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News - Ambiente & Energia

News - Ambiente & Energia (409)

Certificazione energetica in Italia: lo stato dell'arte

efficienza energetica tecNel nostro paese il recepimento della Direttiva europea 2002/91/Ce sul “rendimento energetico degli edifici nell’edilizia” ha prodotto un corpus normativo statale e regionale, anche se non ancora esaustivo, certamente significativo in materia di certificazione energetica degli edifici.
Con il D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 inerente l’“Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia” per la prima volta vengono fissate delle regole riguardanti:

  • la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche integrate degli edifici;
  • l’applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici;
  • i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici;
  • le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione;
  • i criteri per garantire la qualificazione e l’indipendenza degli esperti incaricati della certificazione energetica e delle ispezioni degli impianti;
  • la raccolta delle informazioni e delle esperienze, delle elaborazioni e degli studi necessari all’orientamento della politica energetica del settore;
  • la promozione dell’uso razionale dell’energia anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione degli utenti finali, la formazione e l’aggiornamento degli operatori del settore.

A tale dispositivo normativo, corretto ed integrato con il D. Lgs n. 311/2006, fa seguito il D.P.R. 2 aprile 2009, n. 59 con cui è stato emanato il relativo Regolamento di Attuazione che definisce le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del D. Lgs 192/2005. Le prescrizioni introdotte dal Regolamento si applicano all’edilizia pubblica e privata e alle ristrutturazioni di edifici esistenti e adottano per le metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici le norme tecniche nazionali UNI/TS 11300. Altre modifiche al D. Lgs 192/2005 sono state apportate con la L. n.133/2008, tra cui quella, introdotta dall’art. 35, con cui venne meno l’obbligo di allegare l’attestato di certificazione energetica agli atti di compravendita degli immobili, decisione successivamente oggetto di una formale procedura di messa in mora da parte della comunità europea. Nel luglio 2009 viene pubblicato il D.M. del 26 giugno 2009 inerenti le“Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” che dopo quattro anni dal primo provvedimento del governo italiano, definisce completamente le procedure applicative della certificazione energetica degli edifici, in attuazione dell’articolo 6, comma 9 e dell’articolo 5, comma 1 del Decreto Legislativo 192/2005. Le Linee guida, come esplicitato dall’articolo 3, hanno finalità atte a garantire la promozione di adeguati livelli di qualità dei servizi di certificazione, assicurare la fruibilità, la diffusione e una crescente comparabilità delle certificazioni energetiche sull’intero territorio nazionale in conformità alla direttiva 2002/91/Ce, promuovendo altresì la tutela degli interessi degli utenti. Le stesse Linee si applicano alle Regioni e Province autonome ancora sprovviste di propri strumenti di certificazione, e comunque sino alla data di entrata in vigore degli strumenti regionali.

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Risparmio Energetico. Le agevolazioni fiscali

 

agevolazioni R ELa detrazione fiscale del 55% è stata prorogata al 31 dicembre 2012 dal decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011 (convertito dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011).
Con la conversione in legge del decreto, la detrazione è stata estesa alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.
La stessa norma ha disposto, inoltre, che dal 1° gennaio 2013 le agevolazioni sul risparmio energetico saranno sostituite con la detrazione fiscale del 36% prevista per le spese di ristrutturazioni edilizie che, dal 2012, non avrà più scadenza.
Grazie, infatti, all’introduzione nel Testo unico delle imposte sui redditi (Dpr 917/1986) dell’art. 16-bis (Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici), l’agevolazione è stata resa strutturale e definitiva.
Negli ultimi anni, le disposizioni che regolano la materia delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico sono state più volte modificate. In particolare, sono cambiate le procedure da seguire per usufruire correttamente delle stesse.

Per esempio:

  • è stato previsto l’obbligo di inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, quando i lavori proseguono oltre un periodo d’imposta;
  • è stato modificato il numero di rate annuali in cui deve essere ripartita la detrazione;
  • è stata sostituita la tabella dei valori limite della trasmittanza termica.

In questa guida sono descritti i vari tipi di intervento per i quali si può fruire del beneficio e gli adempimenti necessari per ottenerlo.

