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Attività di saldatura. Vademecum dalla Regione Lombardia

 

saldaturaLa Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia ha approvato, con Decreto n° 10033 del 9 novembre 2012, un Documento dal titolo Vademecum per il miglioramento della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori nella attività di saldatura metalli (Ottobre 2012).
Il Documento, redatto nell’ambito della realizzazione del Piano Regionale 2008-2010 per la promozione della Salute e Sicurezza negli ambienti di lavoro, è stato messo a punto da un gruppo di lavoro regionale con riferimento alle attività del laboratorio di approfondimento “Tumori Professionali”.
Il Vademecum descrive in forma aggiornata i risultati di un lavoro di monitoraggio e ricerca in aziende con “attività di saldatura inox” e, oltre ai rischi cancerogeni, enuncia il “complesso di rischi nel comparto” relativi ad agenti chimici, rumore, incendio, radiazioni ed altro.

Il documento concorre in tal modo:

  • ad orientare sulle scelte tecniche, organizzative e procedurali adeguate l’intero "sistema prevenzionistico" lombardo, inteso in senso lato “datori di lavoro, servizi di prevenzione e protezione aziendali, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, medici competenti, organi di vigilanza delle ASL, operatori delle UOOML, consulenti, organizzazioni datoriali e sindacali dei lavoratori, ecc.”; lo strumento è pertanto messo a disposizione di tutti i soggetti, nell’ambito dell’obiettivo generale di favorire l’interazione ed allargare il numero di figure competenti, e potrà essere utilizzato per verifiche e auto analisi all’interno delle aziende;
  • ad esprimere, in un documento condiviso, l’orientamento comune dei diversi interlocutori che compongono il gruppo di lavoro, in relazione agli aspetti ritenuti problematici per il comparto;
  • a orientare i Servizi PSAL e UOOML alla promozione di percorsi preventivi che coinvolgano le figure aziendali per la gestione corretta dei principali problemi evidenziati.

Scarica il Vademecum

Fonte: Regione Lombardia

Responsabilità Sociale on-line

csr onlineComunicare online il proprio impegno in responsabilità sociale è ormai una pratica standard per le imprese europee ma la qualità della comunicazione non decolla. In molti siti web è difficile navigare, con un evidente sovraccarico di testo e tabelle.
A tracciare il quadro ci pensa la ricerca Csr Online Awards 2012, condotta dalla società di comunicazione Lundquist, che ha valutato la comunicazione della sostenibilità online di 252 aziende, raggruppate in cinque classifiche diverse (Europa, Germania, Italia, Paesi nordici, e Svizzera). In Italia sono state analizzate 100 grandi società, anche tra le non quotate, tra quelle che pubblicano un bilancio di responsabilità sociale. Il punteggio medio ottenuto dalle società italiane è stato di 34 punti su 100 contro un punteggio europeo di 44,2 punti (lo scorso anno il punteggio medio era 50).
A livello europeo Centrica mantiene il primo posto. Seguono: Telecom Italia e Unilever. Il Gruppo Hera, invece, si posiziona al primo posto in Italia con 76,5 punti su 100, seguito da Telecom Italia (73,25) ed Eni (71,5 punti). La prima posizione di Hera, secondo la motivazione del premio, parla di ottime performance in tutti i campi. In particolare, ”il sito si presenta molto user-friendly, ricco di informazioni – spiega Lundquist – ed è supportato da strumenti di dialogo web-based come applicazioni, web chat, social network”. Per Telecom Italia, invece, che si posiziona al secondo posto anche a livello europeo, le motivazioni principali del premio riguardano l’alto livello di interattività e di engagement sulle tematiche della sostenibilità e la presenza del blog avoicomunicare, disponibile anche in lingua inglese.
Dalla ricerca sono emerse varie considerazioni sulla situazione italiana rispetto alla comunicazione web delle aziende in tema di responsabilità sociale. Secondo i dati di Lundquist, che ha condotto più di 400 interviste, solo il 12% delle grandi aziende italiane usa Facebook o Twitter per i temi Csr. Solo 10 su 100, ancora, sono quelle presentano in maniera interattiva i dati. Infine, ben il 47% delle maggiori società quotate in Italia non investe nella rendicontazione formale di temi Csr. Molte fra quelle più grandi, non redigono affatto alcun bilancio di sostenibilità.

