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News

Incentivi INAIL. Stabilite le date del "click day"

 

logo inailLe imprese vogliono investire sulla sicurezza dei lavoratori. Questo il dato che emerge a conclusione della prima fase dell'operazione incentivi INAIL, partita lo scorso 28 dicembre. Ha superato quota 25mila, infatti, il numero delle aziende che hanno inserito, attraverso la procedura online sul portale dell'Istituto, i propri progetti per interventi in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, come l'acquisto di macchinari e attrezzature, e per l'adozione di modelli organizzativi e gestionali orientati alla sicurezza.
Nonostante la congiuntura economica negativa, le imprese che hanno aderito al bando INAIL hanno dimostrato la disponibilità a investire complessivamente circa un miliardo di euro per migliorare la sicurezza degli ambienti di lavoro. Per sostenere e incentivare questi progetti, l'Istituto ha messo a disposizione 205 milioni di euro a fondo perduto, ripartiti in budget regionali che tengono conto del numero degli addetti e della gravità degli infortuni sul territorio. Si tratta della seconda tranche dopo i 60 milioni di euro stanziati nel 2010, che nel corso del 2011 hanno finanziato 1.086 interventi, il 98% dei quali relativi a progetti di prevenzione realizzati da parte di piccole e medie imprese.
Da un'analisi preliminare dei progetti inseriti online entro la scadenza dello scorso 7 marzo, le richieste di incentivo, destinato a coprire il 50% dei costi, risultano essere cinque volte superiori alle risorse messe a disposizione dall'INAIL (lo scorso anno, per 60 milioni di euro disponibili, erano pervenute richieste di contributo per circa 800 milioni). Come già avvenuto nella precedente edizione, il criterio previsto dal bando per l'attribuzione del finanziamento è quello della priorità cronologica dell'arrivo delle domande nei giorni fissati, i cosiddetti "click day". L'Istituto ha confermato la scelta dell'ordine cronologico perché consente di velocizzare le procedure di selezione e di rendere più rapida la realizzazione degli interventi e l'erogazione dei finanziamenti. Quest'anno però, per finalizzare la presentazione della domanda, il giorno dell'invio sarà sufficiente inserire il codice identificativo già assegnato a ogni progetto al termine della prima fase.

Calendario "click day"

Speciale Incentivi INAIL 2012

Biocarburanti e bioliquidi. Nuova norma UNI

BIOCARBURANTI“Gestione del bilancio di massa nella filiera di produzione di biocarburanti e bioliquidi” è il titolo della nuova UNI/TS 11441:2012, elaborata dal gruppo di lavoro GL 905 “Bioliquidi per uso energetico” del CTI (Ente federato UNI) e pubblicata lo scorso mese di marzo.
La specifica tecnica descrive i requisiti della gestione contabile del bilancio di massa, con o senza segregazione fisica dei prodotti, attuata da un operatore economico che opera nell’ambito delle filiere di produzione dei biocarburanti e dei bioliquidi, nonché dei loro intermedi e derivati, ottenuti anche da residui, sottoprodotti e rifiuti prodotti in maniera sostenibile.
Descrive inoltre i requisiti di uno schema per la gestione del rischio sull'intero processo produttivo e gestionale di competenza dello stesso operatore, secondo i requisiti definiti dal quadro legislativo europeo e nazionale e dalla UNI/TS 11429:2011 “Qualificazione degli operatori economici della filiera di produzione di biocarburanti e bioliquidi”, cui essa è correlata.
La specifica tecnica UNI/TS 11441 può essere applicata da un operatore economico che opera in qualsiasi fase della filiera di produzione dei biocarburanti e bioliquidi e intende essere sufficientemente flessibile da consentire, anche agli operatori agricoli, di ottenere gli obiettivi identificati. Fornisce inoltre le modalità, condivise dagli operatori e dalla pubblica amministrazione, per la gestione operativa del bilancio di massa, nel rispetto dei requisiti definiti dalla direttiva 2009/28 sulla promozione delle fonti rinnovabili, dalla direttiva 2009/30 sulla qualità dei carburanti e dai rispettivi decreti legislativi di recepimento (D.Lgs 28/2011 e D.Lgs 55/2011).

