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News - Ambiente & Energia

News - Ambiente & Energia (409)

Regolatori di flusso luminoso nell'illumunazione stradale

 

ILLUMINAZIONELa norma UNI 11248 ha introdotto una metodologia progettuale e di gestione degli impianti di illuminazione stradale legata alle effettive necessità di visione atte a garantire la sicurezza del traffico di notte, per quanto questa possa essere influenzata dalle condizioni di illuminazione.
Definita a livello europeo una serie di categorie illuminotecniche, ognuna consistente in un insieme di parametri illuminotecnici congruenti e dei loro specifici valori, la metodologia, attraverso una analisi dei rischi, permette di identificare la categoria più adatta alle necessità contingenti, assicurando contemporaneamente il contenimento dei consumi energetici e l’impatto ambientale.
Nell’analisi dei rischi, il progettista individua dei parametri, detti di influenza, che permettono di specificare le esigenze di illuminazione e di visione. Alcuni di questi parametri possono essere ritenuti fissi nel corso della vita dell’impianto (ad esempio tipo di strada, flusso di traffico massimo, presenza di condizioni conflittuali quali incroci o attraversamenti), altri possono variare sia con periodicità giornaliera (flusso del traffico) sia con periodicità più lunga, stagionale o annuale.
Escludendo quelli fissi, che influenzano la determinazione della categoria illuminotecnica di progetto, ossia la categoria con i requisiti più stringenti per l’impianto, gli altri permettono l’introduzione di diverse categorie illuminotecniche di esercizio, con requisiti prestazionali via via decrescenti. Il passaggio da una categoria con prestazione più elevata a una con prestazione inferiore non può essere ottenuto con lo spegnimento selettivo di apparecchi di illuminazione: questa tecnica, sebbene permetta la desiderata riduzione del valor medio di illuminamento o di luminanza del manto stradale, generalmente non garantisce il mantenimento dei requisiti di uniformità, previsti nella categoria illuminotecnica che si vuole attivare.
La riduzione del flusso luminoso emesso da ogni apparecchio è pertanto la tecnica comunemente usata, e spesso prescritta, per commutare l’impianto da una categoria illuminotecnica all’altra, secondo le modalità esplicitate nella valutazione dei rischi, parte integrante del progetto illuminotecnico dell’impianto.
Questa riduzione può avvenire attraverso dispositivi che possono operare in modo individuale, su ogni singolo apparecchio di illuminazione, o in modo centralizzato, sull’intera linea che alimenta più apparecchi di illuminazione. In ogni caso il progettista deve:

  • determinare le condizioni operative del regolatore di flusso luminoso ai fini del raggiungimento delle prestazioni richieste dalle categorie illuminotecniche desiderate;
  • stimare il risparmio energetico conseguibile quando una data apparecchiatura è usata in definite condizioni operative;
  • valutare, quantitativamente, le caratteristiche del prodotto più confacente per ogni specifica applicazione.

La norma UNI 11431:2011 “Luce e illuminazione - Applicazione in ambito stradale dei dispositivi regolatori di flusso luminoso”  redatta nell’ambito di una collaborazione sinergica tra gruppi di lavoro UNI (GL5 e GL7 della commissione Luce e Illuminazione) ed esperti CEI, rappresenta un utile strumento decisionale per il progettista illuminotecnico e un riferimento per i costruttori, sia nel proporre prodotti idonei a questa peculiare applicazione sia nel fornire caratteristiche tecniche chiaramente interpretabili.

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Rifiuti. Norma UNI per la raccolta della frazione organica

 

