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Sistemi per il controllo di fumo e calore: Aggiornata la norma UNI 9494-1

 

logo uniLa UNI 9494-1:2012 è la prima di una serie di norme relative ai sistemi per il controllo di fumo e calore ("Progettazione e installazione dei Sistemi di Evacuazione Naturale di Fumo e Calore").
Questa norma tecnica costituisce un’importante novità per la progettazione e la realizzazione a regola d’arte di questi impianti, fornendo nuove indicazioni al fine di installarli e renderli operativi in sicurezza.
Il documento si inserisce in un quadro normativo articolato e rappresenta uno strumento fondamentale per applicare le regole tecniche di prevenzione incendi per le attività commerciali soggette al decreto 27 luglio 2010 (prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle attività commerciali con superficie superiore a 400 mq).
La norma contiene, oltre ai criteri di dimensionamento e scelta dei componenti, una descrizione dettagliata della documentazione da predisporre in fase di progettazione e dopo l’esecuzione dell’opera.

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Distretti tecnologici nazionali. Le domande entro il 28 settembre

 

MIURSaranno disponibili dal prossimo 2 luglio i modelli di domanda per il bando sullo sviluppo e il potenziamento di cluster tecnologici nazionali. Nel frattempo il ministero dell’Istruzione università e ricerca avvia il servizio di assistenza per le imprese che intendono presentare domande o avere chiarimenti a proposito del bando. I quesiti possono essere inviati a un apposito indirizzo (cluster Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e vengono aggiornati ogni venerdì. La compilazione delle istanze online, invece, verrà avviata a partire dal prossimo 11 luglio.
Tra i tanti chiarimenti forniti c’è quello sulla lettera d’intenti che, spiegano dal ministero, “dovrà essere presentata esclusivamente dalle Regioni che manifestano il proprio interesse a sostenere anche finanziariamente, nell’ambito di specifici accordi di programma con il Miur, attività complementari o funzionali allo sviluppo e alla valorizzazione del cluster”. Una stessa impresa, peraltro, può partecipare a cluster focalizzati su aree diverse “fermo restando il fatto che ogni soggetto industriale – specifica il ministero – può sostenere costi non superiori ai 7,5 milioni di euro”. E le agevolazioni? Nelle Regioni dell’obiettivo Convergenza, Campania compresa, sono concesse sotto forma di contributo nella spesa secondo questi parametri: 50 per cento dei costi giudicati ammissibili per le attività di ricerca industriale; 25 per cento dei costi riferibili alle attività di sviluppo sperimentale.

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Vai al Decreto Direttoriale 30/05/2012 n. 257

 

Pannelli fotovoltaici: incentivi, novità da luglio

 

pannelliDal primo luglio, per accedere agli incentivi, le aziende che producono o importano pannelli fotovoltaici dovranno garantire anche la corretta gestione dei moduli a “fine vita”. Comincia a produrre i primi effetti il decreto ministeriale 5 maggio 2011 (IV Conto Energia) che all’articolo 11 comma 6 detta precise disposizioni per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio dopo il 30 giugno: il soggetto responsabile dell’impianto dovrà trasmettere al Gestore dei servizi energetici (Gse) il certificato che attesti l’adesione del produttore o importatore a un consorzio che garantisca il riciclo dei pannelli fotovoltaici al termine della loro vita utile. E’ la prima volta che la regolamentazione nazionale di accesso alle tariffe incentivanti sul fotovoltaico prevede espressamente tali garanzie. I contenuti del VI Conto energia, in materia di garanzie del fine vita dei moduli fotovoltaici anticipano la revisione della Direttiva europea sui Raee (il testo dovrebbe essere pubblicato entro l’estate), la quale prevede l’inclusione dei moduli fotovoltaici tra le apparecchiature elettriche ed elettroniche inserendoli in categoria 4.

