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News

Decreto 231/01. Ampliata la lista delle violazioni che si estendono alle società

 

MODIF 231Il testo della legge approvato con voto di fiducia mercoledì scorso dal Senato adegua il decreto 231 del 2001 e allunga la lista dei reati presupposto (quelli per i quali la società risponde in prima persona se commessi da un dipendente a suo vantaggio). Il disegno di legge inserisce innanzitutto l'induzione indebita a dare o promettere utilità, introdotta nel Codice penale dall'articolo 319 quater, nel decreto 231 abbinandola alle misure previste per corruzione e concussione.
Il che avrà come conseguenza quella di rendere possibile una condanna pecuniaria, in caso di accertamento della responsabilità della società, che potrà arrivare a sfondare il milione 200mila euro.
Ma a carico della società, per certi  versi più pesanti rispetto alla "semplice" pena economica, c'è anche la possibilità che il giudice ritenga opportuno infliggere, per la durata di un anno, una sanzione interdittiva.
Sanzione che può andare sino alla sospensione dell'attività o al commissariamento quando sono in pericolo i livelli occupazionali. Responsabilità ammessa anche quando a commettere il reato è un incaricato di pubblico servizio oppure un funzionario europeo o di Stato estero.
La corruzione tra privati finisce invece nel catalogo dei reati societari disciplinati dal Codice civile e sostituisce l'attuale «Infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità».
Più lievi le misure economiche a carico dell'impresa, sui 600mila euro al massimo l'importo che l'autorità giudiziaria può decidere di far pagare, e ristretto il perimetro della irresponsabilità. Quest'ultima infatti scatterà solo a carico della società cui appartiene il soggetto corruttore, cioè colui che «dà o promette denaro o altre utilità alle persone indicate nel primo o secondo comma». Con questi due interventi il disegno di legge di fatto recepisce alcune richieste e prescrizioni contenute nella Convenzione dell'Organizzazione delle nazioni unite contro la corruzione del 31 ottobre 2003, ratificata nel 2009 con la legge n.116, e nella Convenzione penale sulla corruzione approvata dal Consiglio d'Europa il 27 gennaio 2009 e solo quest'anno ratificata con legge del 28 giugno 2012 n. 110.
Nessun intervento invece sul fronte della governance interna e sull'attribuzione delle funzioni di controllo dell'organo di vigilanza che, sulla base delle ultime modifiche può essere assegnata anche al collegio sindacale.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Tecnologie informatiche. Gestione del Servizio

 

TEC INFORMPubblicata in lingua italiana la UNI CEI ISO/IEC 20000-1:2012 "Tecnologie informatiche - Gestione del servizio - Parte 1: Requisiti per un sistema di gestione del servizio", che specifica i requisiti per il fornitore di servizi IT che voglia pianificare, stabilire, attuare, condurre, monitorare, riesaminare e tenere aggiornato e migliorare un sistema di gestione dei servizi (SGS). Tali requisiti includono la progettazione, la transizione, l'erogazione e il miglioramento dei servizi per soddisfare i requisiti del servizio.
Le origini della norma risalgono ad un progetto britannico finalizzato ad individuare e diffondere le "migliori pratiche" per la gestione dei servizi IT. I risultati dell'iniziativa sono oggi ampiamente noti sotto l'acronimo ITIL (Information Technology Infrastructure Library) e costituiscono il più importante riferimento per i fornitori di servizi informatici.
La UNI CEI ISO/IEC 20000-1 specifica i requisiti per un sistema di gestione dei servizi IT coprendo gli elementi classici dei sistemi di gestione e allineandosi con i requisiti e la terminologia di altri sistemi quali la ISO 9001 (Sistema di Gestione per la Qualità) e la ISO/IEC 27001 (Sistema di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni) con cui si integra perfettamente.