Fonte: Agenzia Entrate

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Decreto Legge n. 201 del 6/12/2011

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Certificazione energetica degli edifici. Forum nazionale a Milano

 

forum certif energNell’ambito della manifestazione fieristica Mostra Convegno Expocomfort, si svolgerà a Milano il prossimo 27 marzo la seconda edizione del “Forum nazionale sulla certificazione energetica degli edifici”.
L’incontro rappresenta un’occasione di aggiornamento sia legislativo che normativo, oltre che un punto di incontro per tutti coloro che trattano, direttamente o indirettamente, il tema della certificazione energetica degli edifici.
Punto di partenza della manifestazione sarà la presentazione del “Rapporto 2012”, lo studio aggiornato, elaborato dal CTI - Ente federato UNI - che offre un quadro di riferimento ufficiale sull’applicazione della certificazione energetica degli edifici a livello nazionale.
La direttiva 2002/91/CE, ufficialmente abrogata con effetto dal 1° febbraio 2012, ha dato avvio in Europa e in Italia alla certificazione energetica. Tale direttiva, ormai in pensione, lascia spazio alla nuova 2010/31/UE, la cui applicazione richiede la revisione dell'intero pacchetto di norme tecniche EN attualmente vigente e finalizzato alla determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici.
La materia farà da premessa alla questione concernente lo stato dell’arte della legislazione e della normativa tecnica in Italia. Si sono infatti conclusi i lavori di aggiornamento della UNI/TS 11300 parti 1 e 2 e sarà presto pubblicata la parte 4. Inoltre il Ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando all’aggiornamento del D.Lgs 192/05 e, conseguentemente, dei disposti collegati, che ingloberà anche alcune misure relative al recepimento della direttiva 2010/31/UE. Gli interventi saranno mirati alla messa in evidenza di tutte le modifiche apportate nell’iter di revisione.
A completamento di una serie di interventi di aggiornamento normativo è prevista una Tavola rotonda su “Certificazione energetica, congiuntura e necessità di sviluppo”, opportunità di riflessione per acquisire consapevolezza circa le sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni, come la lotta ai cambiamenti climatici. In questa prospettiva, efficienza e certificazione energetica ricopriranno un ruolo sempre più importante.

Fonte: Comitato Termotecnico Italiano

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Biocarburanti e bioliquidi. Fissate le regole per il consumo.

 

BiocarburantiSulla Gazzetta Ufficiale italiana n. 31 - del 7 febbraio 2012 - è stato pubblicato il decreto 23 gennaio 2012 del ministero dell’Ambiente "Sistema nazionale di certificazione per biocarburanti e bioliquidi”, provvedimento da tempo atteso dagli operatori del settore.

Il decreto definisce le regole nazionali da seguire per poter immettere al consumo biocarburanti e bioliquidi nell’ambito di quanto dispone la direttiva 2009/28/EC sulla promozione dell’uso delle fonti rinnovabili e la direttiva 2009/30/EC relativa alla qualità dei carburanti. In particolare il decreto è stato predisposto per “garantire che l’attendibilità delle informazioni, che concorrono alla dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità di biocarburanti e bioliquidi e delle informazioni sociali e ambientali fornite dagli operatori economici appartenenti alla filiera di produzione degli stessi, sia accertata tramite un adeguato livello di verifica indipendente”.

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Energia. Tariffa bioraria, ottimizzare i consumi conviene

 