Fonte: Il Denaro

Social Innovation: percorso del futuro

 

SMARTL’enfasi posta di recente in Europa e in Italia sul tema delle smart cities ha il merito di contribuire alla definizione della vera sfida che abbiamo davanti, rappresentata dalla realizzazione di un nuovo corso denominato Social Innovation. Dai vari dibattiti e iniziative progettuali svoltosi di recente su tema nel nostro Paese e in Campania, è emersa una tendenza ad affrontare il problema per singoli ambiti e con un approccio sperimentale. Il tutto con la speranza di arrivare a trovare soluzioni sistemiche.
Questo modo di procedere, sia pur rispondendo alla necessità di comprendere meglio il terreno su cui ci si sta muovendo e di ridurre la complessità generale dei problemi da affrontare, può risultare non molto efficace se non si assume come meta (o vision) la Social Innovation. In altre parole, nell’era della globalizzazione e della Società della Conoscenza per dare continuità allo sviluppo socioeconomico dei popoli, e nel caso specifico di quelli dell’Europa e dell’Italia, serve una bussola con cui navigare. Ma cosa dobbiamo intendere per Social Innovation? La Social Innovation rappresenta la capacità di una comunità di fondare la sua esistenza sulla condivisione di valori etici, una democrazia partecipata, l’attitudine al cambiamento delle regole e alla creazione e utilizzo di innovazioni scientifiche e tecnologiche. L’analisi di come si svilupperà il mondo nei prossimi decenni e della complessa crisi economica che si sta attraversando, indica che le comunità, qualunque sia la loro connotazione (cittadine, nazionali, ecc), per affrontare le nuove sfide per lo sviluppo devono avere una grande capacità di vivere i cambiamenti derivanti: dall’evoluzione scientifica e tecnologica; dal confronto culturale sociale ed economico con le altre comunità con cui bisogna cooperare e competere; dalle incertezze e i rischi presenti nei piani per l’assicurazione di un benessere minimo o di una cittadinanza inclusiva. Tutto questo può essere gestito al meglio solo attraverso la bussola della Social Innovation, che implica una strategia per la formazione di smart-people che devono vivere secondo i principi dello smart-living in delle smart-communities o smart-cities. Quest’ultime da intendere come città dove gli investimenti nel capitale umano e sociale, nei processi di partecipazione, nell’istruzione, nella cultura, nelle infrastrutture per le nuove comunicazioni, alimentano uno sviluppo economico sostenibile, garantendo un’alta qualità di vita per tutti i cittadini e prevedendo una gestione responsabile delle risorse naturali e sociali, attraverso una governance partecipata.

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Safety Day a Napoli. Presentazione Programma 2012

sicurezza lavoro--400x300Il prossimo venerdì 29 giugno 2012 alle ore 9:00, presso la sede storica della Camera di Commercio in Piazza Bovio, si terrà una Giornata incentrata sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, Manutenzione, Sicurezza e Antincendio.
L’incontro è il primo atto del Programma regionale di “Promozione della Sicurezza e della RSI", che il Consorzio Promos Ricerche svolge, fin dal 2008 in diretta collaborazione con Unioncamere Campania ed  INAIL Campania, e che da quest’anno, a seguito di uno specifico accordo  di collaborazione, vedrà coinvolta la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco.
La giornata sarà articolata in tre momenti: il primo riguarderà la presentazione generale del Programma, seguirà un Safety-Day che, dopo i saluti istituzionali, vedrà le relazioni  presentate dai tecnici dei Vigili del Fuoco e dalla CONTARP dell’INAIL. La giornata si chiuderà con un Workshop tecnico e con la presentazione di alcune interessanti testimonianze aziendali.
L’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli, anche quest’anno, assicura il suo contributo al Programma riconoscendo, inoltre, ai propri iscritti partecipanti all’incontro, un attestato valido ai fini dell’aggiornamento obbligatorio per Responsabili ed Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione - RSPP e ASPP (ex Accordo Stato Regioni del 26/01/2006).

 

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DURC. Pubblicate due circolari esplicative

 