Fonte: UNI

Segnaletica stradale verticale. Allo studio una Linea Guida dall'UNI

segnaletica stradaleIn queste settimane il progetto U71011670 "Linea guida per la definizione di requisiti tecnico-funzionali della segnaletica verticale (permanente) in applicazione alla UNI EN 12899-1:2008" è sottoposto ad inchiesta pubblica finale.
Il progetto,  sviluppato dalla commissione Costruzioni stradali ed opere civili delle infrastrutture, ha per oggetto la definizione di requisiti tecnico-funzionali della segnaletica verticale (permanente) e , contiene le raccomandazioni, valide a livello nazionale, per definire il livello minimo della segnaletica stradale verticale permanente per il traffico stradale in ambito urbano, extraurbano e autostradale.
La linea guida è redatta al fine di mettere gli Enti gestori delle strade in condizioni di poter redigere un capitolato (tecnico) per la sezione della segnaletica verticale nel rispetto delle norme e per permettere l'applicazione delle norme stesse nel rispetto del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada, dei decreti applicativi, delle circolari e nella recente normativa UNI e UNI EN in materia di sicurezza stradale.
La futura norma specifica i requisiti per i segnali completi, per i segnali (pannelli incluse le facce a vista), per i pannelli (escluse le facce a vista) e per altri componenti (pellicole retroriflettenti). Essa:

  • può essere utilizzata per implementare prove di tipo e prove di certificazione;
  • deriva da metodi di prova e requisiti delle prestazioni pubblicati nei documenti UNI, CEN,CENELEC, CIE e ISO unitamente alle norme degli organismi membri del CEN;
  • non richiede la sostituzione dei segnali già esistenti;
  • tratta i requisiti delle prestazioni ed i metodi di prova;
  • definisce i limiti delle prestazioni ed una gamma di classi prestazionali.

Sono inoltre specificate le proprietà colorimetriche e fotometriche così come quelle relative alla luminanza.

Fonte: UNI

 

 

Professioni non regolamentate. Al Senato la legge

 

senatoLo scorso 6 novembre la X Commissione del Senato (Industria, Commercio e turismo) ha licenziato per la votazione in Aula il ddl 3270 in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi, già approvato dalla Camera dei Deputati, dando mandato alla relatrice Fioroni a riferire favorevolmente in Assemblea con relazione orale.
Al testo sono stati apportati alcuni emendamenti che non modificano l’impostazione originaria ma che rendono necessario – dopo l’approvazione da parte del Senato – un ritorno alla Camera: oltre che la qualificazione delle professioni non regolamentate, la finalità preminente del DDL è la garanzia e la tutela degli utenti, sia tramite l’attivazione di appositi sportelli di riferimento presso le specifiche organizzazioni professionali, sia promuovendo l’autoregolamentazione volontaria basata sul rispetto delle norme UNI.
Gli emendamenti riguardano gli articoli:

  • 1, dove si specifica ulteriormente che la disciplina non si applica alle professioni sanitarie regolamentate e dove viene introdotto l’obbligo di specificare su ogni documento a supporto del rapporto con i clienti che si tratta di “professione non organizzata in ordini o collegi”;
  • 2, dove si specifica che le associazioni professionali hanno anche lo scopo di garantire il rispetto delle regole deontologico;
  • 4, dove è introdotta la possibilità che le associazioni professionali costituiscano comitati di indirizzo e sorveglianza sui criteri di valutazione e rilascio dei sistemi di qualificazione e competenza professionali.

Relazione della X Commissione del Senato

Fonte: UNI

Sistemi ed Impianti di allarme antintrusione. Nuovo volume del CEI

 