biorariaDoveva essere l'anno della svolta per la "bioraria per tutti", il sistema di tariffazione dell'elettricità che prevede un prezzo di riferimento più alto nelle ore "di picco" (h 8-19 dei feriali) e uno inferiore nelle fasce con minore concentrazione di consumi (h 19-8, week end e festivi). Nel luglio 2010 era infatti progressivamene iniziata la fase transitoria, con un divario limitato tra i corrispettivi delle due fasce al fine di consentire alle famiglie di acquisire abitudini meno energivore. Da inizio 2012 il divario sarebbe stato più accentuato. Invece il differenziale si è oggi molto contratto, riducendo quindi pochi euro il taglio ottenibile in bolletta adottando comportamenti virtuosi (vedere l'articolo a fianco) tanto che l'Autorità per l'energia (Aeeg) ha avviato una riflessione per una revisione del meccanismo. Il mutato scenario non impedisce comunque ai gestori di continuare a proporre, sul mercato libero, le proprie offerte biorarie, facendosi concorrenza anche su altri aspetti contrattuali (si veda sotto). Ma ecco che cosa sapere sulla bioraria per trarne comunque il massimo beneficio.
Presupposto per accedere alla bioraria è che l'utenza sia dotata di contatore elettronico. L'installazione di questi dispositivi – confermano dall'Autorità per l'energia (Aeeg) – è quasi terminata, con percentuali che vedono l'Italia all'avanguardia in Europa: il calendario della delibera Aeeg 292/06 ne aveva infatti previsto il completamento per almeno il 95% dei punti di prelievo entro il 31 dicembre scorso. Può comunque capitare che alcuni consumatori – pur con contatore elettronico – non siano ancora passati alla bioraria. Questo per le fasi della transizione: una volta installato, l'apparecchio deve essere riprogrammato per la lettura a distanza dei consumi per fasce (sempre la delibera 292/06 stabilisce che questa operazione debba terminarsi entro il 30 giugno di ogni anno successivo a quello dell'installazione); e dalla riprogrammazione devono passare tre cicli di fatturazione (con specifico avviso all'utente in bolletta) prima dell'avvio della bioraria. A oggi i contatori elettronici sono stati installati ad oltre il 96% delle famiglie, il 95% sono telegestiti e il 92% riprogrammati. E il 93% dei clienti in maggior tutela (21,2 milioni) è già "fatturato" con prezzi biorari.

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Energia in cerca di efficienza

 

fonti rinnovabiliImmancabile, con l'arrivo dell'inverno e dei consumi record di kilowattora, scatta l'allarme sulla vulnerabilità energetica dell'Italia. Una situazione che quest'anno si è manifestata in tutta la sua gravità, complice la lunga ondata di gelo nell'intera Europa e in particolare in Russia con il rallentamento delle forniture di gas. Mai come in queste situazioni di allarme emerge quanto risolvere la questione energetica sia fondamentale per ridurre la dipendenza dall'estero nonché le spese di approvvigionamento.
Importiamo l'87% dell'energia che usiamo, più della metà dell'energia primaria fossile che adoperiamo ci arriva da tre soli Paesi, sul Pil la fattura energetica pesa per il 3,3%: questo – a grandi linee – lo scenario dipinto dal rapporto «L'efficienza energetica come contributo alla sostenibilità economica» curato da Adriano Piglia, direttore del Centro Studi Safe (Sostenibilità Ambientale Fonti Energetiche), che viene presentato oggi a Roma presso l'Ambasciata della Repubblica di Polonia, alla presenza anche del ministro dell'Ambiente Corrado Clini.
La risposta ai molteplici interrogativi ambientali, energetici ed economici del mondo attuale si può trovare – secondo il rapporto di Safe – proprio in queste due parole: efficienza energetica. «Uno strumento che, pur rappresentando una soluzione complementare alle fonti di energia rinnovabili (Fer) – osserva Piglia – è stato spesso considerato un'alternativa di secondo piano. Eppure costa circa 15 volte meno delle Fer: basti considerare che un intervento medio in efficienza energetica costa circa 2.100 euro/tep mentre per produrre lo stesso tep (con un'eguale emissione di CO2) usando la tecnologia eolica occorrono, su uno stesso periodo di ammortamento di dieci anni, circa 29mila euro/tep».
Invece finora in Italia – come in tutta l'Europa - si è dato più spazio alle fonti rinnovabili, anche con l'adozione di una politica di incentivi sbilanciata a loro favore, quando invece efficienza energetica e Fer rappresentano due strade complementari da percorrere. Non solo per incrementare la sicurezza degli approvvigionamenti, ma anche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, migliorare la competitività del sistema produttivo, creare nuova occupazione. «Un milione di euro investiti in progetti di efficienza energetica - sottolinea Piglia – possono generano in media 13 posti di lavoro contro i tre o quattro che si realizzano investendo la stessa cifra in Fer. Certo è più complicato fare efficienza perché occorre un approccio più complesso, un cambiamento culturale e si devono superare barriere, anche di informazione, che sono diverse da settore a settore.

