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News - Ambiente & Energia

News - Ambiente & Energia (409)

SISTRI: installazione Black Box

 

 

 

Dalla Camera di Commercio di Napoli

SISTRI: 30 Novembre, data ultima per l’installazione sugli automezzi dei dispositivi Black BoxSistri
Il Decreto ministeriale 28 settembre 2010 ha prorogato al 30 novembre 2010 il termine ultimo per il completamento delle procedure connesse al Sistri e per la consegna dei dispositivi USB e l’installazione sugli automezzi delle black box alle imprese interessate.
Al fine di non incorrere nella sanzioni previste, tenuto conto della scadenza stabilita e in previsione del grande afflusso di lavoro che si riverserà sulle officine abilitate alla installazione della black box sugli automezzi, si sollecitano le imprese interessate a procedere in tempi brevi agli adempimenti Sistri ed alla installazione sugli automezzi dei dispositivi suddetti.
Per ulteriori informazioni in merito alle procedure è possibile contattare l’ufficio Sistri della Camera di Commercio di Napoli sito presso il Centro direzionale di Napoli is. C2 – Telefono: 081 7607853 orari: dal lunedì al venerdì 8.45 – 12.00; 14.00 – 15.00.

 

Ulteriori informazioni sul SISTRI qui.

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Libro verde sulla gestione dei rifiuti organici biodegradabili

 

Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europrifiutiea n. C351E, pubblicata lo scorso 2 dicembre 2011, è stato pubblicato il “Libro verde della Commissione sulla gestione dei rifiuti organici biodegradabili nell'Unione europea”.

Il trattamento dei rifiuti organici è un tema di grande interesse perché essi costituiscono una risorsa preziosa e rinnovabile per la produzione di elettricità e di biocarburante per i trasporti e per l'alimentazione della rete del gas. Una raccolta differenziata di qualità rappresenta infatti un punto fondamentale del processo per l’attuazione della direttiva sulle discariche, per fornire materiali di qualità utili al riciclaggio dei rifiuti organici e per migliorare l'efficacia del recupero di energia.

Affinché l'incenerimento dei rifiuti organici diventi un'alternativa fattibile nella gerarchia del trattamento dei rifiuti, un presupposto fondamentale è che sia abbinata al recupero dell’energia.

I rifiuti organici possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi chiave fissati per il 2020 dalla direttiva comunitaria 2009/28/CE meglio nota come RED “Renewable Energy Directive” sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

Continua sul sito dell’UNI
Consulta la versione integrale del documento

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Scheda tecnica per i mobili in legno

 

legnoAnche armadi e letti, cucine e librerie, pavimenti e infissi hanno la loro bella carta d'identità, che ne illustra i "connotati". È una scheda tecnica, che dal 2004 deve obbligatoriamente accompagnare ogni mobile o complemento d'arredo che contenga del legno, e deve essere sempre visionata prima di firmare il contratto di acquisto o di ricevere il mobile. Su questo documento, che deve essere scritto in modo chiaro e comprensibile per il consumatore, sono riepilogate alcune informazioni molto importanti per valutare l'acquisto, dal tipo di materiali usati sino alle istruzioni di manutenzione. Meglio diffidare, quindi, di mobili dai prezzi stracciati ma che ne sono privi oppure che presentano etichette lacunose, scritte in un italiano approssimativo, oppure indicanti caratteristiche differenti dal manufatto in vendita.
La prima informazione da verificare sulla scheda tecnica riguarda la tipologia e i materiali usati per la struttura e i rivestimenti. Solo così si può capire se l'armadio dal prezzo così conveniente è tutto in legno massello o lo è solo in superficie mentre tutto il resto è fatto di un materiale più economico come il truciolato. O se il legno utilizzato è pregiato, come quello di noce, o è meno resistente e duraturo, come quello di pino. Chi ama i mobili naturali può cercare il logo Vero Legno, l'unico marchio europeo di garanzia di autenticità del legno e dei prodotti in legno.
Sulla scheda prodotto devono essere indicate anche le istruzioni per la manutenzione e la pulizia: due voci molto importanti per valutare la "vantaggiosità" complessiva del l'acquisto e per far durare i mobili il più a lungo possibile.
Un'altra informazione obbligatoria molto importante è rappresentata dal nome e dalla ragione sociale del produttore (o dell'importatore, in caso di mobili non realizzati in Italia): così si ha un ulteriore punto di riferimento, oltre a quello del venditore, in caso di difetti di fabbricazione o problemi dei mobili acquistati. Infatti la normativa comunitaria di garanzia sui beni di largo consumo si può applicare solo in presenza di una chiara indicazione di chi ha la responsabilità di eventuali difetti del bene o di danni causato dal suo utilizzo.