CEIPubblicato il volume “Sistemi ed Impianti di allarme intrusione” che raccoglie le due norme fondamentali di riferimento, la nuova edizione della Norma CEI 79-3 “Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione”, la Norma CEI EN 50131-1 “Sistemi di allarme intrusione e rapina. Parte 1: Prescrizioni di sistema” e il foglio di interpretazione CEI EN 50131-1/IS2.
Gli impianti di allarme intrusione e rapina costituiscono uno dei presidi fondamentali per la sicurezza dei beni e delle persone. Progettare, installare e manutenere a regola d’arte è quindi una necessità sempre più sentita, ma anche un preciso obbligo ai sensi della L. 186/68 e del DM 37/08.
Progettare un impianto di allarme intrusione e rapina significa innanzitutto analizzare il rischio ossia acquisire la conoscenza dei pericoli che incombono, per poter dirigere sforzi e risorse a difesa delle aree più vulnerabili e scegliere le contromisure più adatte a contrastare le minacce previste con le risorse disponibili.
Per realizzare questo tipo di impianto a regola d’arte è necessario, inoltre, scegliere, coordinare ed installare prodotti con caratteristiche tali da assicurare che il sistema, nel suo complesso, garantisca il livello di prestazione richiesto e, al contempo, riduca al minimo gli allarmi indesiderati.
Per questi motivi il CEI ha voluto raccogliere in un unico volume la Norma CEI 79-3 che rappresenta il riferimento per la progettazione, realizzazione, verifica e manutenzione degli impianti di allarme intrusione, la Norma CEI EN 50131-1 che specifica i requisiti funzionali e prestazionali e le classi ambientali dei sistemi di allarme, per costituire un utile strumento di approfondimento sulla progettazione di questi impianti e familiarizzare con i concetti fondamentali delle norme del CT79 sui Sistemi di allarme, insieme al foglio di interpretazione CEI EN 50131-1/IS2.

Fonte: CEI

21 novembre 2012. Safety Day a Benevento

omino fuocoIl 21 novembre p.v., alle ore 9.15, presso la Camera di Commercio di Benevento, si terrà una Giornata sulla “Responsabilità Sociale d’Impresa, Manutenzione, Sicurezza e Antincendio”, terzo momento del Programma regionale di “Promozione della Sicurezza e della Responsabilità Sociale d’Impresa", che, fin dal 2008, viene realizzato dal Consorzio Promos Ricerche in collaborazione con Unioncamere Campania ed INAIL Campania, e che da quest’anno, vede coinvolta anche la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco.
La giornata sarà articolata in due momenti: al mattino è previsto il “Safety Day” che, dopo i saluti istituzionali, vedrà le relazioni presentate dai tecnici dei Vigili del Fuoco e dalla CONTARP dell’INAIL. Nel pomeriggio si terrà un Workshop su “Gestione, Manutenzione, buone prassi e proposte settoriali e territoriali – I Sistemi di Gestione” con ulteriori interventi tecnici e con la presentazione di alcune  testimonianze aziendali.
Anche in questa occasione, l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Benevento sarà presente con i saluti del suo Presidente e con un intervento tecnico di un responsabile della Commissione Sicurezza.
Il programma “Promozione della Sicurezza e della Responsabilità Sociale d’Impresa" prevede la realizzazione di un percorso formativo rivolto a rappresentanti di imprese, al fine di formare la figura di “Esperto di progettazione di Sistemi di Gestione della Safety”
Le richieste di partecipazione al corso, dovranno pervenire attraverso registrazione on-line sul sito del Consorzio Promos Ricerche o fax, ai recapiti sotto riportati.
Sarà data la precedenza ai rappresentanti delle PMI partecipanti al Safety Day, in possesso dei requisiti richiesti (vedi programma allegato), privilegiando la partecipazione di un rappresentante per ogni azienda/organizzazione.

Locandina Safety Day

Programma Promozione Sicurezza e RSI

 

Per  informazioni, contattare:
Sportello RSI del Consorzio Promos Ricerche
Via S. Aspreno, 2 - 80133 Napoli
Tel.  081 4109140 - 081 7607233
Fax: 081 5520181
www.promosricerche.org

PMI artigiane. Nuovo bando dall'AMVA

 