Invece va tenuto presente, soprattutto per quanto riguarda le Pmi, che a volte può addirittura non essere necessario investire risorse, ma basterebbe semplicemente cambiare priorità o processo produttivo, magari lanciando in parallelo alcune operazioni». Finora, tuttavia, l'andamento dell'indice di efficienza energetica non ha fatto registrare progressi rilevanti, pur con qualche divergenza tra i diversi comparti: infatti dal 1990 – si legge nel rapporto – l'indice a livello europeo viaggia con un progresso del 10%, mentre a livello italiano si limita al 3,5%, compensato dal miglior andamento solo nel settore dei trasporti e in quello residenziale. Il notevole miglioramento dell'efficienza energetica nei settori di chimica, acciaio e carta non è stato sufficiente però a bilanciare la perdita di efficienza nelle industrie meccanica, tessile e alimentare (si veda il grafico in basso).
Ma anche la dimensione di impresa gioca sulla scelta dell'intervento di efficienza energetica da attuare. «Le aziende da mille dipendenti in su – spiega Piglia – sono tenute a nominare l'energy manager, una professionalità che deve avere competenze specifiche. Le Pmi invece devono trovare sistemi in grado di surrogare questa figura professionale: una soluzione sono le Esco, società esterne che forniscono servizi energetici e altre misure di miglioramento energetico, e che accettando un margine di rischio finanziario, gestiscono il progetto fino al ritorno dell'obiettivo stabilito».
Ma è dalla revisione del sistema degli incentivi che per l'efficienza energetica si attende il vero salto di qualità. «Occorre stabilire dei criteri generali – osserva Piglia – per uscire dall'incertezza che sta bloccando i progetti in questa direzione, con un riequilibrio tra gli incentivi da destinare alle fonti di energia rinnovabile e quelli volti a sostenere l'efficienza energetica. Anche alla luce del Dlgs 28/11, si attendono risposte per una serie di azioni. La defiscalizzazione per gli interventi domestici sta dando buoni risultati, mentre non si sa ad esempio quale futuro avranno i certificati bianchi».

Fonte Il Sole 24 ORE (Rossella Cadeo)

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Green economy. Seconda edizione del rapporto "GreenItaly"

greenitaly 2011Presentato da Unioncamere e da Symbola il secondo rapporto sulla Green Economy.
Il rapporto GreenItaly evidenzia come la profondità degli effetti della crisi ha posto l’intero sistema di fronte alla necessità di un radicale ripensamento del proprio modello di sviluppo tanto che quasi un’impresa su quattro (il 23,9% del totale, ovvero circa 370mila imprese, 150mila industriali e quasi 220mila dei servizi) ha realizzato negli ultimi tre anni, o realizzerà entro quest’anno, investimenti in prodotti e tecnologie che assicurano un maggior risparmio energetico o un minor impatto ambientale. Una quota che rappresenta un segnale forte dell’effettiva diffusione di comportamenti aziendali orientati all’eco-efficienza e alla sostenibilità ambientale, considerando che in questo caso siamo di fronte a un universo che contempla sia le micro imprese al di sotto dei 20 dipendenti, dove chiaramente la propensione a investire è più contenuta sia tutto il settore dei servizi privati, costituto da diverse attività che, per chiare ragioni di natura strutturale o legate al basso impatto ambientale, possono non essere particolarmente inclini alla realizzazione di investimenti green. 
Inoltre un terzo delle imprese che investono in tecnologie green vantano una presenza sui mercati esteri (34,8%), quota quasi doppia rispetto a quella rilevata per le imprese che non puntano sulla sostenibilità ambientale (meno di due su cinque, pari al 18,6%). Una proiezione internazionale sostenuta anche dalla capacità innovativa, indispensabile per anticipare la concorrenza o per crearsi originali nicchie di qualità all’interno della domanda mondiale.

