnica, il tema delle prestazioni energetiche nell'edilizia e dell'efficienza energetica sono al centro di studi e approfondimenti che hanno portato all'emissione di numerosi provvedimenti legislativi e soprattutto alla pubblicazione della specifica tecnica UNI/TS 11300 che, in accordo con il quadro normativo europeo, fornisce una metodologia univoca, valori convenzionali e parametri di riferimento per la determinazione del fabbisogno di energia di un edificio e dei rendimenti per la climatizzazione.
Il progetto di norma E0206C592 "Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria" – che sostituisce la UNI/TS 11300-2:2008 - è entrato nella fase di inchiesta pubblica finale e può dunque essere consultato nelle apposite pagine del sito web disponibile per eventuali commenti.
Di competenza dell'Ente federato CTI (Comitato Termotecnico Italiano), la specifica tecnica fornisce dati e metodi per la determinazione: del fabbisogno di energia termica utile per acqua calda sanitaria, dei rendimenti e dei fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione invernale e per la produzione dell'acqua calda sanitaria, dei fabbisogni di energia primaria per la ventilazione, dei fabbisogni di energia primaria per l'illuminazione degli edifici non residenziali. La futura specifica tecnica si applica a sistemi di nuova progettazione, ristrutturati o esistenti per la sola climatizzazione invernale, misti o combinati per climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria, per sola produzione acqua calda, per i sistemi di sola ventilazione, per i sistemi di ventilazione combinati alla climatizzazione invernale, per i sistemi di illuminazione negli edifici non residenziali.

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Qualità dell'Ambiente Urbano. Pubblicato il Rapporto ISPRA

 

RAPPORTO ISPRAPresentato lo scorso 2 ottobre l’ottava edizione del Rapporto ISPRA sulla “Qualità dell’ambiente urbano
Il rapporto rappresenta uno strumento di conoscenza e di supporto alle decisioni per le amministrazioni locali e a servizio dei cittadini per una corretta informazione ambientale. Il documento analizza lo stato dell’ambiente in 51 capoluoghi di provincia italiani ed è stato prodotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, composto dall’ISPRA e dalle ARPA/APPA.
Il Report aggiorna e arricchisce i dati dei principali indicatori ambientali relativi alla qualità della vita nei centri urbani, tra i quali la gestione dell’acqua, il consumo del suolo, l’inquinamento ambientale, la mobilità e i trasporti, il verde pubblico.
Hanno partecipato all’evento, tra gli altri, il Direttore Generale dell’ISPRA, Stefano Laporta, il Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Tullio Fanelli, il delegato ANCI alle politiche ambientali Tommaso Sodano, i Direttori Generali delle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell’Ambiente ed esperti dello stesso Sistema Agenziale.

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Nomenclatura dei materiali gemmologici. L'UNI rivede la norma

 

logo uniAl fine di rivedere la vecchia edizione della norma UNI 10245:1993, non più adatta alle esigenze attuali del mercato, la commissione Commercio intende avviare i lavori per la pubblicazione di una norma nazionale dal titolo "Materiali gemmologici – Nomenclatura".
Il progetto U98000030, che si trova nella fase di inchiesta pubblica preliminare, stabilisce le denominazioni da utilizzare per distinguere i diversi materiali gemmologici e si applica dove sono impiegati o citati i materiali gemmologici.
Il mondo dei materiali gemmologici è in continua evoluzione e nuovi materiali, nuove tecniche di trattamento e processi migliorativi vengono sviluppati in continuazione.
Per creare chiarezza e per disporre di una nomenclatura corretta e attuale da applicare in ambito commerciale a difesa di tutto il settore e dei consumatori, si è ritenuto importante aggiornare ed adattare la norma.
L'aggiornamento del testo e la revisione dei prospetti (elenco dei materiali gemmologici) intende quindi favorire una maggiore trasparenza e correttezza commerciale.