BOTTEGHEItalia Lavoro pubblica il Secondo Avviso rivolto alle imprese per l’avvio di nuove Botteghe di Mestiere e per offrire ai giovani la possibilità di fare un’esperienza diretta nelle imprese dell’artigianato.
L’iniziativa, come già avvenuto nel Primo Avviso Pubblico del 3 aprile 2012, ha per oggetto l’individuazione di un modello di Bottega di Mestiere, rappresentato da un’impresa o da un aggregato di imprese, operante nei comparti produttivi propri della tradizione italiana, per agevolare la trasmissione di competenze specialistiche verso le nuove generazioni, promuovere il settore dei mestieri tradizionali, favorire il ricambio generazionale e stimolare lo sviluppo di reti su base locale, attraverso l’attivazione di percorsi sperimentali di tirocinio.
Le botteghe da selezionare in questa fase sono 72 e per ciascuna di esse sono previsti 2 cicli di tirocinio (per una durata complessiva di 12 mesi).
A favore dei soggetti che attivano la Bottega di Mestiere, come per l’Avviso precedente, sarà riconosciuta un incentivo di 250 euro mensili per ogni tirocinante ospitato, mentre per i tirocinanti (di età inferiore a 29 anni) è prevista una borsa di tirocinio pari a 500 euro al mese per un massimo di 3.000 euro.
Le imprese che hanno già avviato una Bottega di Mestiere in seguito al I Avviso non possono ricandidarsi. Lo stesso vale per i tirocinanti che hanno già realizzato il percorso di tirocinio e per coloro che lo abbiano interrotto anticipatamente.
Le risorse previste per la realizzazione di questa nuova edizione sono pari a 6.480.000 euro.
Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione delle imprese è fissato al 3 dicembre 2012, mentre i tirocinanti potranno presentare le domande secondo le finestre temporali che saranno rese note successivamente alla pubblicazione delle graduatorie delle Botteghe di Mestiere.
Questa iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma AMVA - “Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale” ideato e attuato da Italia Lavoro, con il contributo dei Programmi Operativi Nazionali del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 “Azioni di sistema” e “Governance e azioni di sistema.

Avviso per l'avvio di nuove Botteghe di Mestiere

Programma AMVA "Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigiana"

Fonte: AMVA

Giovani del non profit per lo sviluppo del Mezzogiorno

 

 

GIOVANI"Giovani del no profit per lo sviluppo del Mezzogiorno" è volta a promuovere e sostenere i progetti del privato sociale per il rafforzamento della coesione socio-economica del Sud, mediante la creazione di reti in grado di leggere i bisogni emergenti traducendoli in proposte progettuali concrete, sostenibili ed efficaci.
Destinatari del progetto sono i giovani under 35 del Sud Italia che, attraverso associazioni di volontariato e privato sociale, cooperative ed enti senza scopo di lucro, potranno proporre idee per la valorizzazione di beni pubblici e per il miglioramento dell'offerta di sevizi collettivi, con particolare attenzione ai beni culturali.
L'iniziativa, prevista nell'ambito del Piano di Azione e Coesione (Pac), è articolata in due bandi, che prevedono azioni mirate da attuare nel Mezzogiorno:
- il primo bando, "Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici", punta a sostenere il recupero di spazi comuni al fine di restituirli al territorio, dando impulso all'imprenditoria giovanile e all'occupazione sociale;
- il secondo bando, "Giovani per il sociale", è volto a favorire l'inclusione sociale, il coinvolgimento ed il sostegno di giovani in condizioni di disagio, con l'obiettivo di promuovere la cittadinanza attiva e la solidarietà.

Gli interventi, promossi dal Ministro per la Coesione Territoriale e dal Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione e attuati, attraverso il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica e il Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri - si inseriscono nell'ambito della riprogrammazione dei fondi comunitari co-finanziati per lo sviluppo del Sud con l'obiettivo di accelerarne e soprattutto riqualificarne l'impiego.