Scarica il rapporto

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UNI ISO 14006. Ecodesign per ridurre l'impatto ambientale di prodotti e servizi

ecodesign 14006Ogni prodotto o servizio ha un impatto sull’ambiente durante tutte le fasi del suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime al trattamento di fine-vita.
Obiettivo dell’ecodesign è quello di integrare gli aspetti ambientali nelle fasi di progettazione e di sviluppo di prodotti e servizi, al fine di ridurre il loro impatto ambientale negativo e di migliorare le performance ambientali lungo tutto il loro ciclo di vita.
Risultato: prodotti e servizi più puliti, un pianeta più verde.

A livello internazionale l’ISO ha pubblicato una nuova norma della famiglia 14000, destinata ad aiutare le organizzazioni a ridurre gli effetti ambientali negativi dei loro prodotti e servizi. La norma, recepita a livello nazionale come UNI ISO 14006:2011 “Sistemi di gestione ambientale - Linee guida per l’integrazione dell’ecodesign”, fornisce le linee guida per aiutare le organizzazioni ad istituire, documentare, attuare, mantenere attiva e migliorare in modo continuo la loro gestione dell’ecodesign come parte del sistema di gestione ambientale.

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Incentivi alle rinnovabili: il fisco premia i "piccoli"

 

agevolazioni fiscaliFavoriscono i privati e gli enti con piccoli impianti i bonus messi in campo per spingere le fonti energetiche rinnovabili. Si tratta dei meccanismi premiali, simili alla tariffa incentivante per gli impianti solari fotovoltaici, del conto energia eolico e del conto energia per fonti diverse rispetto al solare fotovoltaico, introdotti dal 2008 per promuovere la produzione di energia da fonti alternative diverse dal solare (l'energia eolica, idrica, geotermica e quella derivante dalle biomasse, di origine agricola o forestale).

La Finanziaria 2008 ha introdotto per gli impianti di dimensioni più modeste una nuova forma di incentivazione rappresentata dalla "tariffa fissa onnicomprensiva". La stabilità di questa tariffa – che non ha subito significativi ridimensionamenti dal momento della sua introduzione, a differenza di quanto è invece avvenuto proprio nel settore del fotovoltaico – ha fatto sì che il settore delle fonti rinnovabili diverse dal solare sia diventato di notevole interesse per gli investitori, consentendo di programmare gli investimenti.

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Dall'ENEA il Primo Rapporto Annuale Efficienza Energetica (RAEE)

RAEE

Il Rapporto fornisce, secondo quanto previsto dall’articolo 5 del Decreto Lgs. 115/08, il quadro sullo stato e gli sviluppi dell’efficienza energetica in Italia e sull’impatto, a livello nazionale e territoriale, delle politiche e misure per il miglioramento dell'efficienza negli usi finali.
I dati disponibili hanno consentito una trattazione esaustiva non per tutti i temi indicati nel Decreto sopraccitato. Nell’immediato futuro è quindi prioritario pianificare e realizzare un programma di attività volto a migliorare disponibilità, qualità e comparabilità dei dati di dettaglio necessari al monitoraggio delle politiche e degli strumenti di miglioramento dell’efficienza energetica e a conseguire un maggior coordinamento tra livello centrale e locale.

 

 

In particolare, il Rapporto contiene:

 

  • l’evoluzione dell’intensità energetica sia a livello aggregato dell’intera economia, sia di settore di uso finale;
  • la rassegna degli strumenti nazionali per il miglioramento dell’efficienza energetica;
  • l'analisi e la verifica del raggiungimento degli obiettivi indicativi nazionali di risparmio energetico;
  • la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza economica dei principali strumenti nazionali per il miglioramento dell’efficienza;
  • l'analisi dei miglioramenti di efficienza e dei risparmi conseguiti nei settori di uso finale;
  • la valutazione dei risparmi energetici conseguiti a livello regionale con l’attuazione delle principali misure nazionali di incentivazione dell’efficienza energetica;
  • la rassegna delle politiche regionali in materia di efficienza energetica.

 

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