Fonte UNI

25 ottobre 2012. Governo del Territorio - Convegno su: Rischio sismico e Tutela del Territorio

Governo TerritorioIl prossimo 25 ottobre alle ore 16,30, presso la Sala Convegni della Camera di Commercio di Napoli, si terrà il Convegno: “Rischio sismico, conoscenza e tutela nel governo del territorio organizzato dal Consorzio Promos Ricerche insieme con la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze “Ezio Vanoni”

La manifestazione dà inizio alle attività della Quinta edizione del Corso di Alta Formazione “Governo del Territorio".

L’evento sarà seguito, il successivo 26 ottobre dalle ore 9,30 alle 13,30, da un Seminario organizzato allo scopo di illustrare in dettaglio le aree disciplinari ed i moduli didattici di cui si compone il Corso.

Di seguito lo schema di programma del 26 ottobre.

Breve prolusione:aree e moduli disciplinari del Corso
a cura del Prof. Ing. Almerico Realfonzo (Direttore del Corso)

Questioni ambientali nel Governo del Territorio
a cura del Prof. Arch. Giulio Mondini

Economia,  estimo territoriale e catasto
a cura del Prof. Ing. Antonio de Santis

Scienze Economiche
a cura del Prof. Pietro Rostirolla

 

Scarica la locandina del Convegno

 

 

 

 

 

Disciplinato l'utilizzo delle terre da scavo

SCAVODal 6 ottobre in vigore il Dm 10 agosto 2012, n. 161
Si tratta del regolamento che detta la disciplina dell'utilizzo delle terre e rocce da scavo che – se gestite a particolari condizioni – sono considerate sottoprodotti da riutilizzare anziché semplici rifiuti da portare in discarica. Una disciplina attesa da molto tempo.
Da sabato scorso è abrogato l'articolo 186 del Codice ambientale, come previsto dall'articolo 49, legge 27/2012. Tuttavia, per i progetti con una procedura in corso ai sensi dell'articolo 186, entro il 4 aprile 2013, sarà possibile presentare il piano di utilizzo previsto dal nuovo regolamento, al fine di poter godere del particolare regime di favore ora introdotto (articolo 15). Altrimenti, senza il piano, i progetti saranno terminati secondo la procedura prevista dall'abrogato articolo 186. L'autorità competente è quella che autorizza la realizzazione dell'opera o, a seconda dei casi, quella che concede la Via o l'Aia.
Anche se nel titolo si riferisce alle terre e rocce da scavo, il regolamento ha una portata ben più vasta poiché (articolo 3) si applica alla gestione dei materiali da scavo cioè suolo o sottosuolo, con eventuali presenze di riporto, derivanti dalla realizzazione di un'opera. Ad esempio, il decreto cita: scavi in genere (sbancamento, fondazioni, eccetera); perforazione, trivellazione, palificazione, consolidamento; opere infrastrutturali in generale (galleria, diga, strada, eccetera); rimozione e livellamento di opere in terra; materiali litoidi in genere provenienti da escavazioni effettuate negli alvei, sia dei corpi idrici superficiali che del reticolo idrico scolante, in zone golenali dei corsi d'acqua, spiagge, fondali lacustri e marini; residui di lavorazione di materiali lapidei (marmi, graniti, pietre, eccetera) anche non connessi alla realizzazione di un'opera e non contenenti sostanze pericolose (quali ad esempio flocculanti con acrilamide o poliacrilamide).
I materiali da scavo possono contenere, sempreché la composizione media dell'intera massa non presenti concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti massimi previsti dal presente regolamento, anche i seguenti materiali: calcestruzzo, bentonite, polivinilcloruro (Pvc), vetroresina, miscele cementizie e additivi per scavo meccanizzato. Il regolamento, invece, non si applica ai rifiuti provenienti dalla demolizione degli edifici o di altri manufatti preesistenti.