Scarica CSR Online Awards 2012

Fonte: Il Denaro

 

Efficienza energetica. Entra in vigore la Direttiva 2012/27/UE

 

direttiva 2012 27

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea la direttiva 2012/27/UE del 25 ottobre 2012 sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE che stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell’efficienza energetica nell’Unione al fine di garantire il conseguimento dell’obiettivo principale dell’Unione relativo all’efficienza energetica del 20% entro il 2020 e di gettare le basi per ulteriori miglioramenti dell’efficienza energetica al di là di tale data.
La direttiva 2012/27/UE stabilisce norme rivolte a rimuovere gli ostacoli sul mercato dell’energia e a superare le carenze del mercato che frenano l’efficienza nella fornitura e nell’uso dell’energia e prevede la fissazione di obiettivi nazionali indicativi in materia di efficienza energetica per il 2020.
I requisiti stabiliti dalla direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica sono requisiti minimi e non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere o introdurre misure più rigorose. Tali misure sono compatibili con il diritto dell’Unione. Qualora la normativa nazionale preveda misure più rigorose, gli Stati membri notificano tale normativa alla Commissione.
Ciascuno Stato membro dovrà garantire che dal 1° gennaio 2014 il 3% della superficie coperta utile totale degli edifici riscaldati e/o raffreddati di proprietà del governo centrale e da esso occupati sia ristrutturata ogni anno per rispettare almeno i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti.

Scarica la Direttiva 2012/27 UE

Fonte: Accredia

Fotovoltaico. Dal CEI una Guida Pratica

 

fotovoltaico-nel-tettoPubblicato dal Comitato Elettrotecnico Italiano il Volume “Impianti Fotovoltaici: Guida Pratica” che rientra nella collana editoriale di manuali tecnici a supporto, integrazione e approfondimento dell’interpretazione e applicazione delle Norme e delle Guide tecniche vigenti. E’ dedicato a progettisti e installatori, al mondo accademico e studentesco e a un pubblico più ampio interessato ad approfondire il tema specifico.
Il settore fotovoltaico, in Italia, ha conosciuto una fase di forte espansione negli ultimi anni, grazie soprattutto all’avvicendarsi di diversi programmi di incentivazione. Attualmente, è in vigore il Quinto Conto Energia introdotto dal Decreto Ministeriale 5 luglio 2012. Inoltre, l’evoluzione tecnologica ha portato alla disponibilità di moduli fotovoltaici e inverter aventi costi e prestazioni impensabili fino a pochissimi anni fa. Questo aspetto, con il contemporaneo aumento del prezzo del kWh nelle fatture di fornitura elettrica, motiva, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista finanziario, l’installazione di impianti fotovoltaici collegati direttamente alle utenze.
Il Volume “Impianti Fotovoltaici: Guida Pratica” vuole fornire agli operatori del settore una guida aggiornata, che favorisca un’analisi a 360° degli aspetti legati ad un impianto fotovoltaico: autorizzazioni e iter burocratici, aspetti tecnici legati alla progettazione e realizzazione degli impianti di produzione e di connessione alla rete, accesso agli incentivi, aspetti finanziari e tassazione degli utili. Il tutto presentato dal punto di osservazione di un progettista, collaudatore di impianti. Sono presenti anche numerosi esempi di applicazione delle Norme CEI correlate.
Il Volume sarà, a brevissimo disponibile,  presso tutti i punti vendita CEI.

Fonte: CEI

Per informazioni:

Consorzio Promos Ricerche
Tel. 081-4109140
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ministero della Salute. Parte un Bando da 135 milioni

 