DURC.jpgMEDIAIl Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed il Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione hanno, recentemente, emanato due circolari sul Documento unico di regolarità contributiva, rispettivamente la circolare 1 giugno 2012, n. 12 e la circolare 31 maggio 2012, n. 6; le due circolari che sono successive alle ultime notivà legislative introdotte dal decreto-legge n. 5/2012 convertito dalla legge n. 35/2012, riportano interessanti indicazioni in riferimento all'acquisizione d'ufficio del durc.
Il Ministero del Lavoro, nella circolare, invita le stazioni appaltanti a tenere esclusivamente conto delle certificazioni rilasciate dalle Casse edili abilitate al rilascio del Durc; riprendendo, poi, quanto già precedentemente affermato, ricorda che eventuali certificazioni rilasciate dalla Casse edili non abilitate non potranno in alcun modo sostituirsi al Durc, ancorché dette Casse abbiano in passato sottoscritto accordi a livello locale ovvero abbiano in corso contenzioso in merito alla possibilità di rilasciare attestazioni di regolarità nelle more della definizione dei procedimenti.
Nella circolare è stata, anche, evidenziata la natura del Durc quale certificato, in quanto lo stesso possiede tutte le caratteristiche a questo attribuite dalla legge, pur rimanendo, in ogni caso, esclusa la possibilità di autocertificarlo da parte del privato.
La regolarità contributiva non può essere ritenuta autocertificabile in quanto la stessa non può essere oggetto di sicura conoscenza così come avviene per gli stati, qualità personali e fatti che, ai sensi dell'art. 40 del D.P.R. n. 445/2000, possono essere sostituiti da dichiarazioni proprio in quanto elementi di fatto oggettivi riferiti alla persona e che la regolarità contributiva è il risultato di complesse valutazioni tecniche di natura contabile da effettuarsi esclusivamente a carico degli enti deputati al rilascio del Durc.

Circolare Ministero Lavoro

Circolare Ministero P.A. e Semplificazione

 

Regole per i finanziamenti alle costruzioni

 

edilizia finanziamentiNell’ambito dei temi individuati come prioritari ed innovativi per la normazione, si inserisce quello dell’iter di finanziamento nei processi di progettazione e realizzazione delle opere nel settore delle costruzioni.
L’esigenza di indirizzare l’attività UNI a questo tema risale al 2008, in concomitanza dei primi segnali della crisi economico-finanziaria che avrebbe poi investito in maniera rilevante il mercato immobiliare e trova conferma da quanto emerge dalla lettura delle linee politiche dell’UNI per il triennio 2011-2013. Partendo dal presupposto di riconoscerle un ruolo sociale e una positiva ricaduta in termini economici, l’attività di normazione ha dedicato risorse e grande attenzione al settore delle costruzioni non solo rispetto al profilo delle tematiche più squisitamente tecniche, quali sono la sostenibilità ambientale e la classificazione acustica, ma anche rispetto a quello di tematiche di ordine più strettamente socio-economico, qual è il finanziamento delle imprese edili.
Considerati la forte contrazione che si registra nell’accesso al credito e il peso che il settore delle costruzioni riveste nella composizione del prodotto interno lordo, l’idea di studiare una specifica volontaria per la definizione e l’adozione di una piattaforma comune di riferimento per aiutare gli operatori del mercato immobiliare (soggetti promotori e finanziatori) a dialogare tra di loro è stata condivisa del mondo delle imprese e dal settore bancario.

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Biomasse, combustibili dai rifiuti

 

biomasseLe biomasse rappresentano, con tutta probabilità, la fonte rinnovabile più ampia e varia in termini di materie prime utilizzabili e di tecnologie necessarie per la loro utilizzazione. Di fatto, partendo dal concetto che le biomasse sono sempre sostanze di origine biologica, si spazia dai rifiuti delle attività industriali, agricole e civili (a patto che contengano una frazione biogenica apprezzabile), ai numerosissimi prodotti vegetali e animali, normalmente reperibili allo stato solido o liquido.
Da questi materiali possono essere ottenuti - con processi biologici, meccanici o termici - dei biocombustibili solidi, liquidi o gassosi di diversa purezza e qualità con i quali alimentare impianti di ogni tipo per la produzione, anche combinata, di energia termica, meccanica ed elettrica.
C’è comunque di più. In un’ottica moderna e ad alto potenziale innovativo, le biomasse sono oggi viste come risorsa dalla quale ottenere, con le bio-raffinerie, molecole utili per produrre materie prime rinnovabili di sintesi, oltre che calore ed elettricità come coprodotti.
E’ l’idea fondante della “bio-based economy” della quale molto si parla soprattutto a livello europeo. L’uso delle biomasse, in definitiva, si basa su un numero molto grande di possibili combinazioni tecnologiche che, tuttavia, oggi è fortemente limitato dalle economie di processo.
Circoscrivendo il quadro al settore energetico, le biomasse giocano, a livello nazionale, un ruolo rilevante. L’attuale programmazione nazionale, infatti, mira al raggiungimento, nel 2020, di un contributo delle fonti rinnovabili pari al 17% dei consumi finali di energia, del quale poco meno della metà ci si aspetta che derivi proprio dall’utilizzo delle biomasse. Un ruolo, quindi, più che importante anche in termini quantitativi.