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FAQ Ministero Ambiente

Radioprotezione. Avviato l'iter per l'adozione di una norma ISO

 

Radiazioni ionizzantiIl 9 aprile è partita la fase di inchiesta pubblica preliminare per il progetto U54022200, adozione della norma internazionale ISO 2919:2012, “Radioprotezione - Sorgenti radioattive sigillate - Requisiti generali e classificazione”, seguito dalla commissione nazionale Tecnologie nucleari e radioprotezione.
La norma ISO 2919 stabilisce un sistema di classificazione per le sorgenti radioattive sigillate basato su test di prestazione e specifica requisiti generali, test di prestazione, test alla produzione, sigle identificative e certificazioni. Essa fornisce una serie di test attraverso i quali da un lato i produttori di sorgenti radioattive sigillate possono valutare la sicurezza dei loro prodotti in uso e dall’altro gli utilizzatori di tali sorgenti possono selezionare quelle idonee per l’utilizzo richiesto, specialmente in relazione alla protezione dal rilascio di materiale radioattivo, con conseguente esposizione alle radiazioni ionizzanti.
I test sono suddivisi in diversi gruppi, incluso, per esempio, l’esposizione a temperature estreme (alte o basse) e una varietà di test meccanici. Ogni test può essere applicato con gradi diversi di difficoltà. Il criterio di superamento o fallimento del test dipende dalla perdita del contenuto da parte delle sorgenti radioattive sigillate.

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Novità dall'UNI

 

logo uniA partire da lunedì 9 sino al 24 aprile sette nuovi progetti di norma saranno sottoposti alla fondamentale fase di inchiesta pubblica preliminare. Vari gli argomenti trattati.
Di competenza del CIG-Comitato Italiano Gas, il primo progetto fornisce i dettagli di uno schema generale europeo per la classificazione di apparecchi a gas secondo il metodo di evacuazione dei prodotti della combustione e riguarda esclusivamente gli apparecchi a gas destinati ad essere installati all'interno di edifici. Oltre a fungere da indirizzo per i comitati tecnici CEN che si occupano di apparecchi alimentati a gas, la futura norma sarà utile a tutti coloro che intervengono su tali apparecchi. Il documento è uno strumento che può avere una sua valenza anche nell’ottica della prevenzione degli incidenti.
Altro documento in inchiesta preliminare è un progetto di norma che definisce i requisiti e una lista di controllo per verificare i requisiti delle società (ESCO) che forniscono servizi energetici, volti al miglioramento dell’efficienza energetica presso i propri clienti, con garanzia dei risultati. Il progetto descrive le capacità (organizzativa, gestionale, economica, finanziaria, ecc.) che una ESCO deve dimostrare di possedere per poter offrire determinate attività presso i propri clienti. Il tema trattato è di competenza è del CTI, Comitato Termotecnico Italiano.

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19 aprile 2012. Progetto IntegrARE. Seminario di presentazione dei risultati

ERGONOMIA

“IntegrARE - INTEGRated Assessment of Risks within Ergonomics” è un progetto di ricerca finanziato e promosso dall’INAIL Campania e realizzato dal LEAS, Laboratorio di Ergonomia Applicata e Sperimentale del Dipartimento di Configurazione e Attuazione dell’Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II,  in collaborazione con la Contarp e la NOVARTIS Farma spa.
Il seminario, che si terrà il 19 aprile p.v. alle ore 9:30 presso la Sala Convegni della CCIAA di Napoli, ha lo scopo di presentare i risultati del progetto di ricerca ed in particolare, quello di diffondere l’esperienza maturata anche ad altre realtà produttive, illustrando metodologie e strumenti di analisi e di valutazione prodotti. In questa prospettiva, per la realizzazione del seminario, è stata scelta la Camera di Commercio di Napoli ed è stato coinvolto direttamente il Consorzio Promos Ricerche, affidatario dello sportello camerale “Responsabilità Sociale delle Imprese”, per assicurare una più ampia divulgazione anche ad altri settori produttivi con analoghe problematiche di interazione dei fattori tecnico-edilizi ed impiantistici, insieme con quelli umani e comportamentali in ambienti confinati ed in presenza di polveri più o meno pericolose per i lavoratori.
Le aziende del settore farmaceutico, in particolare, sono caratterizzate da ambienti di lavoro di qualità generalmente molto superiore rispetto a quelli degli  altri settori manifatturieri, in virtù di standard di produzione molto rigorosi; pertanto, l’analisi delle condizioni di rischio per gli operatori non può essere basata su fattori tradizionali, quali per esempio la movimentazione manuale dei carichi, i fattori fisici o chimici, etc., ma deve essere intesa come processo volto a definire interventi di miglioramento continuo dell’ambiente di lavoro, considerando rischi generalmente meno investigati e valutazioni più accurate di quelli usualmente considerati.