RIC SCIENTSi apre ufficialmente il 4 dicembre 2012 il bando per la ricerca finalizzata 2011-2012, annunciato nelle scorse settimane dal ministro della Salute Renato Balduzzi, che ha appena firmato il decreto assieme al ministro della Ricerca Francesco Profumo. Ammontano a 135 milioni di euro le risorse messe a disposizione, metà per progetti clinici-assistenziali, metà per progetti di ricerca biomedica traslazionale.
Sono invitati a concorrere tutti i ricercatori del Servizio sanitario nazionale che si occupano di nuove strategie diagnostiche, terapeutiche e clinico-assistenziali.
Quattro le categorie previste (ricerca ordinaria, giovani ricercatori con età non superiore a 40 anni, progetti che vedono come partner un ricercatore italiano operante all’estero, progetti cofinanziati pubblico-privato) e sette le aree di rilevanza (dismetabolismo e patologie cardiovascolari, patologie neurologiche, oncologia, infezioni ed immunità, nuove biotecnologie, sicurezza alimentare e benessere animale, patologie di origine ambientale, sicurezza negli ambienti di lavoro e patologie occupazionali). La data di inizio delle procedure di presentazione è il prossimo 4 dicembre e la scadenza è fissata al 4 marzo 2013. L’accreditamento dei candidati ricercatori è preliminare alla presentazione del progetto, ed è consentito esclusivamente via web alla pagina del “Workflow della ricerca” all’indirizzo http:/ /ricerca.cbim.it.
Il bando, come disposto dalla legge, prevede due procedure distinte: una per la ricerca finalizzata e una per i giovani ricercatori di età inferiore ai 40 anni, cui sono riservati 56 milioni di euro. Per assicurare trasparenza, l’esame dei progetti sarà svolto in modo da assicurare una netta separazione tra le fasi amministrativa, di valutazione e di verifica della procedura, che sono perciò affidate a soggetti diversi.
In realtà le risorse messe a disposizione dai due ministeri per la ricerca ammontano complessivamente a 300 milioni di euro, riferisce Balduzzi. In particolare, spiega, “ 186 milioni di euro sono destinati alla ricerca finalizzata”.
La ricerca corrente prevede circa 177 milioni di euro “purtroppo a volte frammentati fra istituzioni e distribuiti con procedure non confrontabili si rammarica il ministro -. Di questi circa 56 milioni sono per il programma giovani sotto i 40 anni”. L’intenzione di Balduzzi è quella di “stabilizzare questa somma perchè il progetto giovani ricercatori è il nostro futuro”. Altri 10 milioni sono per progetti di ricerca all’estero: “crediamo che il mantenimento di un rapporto con questi ricercatori possa aiutare la crescita del nostro Paese”. Poi 5 milioni di euro riguardano progetti promossi insieme all’industria. Infine altri 22 milioni riguardano finanziamenti per progetti innovativi per programmi che mettono in rete Irccs, ospedali e territorio.

Approfondisci sul sito del Ministero della Salute

Bando Ricerca Finalizzata 2011-2012

Fonte: Il Denaro

Prodotti da costruzione. Norma UNI EN sulla reazione al fuoco

resistenza fuocoElaborata dal comitato europeo CEN/TC 127 "Sicurezza contro l'incendio in edilizia" a supporto del secondo requisito essenziale della direttiva Prodotti da Costruzione (89/106/CEE), la norma UNI EN 13501-1 "Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco" fornisce la procedura di classificazione di reazione al fuoco di tutti i prodotti da costruzione, inclusi i prodotti incorporati negli elementi da costruzione.
I prodotti sono considerati in relazione alla loro condizione di applicazione finale e vengono suddivisi in tre categorie:

  • prodotti da costruzione esclusi i pavimenti e i materiali di forma lineare destinati all'isolamento termico delle condutture;
  • pavimenti;
  • materiali di forma lineare destinati all'isolamento termico delle condutture.

La norma, ora disponibile in versione bilingue italiano-inglese, intende definire un procedimento armonizzato, valido in tutti i paesi membri della Comunità europea, per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali che la norma stessa definisce prodotti da costruzione, cioè prodotti fabbricati al fine di essere permanentemente incorporati in opere di costruzione, le quali comprendono gli edifici e le opere di ingegneria civile.
La classificazione dei materiali, basata su metodi di prova armonizzati, è suddivisa in sei classi. La classe A1 (che identifica il materiale con il migliore comportamento al fuoco), e poi, in ordine decrescente rispetto al loro comportamento al fuoco le classi A2, B, C, D, E, F (peggior comportamento al fuoco).