UMIDONegli ultimi anni si è assistito allo sviluppo in ampie zone d'Italia della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e in particolare del sistema "porta a porta". Nell'ambito di tale pratica, per la raccolta della frazione organica si è diffuso l'uso dei sacchi biodegradabili e compostabili: ciò ha reso necessaria la stesura di una norma specifica per definire i requisiti ai quali devono rispondere tali sacchetti.
La norma UNI 11451:2012 "Sacchi biodegradabili e compostabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani - Tipi, requisiti e metodi di prova" si concentra sulla raccolta della frazione organica e definisce le dimensioni e i requisiti fisico meccanici ai quali devono rispondere i sacchi di materiale termoplastico biodegradabile e compostabile, per essere idonei allo scopo.
Da tempo il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) evidenziava l'importanza di affiancare alle raccolte differenziate della frazione organica un sacchetto di contenimento che non fosse di plastica tradizionale (per es. PE), cioè un rifiuto non biodegradabile che interferisce con le pratiche di compostaggio o di digestione anerobica.
Per una visione più completa delle norme esistenti in materia, ricordiamo la UNI 7315 per i sacchi di polietilene per la raccolta dei rifiuti solidi urbani (che però non si applica ai sacchi destinati alla raccolta differenziata della frazione organica umida), la UNI EN 13432 per la compostabilità di un imballaggio, la UNI EN 14995 sulla valutazione della compostabilità.

Fonte: UNI

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Ambiente. Dal WWF il carrello della spesa virtuale

Carrello-della-spesa-virtualeTutti possono calcolare il prezzo ambientale del cibo che arriva sulle proprie tavole grazie al nuovo “carrello della spesa”, un supermercato virtuale che, oltre all’impronta di carbonio, è in grado di misurare anche quanta acqua “mettiamo nel piatto” attraverso le nostre scelte alimentari. Attraverso questa piattaforma, i consumatori potranno acquistare virtualmente frutta, verdura, carne, pesce e altri prodotti, ricevendo alla cassa uno “scontrino” che riporterà l’impronta idrica e di carbonio dei propri acquisti, insieme a consigli su come ridurre il proprio impatto ambientale scegliendo menù “green” a basso consumo di acqua e CO2. Per pomodori e prodotti derivati, il carrello si avvale delle misurazioni originali derivanti dallo studio effettuato da Mutti e WWF.
La produzione di un alimento, richiede grandi quantità di terra, energia e acqua. Non solo, se consideriamo tutti i passaggi che quell’alimento fa dall´azienda alla forchetta, bisogna includere tutte le fasi di  produzione, trasformazione, distribuzione, passaggi tutti con elevati impatti ambientali. In quest’ottica il carrello della spesa virtuale del WWF intende fornire una valutazione dell’impatto degli alimenti usando due indicatori (impronta idrica e di carbonio) rappresentativi del consumo di risorse (acqua) e emissioni di anidride carbonica fornendo così un quadro completo degli effetti dei nostri comportamenti e delle nostre scelte.
Il riscaldamento globale, la desertificazione e la perdita di biodiversità sono solo alcuni dei cambiamenti che il Pianeta sta subendo principalmente a causa delle attività dell'uomo. Tra le tante attività che contribuiscono a questi cambiamenti, grande responsabilità è da attribuire anche a come si produce e consuma il cibo. Per tutti gli esseri viventi il cibo è necessario per vivere, ma la qualità, la quantità e la tipologia di questo cibo possono influire molto sullo stato di salute, sia nostro sia dell’ambiente.
Nella moderna civiltà altamente tecnologizzata è facile dimenticare come l’economia – e in realtà la nostra stessa esistenza -  dipendano interamente dai sistemi naturali e dalle risorse del Pianeta.  Dipendiamo per esempio dal clima per la presenza di ambienti idonei all’agricoltura, dal ciclo idrico per la disponibilità di acqua dolce, dai processi geologici per la formazione di suoli biologicamente produttivi e dagli insetti per l’impollinazione delle piante da frutto, degli ortaggi e delle colture erbacee.

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Prestazione energetica degli edifici. Revisione per la UNI/TS 11300-2