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D.M. 161/2012

Fonte Il Sole 24 Ore

Sicurezza, solo il controllo salva il datore di lavoro

 

CASSAZIONEIl datore di lavoro non è in colpa in caso di infortunio dei dipendenti, a patto che abbia controllato meticolosamente l'osservanza delle misure di sicurezza da parte loro. A precisarlo è la Cassazione con la sentenza 34747, depositata lo scorso 11 settembre.
In seguito alla morte di un dipendente che, durante l'attività di preparazione delle luminarie in occasione di una festa religiosa, rimaneva folgorato, il Tribunale penale condannava i soci amministratori per il reato di omicidio colposo, poiché gli stessi erano stati imprudenti, imperiti e negligenti nell'osservanza delle norme dettate in materia di sicurezza sul lavoro, nonché per la mancata adozione di precauzioni idonee a scongiurare il verificarsi di eventi pericolosi. Infatti, ha precisato il giudice del merito, il lavoratore, durante la fase di verifica del corretto funzionamento dell'impianto, avrebbe dovuto utilizzare un tester anziché un cicalino, strumento risultato assolutamente inadeguato per la sicurezza dell'elettricista.
In seguito, la pronuncia è stata confermata in grado di appello: secondo la Corte, il decesso dell'operaio si sarebbe potuto agevolmente evitare se il lavoratore fosse stato munito di guanti isolanti, non avesse utilizzato strumenti artigianali per testare le lampadine, non avesse lavorato su un impianto sotto tensione e, infine, se fossero stati predisposti i normali dispositivi di sicurezza atti a interrompere l'erogazione di corrente elettrica in caso di dispersione.
La causa è poi arrivata alla Cassazione, che ha rigettato il ricorso del datore di lavoro e ha ritenuto fondato il ragionamento del giudice d'appello, poiché i conduttori dell'impianto erano sprovvisti di rivestimento isolante adeguato sia alla tensione sia alle condizioni ambientali. Non solo, ma il lavoratore era sprovvisto, tra l'altro, dei guanti isolanti che avrebbero, con ragionevole certezza, impedito la folgorazione pur in caso di contatto delle mani con la corrente elettrica. In altri termini, le prescrizioni poste a tutela del lavoratore sono intese a garantire la sua incolumità anche nell'ipotesi in cui – per stanchezza, imprudenza, inosservanza di istruzioni, malore o altro – egli si sia venuto a trovare in situazione di particolare pericolo.

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Fonte: Il Sole 24 Ore

Qualità. Accordo ISNART-HERITY

due loghiCertificare la qualità e l’efficienza dell’ospitalità nelle strutture turistico-ricettive e della gestione dei siti e delle attività del patrimonio storico, archeologico, artistico, antropologico, scientifico e culturale delle destinazioni italiane. E’ questo il senso dell’accordo tra l’Isnart, l’istituto nazionale di ricerche sul turismo e Herity, l’organismo internazionale riconosciuto dall’Unesco per la valutazione a sostegno del miglioramento della qualità nei processi di conservazione ed utilizzazione del patrimonio culturale mondiale. La classificazione Herity, infatti, è stata adottata nel 2003 dalla Commissione nazionale italiana dell’Unesco proprio per stimolare il miglioramento dei meccanismi di gestione, contribuendo a diffondere la coscienza di come l’Italia, sede di un’immensa concentrazione di tesori culturali, si ponga nelle condizioni di promuovere proposte specifiche anche in sede internazionale. Con un apposito protocollo d’intesa siglato dal presidente dell’Isnart, Maurizio Maddaloni e di Herity Italia, Maurizio Quagliuolo, i due istituti si impegnano ad utilizzare il rispettivo know-how nell’ambito delle rispettive specializzazioni puntando all’incremento delle certificazioni ‘Ospitalità italiana’ e ‘Hges’, quest’ultimo già attivo dal 2006 grazie ad un accordo di cooperazione internazionale con il ministero per i Beni e le Attività culturali. ‘Hges’ è attualmente applicato a musei, monumenti, siti archeologici, biblioteche e archivi aperti al pubblico, oltre agli edifici di culto ed ai loro annessi. Il marchio Ospitalità italiana, invece, è una certificazione promossa da Isnart per stimolare l’offerta di qualità in Italia e nel mondo. Le imprese che conseguono questo riconoscimento hanno scelto la qualità come obiettivo da perseguire, ed ogni anno decidono di mettersi in discussione sottoponendosi a delle valutazioni condotte da personale esterno alle strutture stesse. Obiettivo dichiarato dell’accordo Herity-Isnart è proprio il miglioramento della qualità dell’offerta ai turisti-visitatori, oltre alla sensibilizzazione del pubblico degli utenti dei siti museali, attivando così un sistema integrato anche di promozione dell’immagine del nostro Paese in Italia e all’estero. Previste una serie di iniziative volte a realizzare certificazioni congiunte in località campione attraverso l’utilizzo di guide tematiche nei musei; punti di informazione nei principali luoghi di visita; hotspot wi-fi e pubblicazioni a disposizione dei turisti con tutti i dati raccolti dalle due strutture di certificazione. La seconda fase dell’iniziativa coinvolgerà anche i ristoranti italiani all’estero che hanno ottenuto la certificazione Isnart, i quali diventeranno ‘partner’ di Herity nel mondo attraverso la collaborazione dei sistemi camerali esteri.