Fonte: UNI

Norme UNI per la caratterizzazione dei cuoi da pelletteria

 

cuoioAlla fine degli anni '90 il settore conciario e quello degli utilizzatori del cuoio hanno prodotto una serie di documenti normativi nei quali veniva introdotto il concetto di "idoneità all'uso" per i differenti campi di applicazione, stabilendo un livello qualitativo minimo del prodotto "cuoio" che, se non rispettato, si sarebbe potuto ripercuotere sulla qualità dei prodotti offerti al consumatore finale.
Queste norme sono risultate così efficaci da diventare la base delle specifiche di prodotto di grandi aziende, di istituti di certificazione, di strutture appartenenti alla Pubblica Amministrazione, nonché lo strumento tecnico principale per la risoluzione delle contestazioni tra fornitori e utilizzatori. Esse hanno coperto tutte le destinazioni merceologiche del cuoio e hanno imposto un livello di qualità del prodotto con requisiti restrittivi e rispondenti alla destinazione d'uso finale.
Per il settore della pelletteria il documento di riferimento è la UNI 10826 "Cuoio - Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati all'industria della pelletteria e degli accessori", ora revisionata e totalmente rinnovata. La valutazione delle performance del cuoio per destinazione d'uso, riportata nella norma, è stata possibile grazie alla UNI 11287 "Pelletteria - Glossario".
Per garantire una valutazione più oggettiva dell'idoneità all'uso del cuoio, nella nuova versione della UNI 10826 sono state introdotte numerose indicazioni sulle modalità di campionamento, di condizionamento e di esecuzione delle singole prove di laboratorio.
La UNI 10826:2012 è un valido strumento per la gestione e regolamentazione dei contratti di approvvigionamento, per la risoluzione delle contestazioni nonché le specifiche necessarie ai laboratori di prova per una caratterizzazione "univoca" del prodotto cuoio.

Fonte: UNI

Amianto. Sul portale Inail un canale per conoscere il rischio

 

amiantoIl canale "conoscere il rischio" del portale INAIL si arricchisce di ulteriori contenuti grazie alla recente pubblicazione di una specifica sezione dedicata all'amianto.
Arricchito sia di argomenti dal taglio informativo e di approfondimenti di natura maggiormente tecnico-scientifica, il tema affrontato è uno degli argomenti principali dell'igiene del lavoro, storicamente studiato e approfondito in Italia, ma ancora lontano dall'essere risolto (come ha evidenziato la seconda Conferenza governativa svoltasi  a Venezia, e alla quale l'Inail ha partecipato con forte impegno).
La natura e la classificazione della fibra killer. La sezione del portale comprende una parte introduttiva sulla natura e la classificazione delle fibre, una guida grafica al riconoscimento dei materiali in opera e un'istruzione operativa per l'individuazione dei prodotti a sospetto contenuto di amianto. Una delle attività fondamentali per la valutazione dei rischi legati alla presenza di materiali contenenti questa sostanza cancerogena consiste proprio nel loro censimento: un'attività particolarmente complessa perché la fibra killer, in passato, veniva utilizzata in una moltitudine di processi e cicli produttivi. Si stima, infatti, che alla fine degli anni Ottanta erano presenti sul mercato oltre 3mila diversi articoli con amianto. Per facilitare questo tipo di intervento, nel canale del portale dell'Inail è stato riportato un manuale fotografico con la rappresentazione di alcuni dei prodotti più diffusi.
Quando l'esposizione è per cause naturali. Altro tema di grande interesse e attualità è quello dell'esposizione a fibre di amianto derivante dalle rocce in affioramento - la cosiddetta "esposizione ad amianto naturale" -, una realtà che interessa in Italia lavoratori impegnati in agricoltura e in particolari comparti estrattivi. Anche a questo fenomeno -del quale si sta ancora studiando e definendo la reale estensione - nella sezione del portale è dedicato uno spazio di approfondimento.
La qualificazione dei laboratori. La sezione comprende, infine, una parte specifica sulla qualificazione dei laboratori che si dedicano all'analisi e classificazione dei materiali contenenti amianto. Tali strutture, infatti, devono rispondere a criteri fissati dalla legge e partecipare a circuiti di controllo e qualificazione ai quali contribuisce lo stesso Laboratorio di igiene industriale della Contarp dell'Inail. In definitiva, grazie a questa nuova sezione del portale dell'Istituto dedicata all'asbesto viene presentato a tutti gli interessati un ampio quadro di riferimento sul tema, nella volontà di mantenere ancora più vivo l'interesse e più sentita la necessità di attuare idonee misure di prevenzione e protezione.