 

efficienza energetica tecDi grande rilevanza sociale e di estrema attualità anche per il mondo della normazione tecnica, il tema delle prestazioni energetiche nell'edilizia e dell'efficienza energetica sono al centro di studi e approfondimenti che hanno portato all'emissione di numerosi provvedimenti legislativi e soprattutto alla pubblicazione della specifica tecnica UNI/TS 11300 che, in accordo con il quadro normativo europeo, fornisce una metodologia univoca, valori convenzionali e parametri di riferimento per la determinazione del fabbisogno di energia di un edificio e dei rendimenti per la climatizzazione.
Il progetto di norma E0206C592 "Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria" – che sostituisce la UNI/TS 11300-2:2008 - è entrato nella fase di inchiesta pubblica finale e può dunque essere consultato nelle apposite pagine del sito web disponibile per eventuali commenti.
Di competenza dell'Ente federato CTI (Comitato Termotecnico Italiano), la specifica tecnica fornisce dati e metodi per la determinazione: del fabbisogno di energia termica utile per acqua calda sanitaria, dei rendimenti e dei fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione invernale e per la produzione dell'acqua calda sanitaria, dei fabbisogni di energia primaria per la ventilazione, dei fabbisogni di energia primaria per l'illuminazione degli edifici non residenziali. La futura specifica tecnica si applica a sistemi di nuova progettazione, ristrutturati o esistenti per la sola climatizzazione invernale, misti o combinati per climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria, per sola produzione acqua calda, per i sistemi di sola ventilazione, per i sistemi di ventilazione combinati alla climatizzazione invernale, per i sistemi di illuminazione negli edifici non residenziali.

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Qualità dell'Ambiente Urbano. Pubblicato il Rapporto ISPRA

 

RAPPORTO ISPRAPresentato lo scorso 2 ottobre l’ottava edizione del Rapporto ISPRA sulla “Qualità dell’ambiente urbano
Il rapporto rappresenta uno strumento di conoscenza e di supporto alle decisioni per le amministrazioni locali e a servizio dei cittadini per una corretta informazione ambientale. Il documento analizza lo stato dell’ambiente in 51 capoluoghi di provincia italiani ed è stato prodotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, composto dall’ISPRA e dalle ARPA/APPA.
Il Report aggiorna e arricchisce i dati dei principali indicatori ambientali relativi alla qualità della vita nei centri urbani, tra i quali la gestione dell’acqua, il consumo del suolo, l’inquinamento ambientale, la mobilità e i trasporti, il verde pubblico.
Hanno partecipato all’evento, tra gli altri, il Direttore Generale dell’ISPRA, Stefano Laporta, il Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Tullio Fanelli, il delegato ANCI alle politiche ambientali Tommaso Sodano, i Direttori Generali delle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell’Ambiente ed esperti dello stesso Sistema Agenziale.

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Disciplinato l'utilizzo delle terre da scavo

SCAVODal 6 ottobre in vigore il Dm 10 agosto 2012, n. 161
Si tratta del regolamento che detta la disciplina dell'utilizzo delle terre e rocce da scavo che – se gestite a particolari condizioni – sono considerate sottoprodotti da riutilizzare anziché semplici rifiuti da portare in discarica. Una disciplina attesa da molto tempo.
Da sabato scorso è abrogato l'articolo 186 del Codice ambientale, come previsto dall'articolo 49, legge 27/2012. Tuttavia, per i progetti con una procedura in corso ai sensi dell'articolo 186, entro il 4 aprile 2013, sarà possibile presentare il piano di utilizzo previsto dal nuovo regolamento, al fine di poter godere del particolare regime di favore ora introdotto (articolo 15). Altrimenti, senza il piano, i progetti saranno terminati secondo la procedura prevista dall'abrogato articolo 186. L'autorità competente è quella che autorizza la realizzazione dell'opera o, a seconda dei casi, quella che concede la Via o l'Aia.
Anche se nel titolo si riferisce alle terre e rocce da scavo, il regolamento ha una portata ben più vasta poiché (articolo 3) si applica alla gestione dei materiali da scavo cioè suolo o sottosuolo, con eventuali presenze di riporto, derivanti dalla realizzazione di un'opera. Ad esempio, il decreto cita: scavi in genere (sbancamento, fondazioni, eccetera); perforazione, trivellazione, palificazione, consolidamento; opere infrastrutturali in generale (galleria, diga, strada, eccetera); rimozione e livellamento di opere in terra; materiali litoidi in genere provenienti da escavazioni effettuate negli alvei, sia dei corpi idrici superficiali che del reticolo idrico scolante, in zone golenali dei corsi d'acqua, spiagge, fondali lacustri e marini; residui di lavorazione di materiali lapidei (marmi, graniti, pietre, eccetera) anche non connessi alla realizzazione di un'opera e non contenenti sostanze pericolose (quali ad esempio flocculanti con acrilamide o poliacrilamide).
I materiali da scavo possono contenere, sempreché la composizione media dell'intera massa non presenti concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti massimi previsti dal presente regolamento, anche i seguenti materiali: calcestruzzo, bentonite, polivinilcloruro (Pvc), vetroresina, miscele cementizie e additivi per scavo meccanizzato. Il regolamento, invece, non si applica ai rifiuti provenienti dalla demolizione degli edifici o di altri manufatti preesistenti.

