E' una fotografia delle performance ambientali e della green economy italiane il rapporto Ocse "Italia 2013", presentato lo scorso 8 marzo.
Dall'acqua al consumo di suolo passando per le energie rinnovabili, lo studio fa il punto su progressi e criticità dei settori legati ad impatto ambientale e sviluppo green.
Gli investimenti nell'energia rinnovabile sono stati pari, secondo le stime, a 21 miliardi di euro nel 2011, con un aumento del 43% rispetto all'anno precedente. Il rapporto Ocse sottolinea che un crescente numero di imprese, incluse quelle di piccole e medie dimensioni, ha investito in progetti legati alla tutela ambientale, all'efficienza energetica e dell'uso delle risorse, e ha introdotto innovazioni in campo ambientale.
Gli investimenti nel settore idrico e in quello dei rifiuti sono stati meno di 5 miliardi di euro nel 2010. Secondo il rapporto, l'Italia è uno dei leader mondiali ed europei nel settore delle energie rinnovabili in termini di investimenti, fatturato e occupazione. Gli investimenti nelle energie rinnovabili sono incoraggiati da vari programmi di assistenza finanziaria, in particolar modo tariffe incentivanti) molto convenienti per l'energia solare fotovoltaica.
Il rapporto Ocse sottolineando che la strategia italiana per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra è stata fortemente incentrata su un uso sempre maggiore delle energie rinnovabili. L'Italia è sulla strada giusta per raggiungere l'obiettivo del 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia stabilito per il 2020. Le tariffe incentivanti e i certificati verdi hanno portato a un notevole incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Nel 2011 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili era pari al 28% della produzione di energia elettrica totale, rispetto al 19% del 2010 e superiore all'obiettivo intermedio fissato dal Piano d'azione per le energie rinnovabili. Tali risultati, tuttavia, hanno avuto costi finanziari elevati. Le recenti modifiche della normativa sono finalizzate ad adeguare gli incentivi alla diminuzione dei costi delle tecnologie per le rinnovabili, specialmente dell'energia solare, e a tenere meglio sotto controllo i costi dell'energia elettrica che graveranno sui consumatori fino al 2020.
Secondo l'Ocse, il cambiamento climatico non ha rappresentato una priorità politica per la maggior parte dell'ultimo decennio, tale obiettivo ha acquisito maggiore visibilità negli ultimi tempi. Nel 2012, infatti, il ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha presentato un piano di vasta portata per il raggiungimento degli obiettivi del 2020 indicati dall'Unione europea. Il piano comprende le misure previste nei piani d'azione nazionali per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, nonché quelle contenute nei programmi regionali finanziati dai fondi comunitari e nazionali per lo sviluppo regionale. E' anche in corso di elaborazione una strategia nazionale di adattamento al cambiamento climatico.
Nonostante alcuni progressi, la performance dell'Italia nei segmenti a monte dei settori delle energie rinnovabili e dei beni e servizi ambientali, nonché nell'ecoinnovazione, rimane, però, piuttosto mediocre. Secondo il rapporto "Italia 2013" ciò è dovuto, in parte, alla debole capacità dell'Italia in materia di innovazione. La spesa per ricerca e sviluppo nei settori dell'ambiente e dell'energia è aumentata negli anni duemila.
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