Conoscere il rischio

Fonte: INAIL

Distributori automatici di bevande calde. Nuova norma UNI

CAFFELa pausa-caffè è irrinunciabile per molti, ma fatta "in sicurezza" è ancora meglio. Il nostro rito quotidiano, infatti, può nascondere qualche brutta sorpresa se le macchine utilizzate per la preparazione del caffè, presenti sui luoghi di lavoro o al bar, non rispettano tutti i requisiti previsti da una recente norma UNI.
Il documento stabilisce i metodi di prova per verificare i limiti oltre i quali la presenza di piombo e nichel negli apparecchi destinati alla preparazione e distribuzione di bevande calde può presentare rischi di tossicità. I metalli pesanti possono "migrare" non solo nel caffè, ma anche nel the, nel cappuccino o nella cioccolata calda. La norma UNI 11460, il cui studio è stato avviato a seguito della proposta di Assofoodtec/UCIMAC, associazione di categoria che raggruppa le principali aziende italiane produttrici di macchine professionali per caffè, si applica ai distributori automatici e alle macchine utilizzate negli uffici o negli esercizi commerciali.
Le apparecchiature possono essere dotate di servizi complementari come riscaldamento dei liquidi, erogazione di acqua calda e generatori di vapore. Proprio in questi "passaggi" si nasconde il rischio della migrazione di piombo e nichel. Una tabella, compresa nel documento, definisce i limiti oltre i quali i prodotti possono diventare tossici.
La norma, oltre a salvaguardare la salute del consumatore, può rappresentare un criterio di distinzione tra produzioni rispettose di tutte le norme di sicurezza e altre più ingannevoli o elusive delle regole. Il documento UNI potrebbe essere, inoltre, una buona base di partenza per una futura norma europea in materia.

Fonte: UNI

GreenItaly. Presentato il Rapporto 2012

greenitaly-300x223L’economia verde sta avendo riflessi positivi sulla creazione di nuova occupazione: circa il 30% delle assunzioni non stagionali programmate complessivamente dalle imprese del settore privato per il 2012 è per figure professionali legate alla sostenibilità.
Agroalimentare, elettronica, tessile, edilizia, elettronica, fonti rinnovabili, efficienza energetica, ciclo dei rifiuti, protezione della natura: sono moltissimi i settori attraversati e resi più competitivi dalla green economy italiana. I dati emergono dal Rapporto Green Italy 2012 presentato il 5 novembre a Roma da Unioncamere e da Symbola, Fondazione delle Qualità italiane.
Per l’Italia, si legge nel Rapporto, più ancora che per altri Paesi, l’economia verde sta rappresentando una chiave straordinaria per rigenerare il Made in Italy e, più in generale, per sostenere la piena affermazione di un nuovo modello di sviluppo all’interno dell’intero sistema imprenditoriale, fondato sui valori della qualità, dell’innovazione, dell’eco-efficienza e dell’ambiente.
"A partire dai prossimi mesi dovremo porre sempre più attenzione su due temi centrali per il nostro Paese: da un lato la legalità, che è una premessa fondamentale per qualsiasi ipotesi di futuro, dall'altro un nuovo modello di sviluppo che vogliamo per l'Italia al quale è strettamente connessa la green economy" ha detto intervenendo alla presentazione il ministro delle Politiche agricole Catania.
Oggi la nuova tendenza interessa il 23,6% delle imprese industriali e terziarie con almeno un dipendente, che tra il 2009 e il 2012 hanno investito o investiranno in tecnologie e prodotti green. Riguarda il Paese da Nord a Sud, tanto che le prime dieci posizioni della classifica regionale per diffusione delle imprese che investono in tecnologie green sono occupate da quattro regioni settentrionali e sei del Centro-Sud.
Le imprese della green Italy, inoltre, sono quelle che hanno la maggiore propensione all’innovazione: il 37,9% delle imprese che investono in eco-sostenibilità hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro  il 18,3% delle imprese che non investono green. Lo stesso per la propensione all’export: il 37,4% delle imprese green vanta presenze sui mercati esteri, contro il 22,2% delle imprese che non investono nell’ambiente.
Una maggiore propensione a investire in tecnologie sostenibili si riscontra al crescere della dimensione organizzativa d’impresa, ma vi è anche un continuo impegno strategico in questo senso delle imprese di minore dimensione. 
Il rapporto GreenItaly 2012 è stato realizzato con il Patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e con la partnership di Wired, Comieco e Fiera Milano Congressi.

 Leggi il Rapporto 2012

Fonte: Fondazione Symbola - Unioncamere, GreenItaly, 2012

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