Continua su Il Sole 24 Ore

Approfondisci su www.verolegno.it

Scarica il D.lgs. 206/2005 (Codice del Consumo)



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Consumo responsabile. Aperte le consultazioni della C E

 Sono aperte fino al 3 aprile le consultazioni dellconsumo respa Commissione europea per raccogliere pareri e informazioni sulla possibile introduzione di misure relative a una produzione e un consumo più sostenibile.
In particolare la consultazione riguarda l'impatto sull'ambiente dei prodotti e delle organizzazioni e offre la possibilità a tutte le parti interessate di esprimere le proprie opinioni sulle opzioni politiche proposte..
Troppo spesso infatti, i prodotti che acquistiamo e utilizziamo quotidianamente, hanno la caratteristica di contribuire a problemi ambientali come cambiamenti climatici, inquinamento idrico e impoverimento delle risorse naturali. E' dunque necessario considerare le implicazioni ambientali dell'intero ciclo di vita della catena di fornitura dei prodotti, beni o servizi.

Per inviare il proprio contribuito basta collegarsi al sito della Commissione Europea
Fonte: Adnkronos

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Ecosistema urbano edizione 2010

 

Diciassettesi6078 Ecosistema-Urbanoma edizione della classifica annuale di Ecosistema urbano, l’indagine di Legambiente e Ambiente Italia.  Le grandi città sono quelle che scivolano più in basso alla classifica. Lieve progresso solo per Torino.
Scendono – in alcuni casi “precipitano” – Milano, Napoli, Palermo, Roma.
Belluno è sul podio al primo posto e Verbania al  secondo posto. Parma si conferma terza.
Per approfondimenti segnaliamo  Legambiente, Repubblica.

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Green Economy e Green Job

 

Oltre al profitto e agreen-jobsi fatturati prende in considerazione l’ambiente: è la Green Economy, l’economia verde. Una economia fatta di un numero crescente di imprese che stanno attente alle materie prime, ai  trasporti, agli imballaggi, ai rifiuti e al riciclo, ma anche all’energia che utilizzano e all’emissione di CO2.
Le imprese della green economy si servono di risorse rinnovabili: le biomasse, l’eolico, il solare, l’energia idraulica e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale.
Lo sviluppo di un’economia sostenibile è l’occasione per creare nuove professioni “Green Job” o aggiornare attività classiche. I “mestieri verdi” sono tutte quelle professioni nate intorno all’industria e ai servizi di stampo ecologico, danno occupazione a circa tre milioni e mezzo di persone in tutta Europa. Sono altamente qualificati e in continua evoluzione, interessano tutti i settori e richiedono una preparazione sempre più mirata già a partire dall’università: l’Auditor Ambientale, il Bioingegnere, il Certificatore Energetico, il Dialogatore per l’ambiente, l’Energy manager, l’Installatore, Proggettista verde, Manager verde, Quality manager, ecc. Per un approfondimento rimandiamo a IlSole24Ore: L’Abc dei Green Job.
Si tratta del lavoro e dei mestieri del futuro? Può darsi, del resto citando il direttore di Legambiente Campania, Raffaele Del Giudice: “Ecologia ed Economia hanno la stessa radice“.
M.S.

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Conferenza sull’ambiente, il 16 e 17 settembre

 

Una conferenza sull’ambiente, epaesaggiostesa alle tematiche non solo fisico-paesistiche del contesto ambientale, ma agli aspetti urbanistici, economici e sociali. E’ una delle iniziative promosse nell’ambito della quarta edizione del corso di Alta Formazione “Governo del Territorio”, diretto da Almerico Realfonzo e gestito dal Consorzio Promos Ricerche di Napoli in collaborazione con Agenzia del Territorio, Facoltà di Studi Politici e per l’Alta Formazione Europea e Mediterranea “Jean Monnet” della Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’innovazione, Politecnico di Torino-Compagnia di San Paolo e Fondazione Idis-Città della Scienza e patrocinato dalla Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze del Mef.
La manifestazione è articolata in tre sessioni differenziate per tematiche ricorrenti in una grande regione come la Campania, ma anche di portata nazionale: generali, tecnico-valutative, gestionali-amministrative, le cui trattazioni sono affidate ad eminenti personalità accademiche e ad autorevoli rappresentanti della pubblica amministrazione e del mondo produttivo.
La prima sessione è prevista per il 16 settembre tra le 13,50 e le 18, mentre la seconda e la terza per il 17 settembre, rispettivamente tra le 9,30 e 12,50 e tra le 14 e 17,20. I lavori si svolgono a Palazzo Fondi, in via Medina 24, a Napoli, presso il salone nell’Agenzia del Territorio, direzione regionale della Campania.