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D.M. 161/2012

Fonte Il Sole 24 Ore

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Forum UNECE REM Policy Framework for Sustainable Real Estate Markets

 

POLICYPromosso dalle Nazioni Unite Commissione Economica per l'Europa, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuto a Napoli, lo scorso 4 settembre il “Forum  internazionale UNECE REM Policy Framework for Sustainable Real Estate Markets”.
L’evento organizzato presso la Camera di Commercio di Napoli, insieme con la Borsa Immobiliare di Napoli, il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e Tecnoborsa, rientrava tra le manifestazioni collegate al World Urban Forum.
La manifestazione è stata l’occasione per presentare le «Linee Guida strutturali per mercati immobiliari sostenibili. Principi e orientamenti per lo sviluppo del settore immobiliare nazionale», recentemente pubblicate dalle Nazioni Unite.
Il Policy Framework fornisce le indicazioni quadro per lo sviluppo del settore immobiliare, anche al fine di ridurre al minimo l'impatto della crisi finanziaria internazionale e favorire la crescita economica.
In sintesi, l'obiettivo centrale del Forum è quello di avviare una riflessione, che consenta  l'analisi delle criticità e delle discrasie presenti nel quadro normativo italiano di settore e l'individuazione di ulteriori proposte normative finalizzate a rendere il comparto economico-immobiliare nazionale più efficiente, competitivo e più attraente per gli investitori stranieri, così da contribuire allo sviluppo economico e sociale del paese.

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Finanziamenti europei per gli acquisti verdi pubblici e privati.

 

APPALTI VERDILa Commissione europea, Direzione Generale Ambiente, ha appena pubblicato un invito a presentare proposte per sostenere gli “Appalti verdi pubblici e privati“. Per fare domanda di contributo c’è tempo fino al 20 ottobre 2012. Obiettivo del bando è quello di rafforzare il ruolo strategico dell’eco-innovazione creando reti transnazionali di committenti pubblici e privati che acquistano prodotti, servizi e lavori green al fine di superare la frammentazione della domanda di soluzioni eco-innovative in Europa. Il tasso di cofinanziamento previsto è pari al 95 per cento dei costi totali ammissibili. Per ciascun progetto ammesso potrà essere concesso un contributo massimo di un milione di euro. I progetti dovranno essere conclusi entro 36 mesi. L’iniziativa prevede il finanziamento di idee in vari settori che riducano l’impatto ambientale o promuovano un uso più efficiente delle risorse: trasporti, trattamento delle acque reflue, riutilizzo dei rifiuti e riciclaggio, componenti chimici, prodotti biologici, prodotti sanitari, componenti ad alta efficienza energetica. Negli ultimi anni le ecoindustrie si sono rivelate un importante segmento dell’economia europea. Il settore vanta un fatturato stimato attorno ai 227 miliardi, circa il 2,2 per cento del Pil dell’Europa, e impiega direttamente 3,4 milioni di persone.