Approfondisci

Bando "Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici"

Bando "Giovani per il Sociale"

Fonte: Ministero per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione

Ambiente. Dal WWF il carrello della spesa virtuale

Carrello-della-spesa-virtualeTutti possono calcolare il prezzo ambientale del cibo che arriva sulle proprie tavole grazie al nuovo “carrello della spesa”, un supermercato virtuale che, oltre all’impronta di carbonio, è in grado di misurare anche quanta acqua “mettiamo nel piatto” attraverso le nostre scelte alimentari. Attraverso questa piattaforma, i consumatori potranno acquistare virtualmente frutta, verdura, carne, pesce e altri prodotti, ricevendo alla cassa uno “scontrino” che riporterà l’impronta idrica e di carbonio dei propri acquisti, insieme a consigli su come ridurre il proprio impatto ambientale scegliendo menù “green” a basso consumo di acqua e CO2. Per pomodori e prodotti derivati, il carrello si avvale delle misurazioni originali derivanti dallo studio effettuato da Mutti e WWF.
La produzione di un alimento, richiede grandi quantità di terra, energia e acqua. Non solo, se consideriamo tutti i passaggi che quell’alimento fa dall´azienda alla forchetta, bisogna includere tutte le fasi di  produzione, trasformazione, distribuzione, passaggi tutti con elevati impatti ambientali. In quest’ottica il carrello della spesa virtuale del WWF intende fornire una valutazione dell’impatto degli alimenti usando due indicatori (impronta idrica e di carbonio) rappresentativi del consumo di risorse (acqua) e emissioni di anidride carbonica fornendo così un quadro completo degli effetti dei nostri comportamenti e delle nostre scelte.
Il riscaldamento globale, la desertificazione e la perdita di biodiversità sono solo alcuni dei cambiamenti che il Pianeta sta subendo principalmente a causa delle attività dell'uomo. Tra le tante attività che contribuiscono a questi cambiamenti, grande responsabilità è da attribuire anche a come si produce e consuma il cibo. Per tutti gli esseri viventi il cibo è necessario per vivere, ma la qualità, la quantità e la tipologia di questo cibo possono influire molto sullo stato di salute, sia nostro sia dell’ambiente.
Nella moderna civiltà altamente tecnologizzata è facile dimenticare come l’economia – e in realtà la nostra stessa esistenza -  dipendano interamente dai sistemi naturali e dalle risorse del Pianeta.  Dipendiamo per esempio dal clima per la presenza di ambienti idonei all’agricoltura, dal ciclo idrico per la disponibilità di acqua dolce, dai processi geologici per la formazione di suoli biologicamente produttivi e dagli insetti per l’impollinazione delle piante da frutto, degli ortaggi e delle colture erbacee.

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P.A. Attivata la piattaforma telematica per la Certificazione del Credito

 

CERT CREDAttivata la piattaforma Web per la certificazione dei crediti che le imprese vantano nei confronti della PA. Il servizio online è stato reso noto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze ed è predisposto ai sensi dei Decreti Ministeriali del 22 maggio 2012 e del 25 giugno 2012. Obiettivo principale della nuova piattaforma elettronica è la semplificazione della procedura finalizzata alla cessione, anticipazione e compensazione dei crediti certificati. Il Governo si augura che il processo, svolto in modalità telematica, possa rendere più agevole la richiesta e il rilascio delle certificazioni, favorendo il contenimento degli effetti drammatici provocati dal ritardo nei pagamenti della PA alle imprese.
Al momento, la piattaforma per la certificazione dei crediti mette a disposizione solo le funzionalità per consentire la registrazione da parte delle Amministrazioni e degli Enti Pubblici, ma al più presto saranno rese disponibili anche le funzionalità per i creditori. Entro 30 giorni infatti, tutte le amministrazioni statali e gli Enti pubblici (anche quelli locali e del Servizio Sanitario Nazionale) dovranno richiedere l’abilitazione sul sistema: da quel momento i titolari di “crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, scaturenti da contratti aventi oggetto somministrazioni, per forniture e appalti nei confronti di una Pa”, potranno abilitarsi sulla piattaforma e presentare all'amministrazione o ente debitore istanza di certificazione del credito.

Per informazioni e problemi tecnici sarà possibile contattare il servizio di assistenza all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Piattaforma Certificazione Credito

Normativa per la Certificazione del Credito

Fonte: Ministero Economia e Fimanze

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