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Il recupero della materia. Il progetto dell'Hybrid Design Lab (SUN)

 

RICICLOReinterpretare. Il concetto che sta dietro la nobilitazione anche delle più ignobili delle merci è questo, reinterpretare. Gioielli, accessori, strumenti di arredo e raffinati packaging, è pressoché indefinita la serie di creazioni che possono nascere dai rifiuti. Sì, dai rifiuti. Parola di designer.
Da circa cinque anni l’Hybrid Design Lab (Hdl) della Seconda Università di Napoli sta lavora anche su questo, rendere bello e prezioso quel che è per definizione brutto e senza alcun valore, i rifiuti. Il progetto si chiama “- waste + design” ed ha l’ambizione di intervenire con gli strumenti del design nelle problematiche del waste management del territorio. Il che, trattandosi della Campania, non è ambizione da poco. “Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere giovani designer campani – spiega Carla Langella, docente di ‘Bioinspired design’ presso l’ateneo e tra gli ispiratori dell’Hdl – in lavori di reinterpretazione di scarti particolarmente difficili da smaltire. Le opportunità tecniche ed espressive offerte dal riuso dei rifiuti attraverso l’innovazione dei materiali e delle tecnologie sono numerose e in gran parte collaudate”. Al vertice delle competenze coinvolte c’è, ovviamente, l’ingegneria dei materiali, ma la piramide dei saperi intrecciati in quest’avventura al confine tra riciclo e manifattura di lusso è articolata e comprende chimica, biologia, agronomia e genetica.
Il progetto è partito dalla selezione di alcune categorie di scarti particolarmente significativi, relativi a settori produttivi che caratterizzano il tessuto produttivo territoriale, si va così dal carti dalla lavorazione di pietre naturali, agli scarti di tessili, pellami, legno, vetro, fino al riutilizzo di materiali dal forte impatto ambientale come il corian, l’acciaio, lo stoneglass e materiali ricomposti a base di quarzo. “Il progetto – contununa la Langella – prevede che l’intero ciclo raccolta-trasformazione-progetto-produzione venga gestito da una azienda design driven che si occupa direttamente di smaltire, rigenerare e utilizzare gli scarti industriali in prodotti finiti”.

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Un futuro sostenibile ed ecocompatibile

 