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Apprendistato. Prorogati i benefici per le assunzioni

 

APPRENDISTATOIl settore orientamento professionale della Regione Campania, con Decreto Dirigenziale n. 74 del 27/09/2012 (BURC 1/10/2012) , ha ulteriormente prorogato il termine alle ore 12.00 del 31 dicembre 2012 (scadenza precedente 28/09/2012) per la presentazione delle domande di partecipazione all’Avviso “Più apprendi più lavori” (ASSUNZIONE APPRENDISTI)
Ricordiamo brevemente gli incentivi, in materia di apprendistato, e le modalità per la presentazione delle domande.
L’avviso prevede la concessione di incentivi alle aziende che procedono alla stipula di contratti di apprendistato professionalizzante, di cui all’art. 49 del D.Lgs. n. 276/2003, a favore di giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
Soggetti proponenti: datori di lavoro che abbiano sede operativa in Campania.
Destinatari: giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che sono disoccupati o inoccupati da almeno sei mesi.
Incentivi: il contributo è pari al 50% dei costi salariali calcolati su un periodo di 12 mesi con un massimo di 5000,00 euro. Sono ammissibili a contributo i contratti di apprendistato sottoscritti a partire dal 1 gennaio 2011.
Termini di presentazione delle domande: le richieste di contributi possono essere presentate, esclusivamente on line, entro le ore 12,00 del 31 dicembre 2012 con le modalità a sportello.

Decreto Dirigenziale n. 74

Campania al Lavoro

Fonte Il Denaro

 

Approvato il Regolamento Europeo sulla Normazione

 

CONSIGLIO EUROPEOIl Consiglio dell'Unione Europea ha definitivamente approvato il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla normazione europea. Il provvedimento, finalizzato alla modernizzazione e al miglioramento del sistema europeo di normazione tecnica, ha quindi concluso il suo iter approvativo ed entro un paio di settimane sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Il regolamento entrerà in vigore dal 1 gennaio 2013.
Il Regolamento adatta e semplifica l’attuale quadro legislativo (che per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti nella UE si basa principalmente, ma non solo, sul paradigma direttiva-requisiti essenziali-mandato-norme armonizzate) per coprire nuovi aspetti al fine di comprendere i più recenti sviluppi e le future sfide della normazione tecnica, in particolare prevedendo strumenti per l’elaborazione di norme nel settore dei servizi.
Il nuovo quadro legislativo contribuirà a ridurre i tempi di normazione, faciliterà la partecipazione delle parti interessate “più deboli” storicamente (micro e PMI, consumatori, organizzazioni sociali) e terrà maggiormente in conto temi quali l’impatto ambientale del ciclo di vita di prodotti e servizi, nonché l’uso efficiente delle risorse.
Un ulteriore elemento qualificante del regolamento consiste nella possibilità di fare migliore uso delle specifiche tecniche elaborate per il settore dell’IT in occasione di acquisti pubblici di hardware, software e servizi informatici.
Le basi per questa riforma della normazione europea sono state poste dalla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo “Una visione strategica per le norme europee: compiere passi avanti per favorire e accelerare la crescita sostenibile dell'economia europea entro il 2020” nella convinzione che la normazione contribuisce in modo determinante all’innovazione e alla competitività del sistema economico europeo, poiché facilita l’accesso ai mercati, permette l’interoperabilità tra componenti e prodotti (nuovi e già esistenti), riduce i costi e aumenta il valore per i clienti/consumatori.

Leggi il Regolamento

Fonte UNI

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