Continua su Il Denaro.it
Altre info qui
Su AdnKronos
IlTempo

 

 

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CEO2: il videogioco per la responsabilita’ sociale

 

CEO2 è un Climatevideo Business Game, un videogioco creato dal WWF per suggerire alle imprese il giusto comportamento nel rispetto dell’ambiente e nell’ottica CSR. Un nuovo modo di comunicare alle imprese la mission e le best practices: una avventura di gaming on-line.  Il gioco trasforma i concetti di responsabilità sociale d’impresa in avventure e missioni del personaggio di gioco. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la compagnia di servizi finanziari Allianz, mentre il gioco è stato creato e sviluppato dall’agenzia di comunicazione di Berlino LGM Interactive.
I navigatori, che prendono parte al gioco gratuitamente, vestono i panni di un amministratore delegato che – come nella realtà – deve fare le scelte giuste per costruire un futuro aziendale mirando alle zero emissioni di carbonio ma ovviamente anche al profitto. Le scelte aziendali prese in ambito chimico, automobilistico, dei servizi e della finanza, comportano dei risultati che sono immediatamente visibili. Un aspetto molto interessante del gioco è la possibilità di fare investimenti virtuali sulle energie rinnovabili ma soprattutto la possibilità di ottenere spiegazioni più dettagliate su ogni possibilità di scelta.
Lo scopo è quello di educare e sensibilizzare a meccanismi non semplici: conciliare economia ed ecologia.

 

CEO2 lo trovate qui.

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Il Louvre e la politica di risparmio energetico

 

Fra i musei del molouvrendo più visitati c’è il Louvre di Parigi, che entro il 2010, grazie ad un accordo con la Toshiba Corporation sostituirà 4500 punti luce che lo illuminano oggi, con lampadine LED. Una svolta all’insegna della sostenibilità, quella del museo francese. Queste lampadine LED avranno un consumo fino a 5-6 volte inferiore rispetto alle lampadine tradizionali.
Il gruppo giapponese Toshiba Corporation, leader nel settore, fornirà le apparecchiature per le lampadine LED e sosterrà le spese necessarie. Il Louvre è forse il più celebre ma non il primo a passare alle lampadine LED, ma ci sono dei precedenti: il nuovo Museo Magritte di Bruxelles inaugurato nel 2009.

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Nasce in Asia la città ideale

 

Dasostenibilita-urbana--240x154 il sole 24 ore
Dharavi è la più grande baraccopoli indiana. Rifiuti, abitazioni improvvisate, sovrappopolazione. Eppure le vicine discariche di Mumbay (ex Bombay) sono diventate una risorsa. Secondo l’Onu migliaia di persone a Dharavi lavorano in circa 400 unità per il riciclo: scavano tra gli scarti, selezionano i residui, recuperano i materiali. Circa 15mila piccole imprese sono impegnate nella produzione di accessori e giocattoli a partire da plastiche, legno e metalli trovati nelle discariche. La sostenibilità diventa una chiave per lo sviluppo locale in un’area apparentemente priva di risorse.
Ma in India aziende e ricercatori hanno risposto alle esigenze locali e sociali con tecnologie “verdi” ad hoc. Non hanno strutture fognarie 730 milioni di persone: è un’emergenza sanitaria soprattutto nei centri urbani. L’imprenditore Bindeshwar Pathak ha inventato le «Sulabh toilet»: bagni pubblici che recuperano le evacuazioni umane. Batteri metanigeni trasformano i liquami in biogas, mentre le urine raccolte, ricche di fosfati, diventano fertilizzante per i terreni. Finora Pathak ha costruito 160 impianti per la produzione di gas dai rifiuti delle toilette. A Dacca (Bangladesh) un’organizzazione non profit, Ashoka, ha lanciato il programma «Waste concern»: gli addetti alla raccolta nelle discariche ricevono uno stipendio per portare materiali utili nei centri di riciclaggio. In cinque anni hanno trasformato 125mila tonnellate di scarti in fertilizzante.
Dal 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. E oggi un miliardo di persone abita in baraccopoli o favelas. È il mercato di chi vive «alla base della piramide»: secondo la Banca Mondiale vale 5mila miliardi di dollari. Le frontiere di ricerca imprenditoriale, l’attenzione per l’ecologia e le prospettive di pianificazione urbana si intrecciano a partire dai bisogni del territorio. «Nonostante la sofisticazione del just-in-time e l’efficienza delle catene di approvvigionamento, solo il 10% degli input materiali mobilitati dalla società industriale viene condensato nei prodotti che consumiamo. Il restante 90% è sprecato, finisce in discarica o in mare», osserva Gunter Pauli, direttore dello Zeri Institute, un centro di ricerca impegnato in progetti a basso impatto ambientale. L’obiettivo di Pauli è minimizzare la generazione di scarti modificando gli ecosistemi produttivi: come nelle baraccopoli, i rifiuti diventano input al l’interno di una filiera integrata che li valorizza. In che modo? A partire dal design sistemico: «Bisogna ispirarsi all’ambiente: qualsiasi cosa funzioni bene in natura è sostenibile. Occorre utilizzare materiali localmente disponibili e cercare connessioni alternative esplorando le caratteristiche biochimiche».
Una trasformazione sistemica che supera i confini dei paesi in via di sviluppo e che coinvolge tutte le città. Partendo comunque necessariamente da un approccio integrato che, come sottolinea questo rapporto, deve affrontare tutti gli aspetti della convivenza urbana, dalla mobilità all’energia, dai servizi all’alimentazione e ai rifiuti [...].

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