Fonte: Il Denaro

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Energie rinnovabili. Pubblicati in G.U. due Decreti del Ministero dello Sviluppo Economico

 

rinnovabili 2Via libera definitivo, con la firma dei Ministri dello Sviluppo Economico Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini e dell’Agricoltura Mario Catania,  ai due decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per l’energia fotovoltaica (cd. Quinto Conto Energia) e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas).
Il nuovo regime permetterà di raggiungere e superare gli obiettivi europei delle energie rinnovabili attraverso una crescita virtuosa, basata su un sistema di incentivazione equilibrato e con forti ricadute sull’economia italiana tale da ridurre l’impatto sulle bollette di cittadini e imprese.
I Decreti pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). Si introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media).
In linea con le previsioni della precedente normativa, il nuovo sistema entrerà in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per il non fotovoltaico, per il quale è previsto comunque un periodo transitorio di 4 mesi.
Grazie al lavoro portato avanti nelle scorse settimane, sono state effettuate importanti modifiche migliorative, che hanno tenuto conto dei pareri dell’Autorità per l’Energia e della Conferenza Unificata, di specifiche mozioni Parlamentari e di suggerimenti di Associazioni di categoria. In particolare sono previsti:

  • Un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 Milioni di Euro annui - pari a ulteriori 10 Miliardi di Euro di spesa su 20 anni - suddivisi tra Fotovoltaico (200 Milioni) e Non-Fotovoltaico (300 Milioni);
  • Una forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri;
  • L’innalzamento delle soglie di accesso ai registri per tutte le categorie rilevanti. In particolare, per il fotovoltaico, vengono esentati dai registri gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e quelli realizzati da Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 KW. Inoltre, sono esentati gli impianti tra 12 e 20 KW che richiedono una tariffa ridotta del 20%;
  • Un premio per gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in amianto e per quelli con preponderante uso di componenti europei;
  • Un incremento degli incentivi per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale, ad esempio: geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione e innovativo;
  • Una rimodulazione dei termini di pagamento dei certificati verdi;
  • La conferma della priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole.

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Decreto 5 luglio 2012 (fotovoltaico)

Decreto 6 luglio 2012 (incentivi fonti rinnovabili non-fotovoltaiche)

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Etichettatura energetica: pubblicato il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea

 

ETIC PRODOrientare il consumatore alla scelta di prodotti connessi al consumo di energia che comportino un minor consumo, attraverso etichette e informazioni uniformi, è uno tra i principali obiettivi della direttiva 2010/30/UE relativa all’indicazione del consumo di energia sulle etichette dei prodotti connessi al consumo di energia, attuata su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico con il decreto legislativo 28 giugno 2012, n.104, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2012, n. 168.
La nuova norma rappresenta un'evoluzione del sistema di etichettatura perché estende l’obbligo dell’etichetta energetica a tutti i prodotti che sono correlati al consumo di energia, che abbiano un impatto diretto o indiretto significativo sul consumo di energia durante il loro uso, come ad esempio il consumo di corrente elettrica tra le fonti più importanti.
Si tratta di una direttiva quadro che prevede l’adozione di successivi provvedimenti di esecuzione, delegati alla Commissione europea, per l’individuazione dei prodotti per i quali le relative disposizioni trovano effettiva applicazione contestualmente all’individuazione delle specifiche relative all’etichetta ed alle schede per ciascun tipo di prodotto.
Attualmente, gli apparecchi con la nuova etichetta e le tre classi A+, A++  e A+++ , di maggiore efficienza energetica, che si aggiungono alle tradizionali classi A, B, C e D, sono frigoriferi e congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, televisori e condizionatori d’aria.

Il decreto prevede l’obbligo per :

  • i fornitori che immettono sul mercato o che mettono in servizio i prodotti coperti da una misura di implementazione, di fornire un’etichetta e una scheda di prodotto;
  • i distributori di esporre le etichette, in maniera visibile e leggibile, nonché di presentare la scheda nell’opuscolo del prodotto o in ogni altra documentazione che correda i prodotti quando sono venduti.

Viene, inoltre, stabilito che quando i prodotti sono posti in vendita, affitto o locazione finanziaria, per corrispondenza, su catalogo, via internet, tramite televendita o in qualsiasi altra forma per cui il potenziale utilizzatore finale non può prendere visione del prodotto esposto, i distributori devono fornire ai loro clienti le necessarie informazioni come previsto dalle specifiche misure di implementazione.

 

Leggi il Decreto 104 del 28/06/12

Leggi la Direttiva UE 2010/30

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