ECO 2Quando si approccia per la prima volta il tema dello sviluppo sostenibile si avverte subito la vastità e la complessità dell'argomento, il quale abbraccia problematiche relative all'ambiente, all'economia, alla società civile, alle istituzioni. Come vedremo, la definizione condivisa di sviluppo sostenibile riflette questo approccio olistico e interdisciplinare e, proprio per questo motivo, il presente dossier vuole dare una visione quanto più ampia possibile del concetto e delle sue implicazioni attuali, sottolineando il fondamentale contributo della normazione in tale panorama, senza avere tuttavia la pretesa di essere esaustivo.
La strategia dell'Unione Europea "Europa 2020" prevede il raggiungimento, entro il 2020, di cinque obiettivi prioritari in tema di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, clima/energia, dei quali l'uso sostenibile delle risorse ne costituisce una componente essenziale. Nel 2011 si sono susseguite una serie di iniziative europee a supporto di tale componente: la tabella di marcia verso un'economia a basse emissioni di carbonio nel 2050, la tabella di marcia per l'energia per il 2050, una nuova strategia per garantire la tutela, la valorizzazione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi entro il 2050 (prodotti della pesca), ed altre azioni rivolte alle nuove tecnologie per la produzione dell'energia (biomasse), la gestione dei trasporti e la crescita della sostenibilità nel settore edile (costruzioni eco-compatibili, sostenibilità in edilizia). Da questo quadro piuttosto corposo di interventi è evidente come la Commissione Europea stia spingendo verso un uso più efficiente delle risorse lungo il loro intero ciclo di vita, dall'estrazione allo smaltimento dei rifiuti (imballaggi), e ad una riduzione degli impatti sull'ambiente (progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia).
Si potrebbe obiettare l'audacia di questi obiettivi, ma i progressi compiuti negli ultimi decenni in tema di riciclo dei materiali, riduzione delle emissioni di gas serra, sviluppo di tecnologie da fonti rinnovabili hanno dimostrato la fattibilità di tali progressi. La popolazione mondiale in rapida crescita sta minacciando l'abilità degli esseri umani di vivere in modo sicuro e confortevole con se stessi, con le altre specie con le quali condivide il proprio ambiente e, naturalmente, con l'habitat stesso.
Per impedire questo crollo, pertanto, si rendono necessari dei cambiamenti radicali nel comportamento dell'uomo, i quali porranno certamente delle sfide significative alla formazione volontaria, il cui supporto al mondo dell'industria è ormai da più parti riconosciuto in quanto offre soluzioni pratiche e coerenti a livello europeo ed internazionale, facilitando il commercio e gli scambi tra i mercati a livello mondiale. Nel corso degli anni, le organizzazioni non governative della società civile e i cambiamenti sociali e ambientali hanno spinto l'industria a prendere in considerazione le maggiori implicazioni delle sue attività collocando la sostenibilità come punto strategico (UNI ISO 26000). Le aziende hanno un forte impatto sullo sviluppo sostenibile e possono operare in modo più responsabile, aumentando la produttività e rafforzando il mercato. Pertanto, la sfida della normazione oggi è di dare risposte e fornire soluzioni pratiche nell'ottica della sostenibilità a 360°. Alcuni dei Comitati Tecnici dell'ISO e del CEN, ad esempio relativi all'industria marittima, delle costruzioni, della plastica, della gestione dei rifiuti e dell'energia, hanno dato risultati positivi di cosa sia possibile ottenere includendo la sostenibilità nelle norme di pertinenza. A lungo termine, possiamo aspettarci che la sostenibilità diventi un elemento imprescindibile per la normazione volontaria

A cura di Viviana Buscemi - Funzionario UNI
Da Unificazione e Certificazione n. 4/2012

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Dall'UNI nuovi progetti di norme

 

logo uniSono cinque i nuovi progetti di norma UNI entrati nella fase di inchiesta pubblica finale: una fase fondamentale del processo di elaborazione delle norme in cui il progetto elaborato e approvato dall'organo tecnico competente viene messo a disposizione di tutti gli operatori al fine di raccogliere i commenti e ottenere il consenso più allargato possibile.
I primi due progetti sono di competenza della Commissione tecnica “Cuoio, pelli e pelletteria” e riguardano le caratteristiche dei cuoi destinati all'industria della pelletteria, la definizione, caratteristiche e requisiti della pelle conciata al vegetale. Questi documenti normativi dovrebbero andare a sostituire rispettivamente le norme UNI 10826:2000 e UNI 10885:2000.
Il terzo progetto riguarda la valutazione dell’esposizione a rumore nei luoghi di lavoro per lavoratori che utilizzano sorgenti sonore situate in prossimità dell’orecchio ed è di competenza della Commissione “Acustica e vibrazioni”.
Il quarto progetto, a cura del CIG, è relativo alla definizione di Linee guida per la verifica dell'idoneità al funzionamento in sicurezza per gli impianti alimentati a gas, per uso domestico, in esercizio.
Il quinto progetto, di competenza dell’UNIPLAST, ha per oggetto le caratteristiche generali ed i requisiti delle cassette riutilizzabili di polietilene ad alta densità o di polipropilene e suoi copolimeri, destinate  all'immagazzinamento ed al trasporto di bottiglie.

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Da ISNART una ricerca sulle pratiche di Responsabilità Sociale delle Imprese e sui comportamenti dei Consumatori

 