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Fonte UNI

Treni ad alta velocità. Stabilite le regole per i sistemi frenanti.

 

TAVIl sistema ferroviario comunitario, sia passeggeri che merci, sta rapidamente cambiando sulla base delle direttive comunitarie che aprono il mercato a più concorrenti. Storicamente il sistema ferroviario era gestito su base nazionale da ogni stato membro che provvedeva tramite apposite aziende ferroviarie statali (monopoliste e spesso dipendenti direttamente dal Ministero dei Trasporti), a curarne i principali aspetti: la sicurezza, la regolamentazione del servizio, l’infrastruttura e il materiale rotabile.
La direttiva CEE n° 440 del 1991 ha imposto la separazione contabile tra la gestione dell’infrastruttura e quella dei servizi di trasporto riorganizzando il sistema ferroviario europeo per la liberalizzazione e l’apertura alla concorrenza del mercato. Successive direttive hanno completato la legislazione in merito alla liberalizzazione ferroviaria.
È quindi in corso un’evoluzione da un’organizzazione dove ogni stato membro gestiva il sistema ferroviario nazionale in ogni sua parte ad una dove, su una base regolamentare europea e con un’infrastruttura interoperabile, possono circolare treni di diversi operatori che offrono un servizio di trasporto in concorrenza tra loro.
Nelle considerazioni iniziali della direttiva 2004/49/CE sulla sicurezza delle ferrovie si riporta testualmente:
“I livelli di sicurezza del sistema ferroviario comunitario sono generalmente elevati, in particolare rispetto a quelli del trasporto su strada. Nell’attuale fase di ristrutturazione, che separerà le funzioni di compagnie ferroviarie precedentemente integrate e porterà il settore delle ferrovie da un ambito di autoregolamentazione ad un ambito di regolamentazione pubblica, è importante che sia almeno mantenuta la sicurezza. Ove ragionevolmente praticabile, la sicurezza dovrebbe essere ulteriormente migliorata alla luce del progresso tecnico e scientifico e tutelando la competitività del modo di trasporto su rotaia.”
Si ricava quindi immediatamente, in un contesto in rapida evoluzione come quello ferroviario, l’importanza delle normative per garantire la sicurezza del trasporto su rotaia favorendo al contempo il libero mercato.

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Fonte: UNI

Bioliquidi per usi energetici

 

BIOLIQUIDILa specifica tecnica UNI/TS 11446:2012 “Bioliquidi pirolitici - Classificazione e specifiche ai fini dell'utilizzo energetico”, elaborata dal GL 905 “Bioliquidi per uso energetico” del Comitato Termotecnico Italiano (Ente federato UNI), definisce la classificazione dei bioliquidi pirolitici ottenuti con processi termochimici di pirolisi e destinati alla produzione di energia. Il documento stabilisce inoltre le specifiche dei bioliquidi pirolitici prodotti esclusivamente da matrici ligno-cellulosiche, da matrici provenienti dall'intera filiera degli oli e grassi vegetali e loro materie prime, dai soli oli e grassi animali, dal materiale algale, dalle loro miscele e miscugli.
Considerata la variabilità delle caratteristiche chimico-fisiche dei bioliquidi pirolitici, le specifiche fornite per le matrici indicate possono costituire solo un riferimento indicativo per bioliquidi ottenuti da altre matrici. Sono esclusi dal campo di applicazione della specifica tecnica i bioliquidi pirolitici ottenuti da processi termochimici di pirolisi su matrici non esclusivamente costituite da biomassa, così come sono esclusi i bioliquidi pirolitici per usi diversi (autotrazione, usi alimentari, industria chimica, ecc.) dall'impiego energetico.
La UNI/TS 11446 si aggiunge ad altre norme nazionali ed europee che classificano i biocombustibili. Si ricorda, ad esempio, il pacchetto delle 6 parti della UNI EN 14961 che caratterizza i biocombustibili solidi come pellet, legna, bricchette e cippato, oppure la UNI/TS 11163 “Biocombustibili liquidi. Oli e grassi animali e vegetali, loro intermedi e derivati. Classificazione e specifiche ai fini dell’impiego energetico”.

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