RSI ISNARTIl mondo dei consumatori e dei cittadini è fortemente mutato nell’ultimo ventennio, sia a causa della sempre maggiore diffusione e varietà dei mezzi di comunicazione e di informazione sui diritti del cittadino e dei consumatori, sia grazie al rafforzarsi delle azioni da parte delle associazioni dei consumatori che sono ormai a tutti gli effetti protagonisti delle scelte strategiche e di orientamento da parte delle imprese e delle istituzioni.
Così se fino agli anni ’80 le imprese dettavano le tendenze del mercato ed il ruolo del cliente era prevalentemente quello di orientare le caratteristiche del prodotto finale, oggi il sistema delle imprese non può più prescindere dal rapporto più o meno dialettico con i consumatori e con i loro rappresentanti anche nei processi produttivi che sono a monte della produzione, dalla qualità e sicurezza delle materie prime, al rispetto e legalità dei luoghi, degli impianti e delle risorse umane attraverso cui tali prodotti vengono creati.
Un processo di consapevolezza che si esprime a tutti gli effetti in qualsiasi atto di consumo. Relativamente all’attenzione dei consumatori in merito ai diversi asset della CSR, la popolazione italiana esprime quindi con chiarezza una scala di valori che vede tra i più importanti l’attenzione che l’impresa deve dare al cliente, rafforzando così, in primo luogo, il ruolo di “consumatore cosciente” che ciascuno esercita negli atti di acquisto. Tale valore appare, quindi, particolarmente innovativo se ci si confronta con un diffuso atteggiamento del passato in cui il cliente mostrava timore anche solo nelle
richieste che poneva all’impresa, e ancor più nelle eventuali azioni di reclamo o richiesta di soluzioni rispetto ai disservizi.
Con una certa distanza di valore ma con una valenza identica, il consumatore moderno guarda intorno a sé, ritenendo importanti l’attenzione alle persone più svantaggiate ed all’ambiente, per arrivare così al concetto più ampio di attenzione al territorio.
Infine, seppur sempre al quinto posto, è presente l’attenzione al personale dell’impresa, valore sul quale la popolazione sembra meno sensibile, forse però anche a causa dell’immagine del nostro Paese che meno di altri viene considerato una economia che sfrutta le risorse umane (si pensi allo stereotipo, purtroppo comprovato, della Cina).
Analizzando le scelte dei consumatori in merito ai comportamenti di CSR riguardo la fruizione dei servizi turistici, la popolazione italiana si dimostra piuttosto soddisfatta dai requisiti della vacanza che riguardano la pratica delle azioni di CSR, con il 94,7% di individui che hanno visto soddisfatte le proprie aspettative.
Entrando però nel merito delle specifiche caratteristiche di offerta legate a queste tematiche, tale soddisfazione assume valenze con profondità diverse.

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Fonte: Unioncamere

 

 

Accordo ITACA-ACCREDIA per la sostenibilità ambientale delle costruzioni

 

SOST COSTRUZE’ stato firmato nei giorni scorsi un Protocollo d'intesa tra ITACA, l'Istituto per l'innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, ed ACCREDIA, l'Ente unico nazionale di accreditamento, con l’obiettivo di promuovere le certificazioni rilasciate a sostegno delle politiche regionali per la sostenibilità ambientale delle costruzioni.Si gettano dunque le basi per la realizzazione di un sistema di certificazione nazionale in materia di sostenibilità ambientale degli edifici.
Le collaborazione tra le due organizzazioni va vista in un’ottica strategica di definizione di un sistema di certificazione unitario, e a carattere volontario, coordinato ed integrato sia con i sistemi regionali, già attivi sul territorio e basati proprio sul Protocollo Itaca, sia con il sistema di normazione tecnica nazionale ed europea. Il Protocollo Itaca, oggi applicato all'edilizia residenziale, commerciale ed industriale, che entro l'anno coprirà tutte le tipologie di edifici in ambito pubblico è uno schema di riferimento per attuare politiche di incentivazione verso l'edilizia sostenibile: Housing Sociale, Contratti di Quartiere, Regolamenti Edilizi Comunali, Piano Casa, ecc.
L'intesa con ITACA si inserisce nell'intensa azione che Accredia sta portando avanti in tema di tutela dell'ambiente anche con altri soggetti istituzionali, a partire dal Ministero dell'Ambiente, per garantire la competenza di chi certifica la conformità agli standard ambientali.
"Con la sottoscrizione del protocollo d'intesa - spiega Federico Grazioli presidente di Accredia - siamo in grado di offrire al mercato un parametro di riferimento unitario per la valutazione della qualità del nostro patrimonio edilizio. Insieme a Itaca possiamo rispondere meglio e in maniera coordinata all'evoluzione della normativa, soddisfare e promuovere la crescente sensibilità verso l'edilizia sostenibile e la tutela dell'ambiente. L'impegno di Accredia è di affiancare la Pubblica Amministrazione per garantire sempre l'affidabilità delle certificazioni, anche nel settore delle costruzioni".

Fonte: UNI

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