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News - Ambiente & Energia

News - Ambiente & Energia (409)

Gli indicatori del clima in Italia. Pubblicato il Rapporto ISPRA

clima ispraPer favorire l’elaborazione, la rappresentazione e la disponibilità di indicatori sul clima italiano, l’ISPRA ha realizzato e gestisce da alcuni anni il Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA); il sistema SCIA è stato alimentato negli anni grazie alla collaborazione e con i dati del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare (AM), dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (CRA-CMA, ex UCEA), di numerose Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e dei Servizi Agrometeorologici Regionali della Sicilia e delle Marche.
Attraverso l’elaborazione delle serie temporali di dati misurati da diverse reti di osservazione, il sistema SCIA rende disponibili i valori decadali, mensili e annuali e i valori climatologici normali di diverse variabili meteoclimatiche; esso consente inoltre di aggiornare periodicamente le informazioni con una procedura standardizzata.
Gli indicatori sono calcolati e sottoposti a controlli di validità con metodologie omogenee e condivise con gli organismi titolari dei dati. Le informazioni prodotte da SCIA sono accessibili attraverso un sito web dedicato, all’indirizzo www.scia.sinanet.apat.it.
I criteri generali adottati per il calcolo e la rappresentazione degli indicatori climatici sono dettati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, mentre per una descrizione dei controlli di validità dei dati di ingresso e degli indicatori calcolati attraverso il sistema SCIA, si rimanda a documenti specifici.
La disponibilità degli indicatori climatici, insieme alle capacità di monitoraggio e di analisi delle agenzie ambientali, offrono l’opportunità di redigere un rapporto periodico sullo stato del clima italiano e sulle sue tendenze, in cui sono raccolti e presentati i principali elementi che hanno caratterizzato il clima in un certo anno, confrontandoli anche, laddove possibile, con i valori climatologici normali e con l’andamento negli ultimi decenni. La pubblicazione regolare di un rapporto annuale sul clima in Italia, promossa e avviata dal sistema delle agenzie ambientali nel 2006, prosegue con questo VIII rapporto, che presenta alcune novità editoriali rispetto alle precedenti edizioni.

Scarica il Rapporto

Fonte ISPRA

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Il CEI promuove lo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici

auto pilaIl CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano contribuisce allo sviluppo del percorso di standardizzazione dei sistemi di ricarica per i veicoli elettrici che, attualmente, sono diversi e soggetti a normative differenti da un paese all’altro anche nell’ambito della sola Europa.
Il CEI, con un’azione congiunta con l’industria elettromeccanica italiana, l’organismo tedesco responsabile per l’elaborazione degli standard di sicurezza in campo elettronico ed elettrotecnico DKE (Deutsche Kommission Elektrotechnik Elektronik Informationstechnik) e l’associazione europea CENELEC – Comité Européen de Normalisation Electrotechnique, ha dato un nuovo e forte impulso all’individuazione di soluzioni per un unico standard di ricarica in ambito europeo.
La soluzione proposta dà la possibilità di predisporre prese di ricarica uguali in tutta Europa, provviste o meno di un dispositivo di otturazione (shutter) a protezione delle parti in tensione, andando così incontro alle diverse richieste dei Paesi europei in materia di sicurezza elettrica.
Questa soluzione va a beneficio non solo della diffusione delle auto elettriche, ma anche dei veicoli elettrici leggeri a due ruote come gli scooter e di altri mezzi a tre e quattro ruote.

Fonte CEI

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Capitale green 2016 cercasi. In gara 400 città europee

europa-capitale-verdeCapitale verde europea per il 2016 cercasi. La Commissione Ue ha aperto ufficialmente la caccia alla nuova reginetta fra le città europee più “amiche dell’ambiente” e in grado diventare un modello per altri centri urbani. Con una novità importante per l’Italia: per la prima volta potranno gareggiare tutte le città sopra i 100mila abitanti, mentre prima ad entrare in lizza erano solo quelle sopra i 200mila. La competizione si fa però più dura, visto che il riconoscimento ora è alla portata di oltre 400 città europee. “Vorrei incoraggiare le città più piccole a candidarsi e a usare questa come un’opportunità per rivedere e mettere in luce le loro conquiste ambientali e pianificare un futuro sostenibile per i propri cittadini” dice il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik. La gara è aperta alle città dei 27 Stati membri dell’Ue, più Paesi candidati (Turchia, Macedonia, Croazia, Montenegro, Serbia e Islanda) e i paesi dello Spazio economico europeo, quindi anche Norvegia e Liechtenstein. Dodici i parametri di valutazione: contributo locale alla lotta contro i cambiamenti climatici; trasporti; aree verdi; rumore; produzione e gestione dei rifiuti; natura e biodiversità; aria; consumo di acqua; trattamento delle acque reflue; ecoinnovazione e occupazione sostenibile; gestione ambientale delle autorità locali e prestazione energetica. La prima ad aver conquistato il titolo è stata Stoccolma nel 2010, sono seguite Amburgo, Victoria-Gasteiz, Nantes, Copenaghen e Bristol.

AdA

Fonte: Il Denaro (24/06/2013)

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Tecnologie green per le PMI. Domande entro il 5 settembre 2013

Tecno greenLa DG Ambiente della Commissione Europea ha pubblicato il bando 2013 relativo all’iniziativa Eco-Innovation. Le risorse finanziarie messe a disposizione ammontano complessivamente a  31,6 milioni di Euro.  
La scadenza per l’invio delle idee progettuali è il  5 settembre.
L’obiettivo generale dell’invito e di cofinanziare prodotti, tecniche, servizi e processi eco-innovativi che  mirano  a prevenire o ridurre l'impatto ambientale oppure a contribuire a un uso ottimale delle risorse.
Le priorità  del bando 2013 sono:

  1. Riciclaggio dei materiali
  2. Prodotti sostenibili per la costruzione
  3. Alimenti e bevande
  4. Acqua
  5. Imprese verdi

Le proposte di progetto devono avere come conseguenza benefici ambientali ed economici e devono contribuire all’innovazione delle PMI
Il contributo a fondo perduto copre fino al 50% delle spese sostenute.
Al bando possono partecipare tutte le persone legali stabilite nel territorio dell’Unione Europea, Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Albania, Croazia, Macedonia, Israele, Montenegro, Serbia e Turchia, ma verranno privilegiati i progetti candidate da PMI (in forma singola o con latri partner).  In particolare possono fare domanda di finanziamento le PMI che hanno sviluppato un prodotto, un processo o un servizio ecologico innovativo che stenta ancora a collocarsi sul mercato .
Il bando e la documentazione per candidare un’ idea progettuale sono scaricabili al link: http://ec.europa.eu/environment/eco-innovation/apply-funds/application-pack/index_en.htm

Fonte Il Denaro

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Rapporto Rifiuti Urbani 2013

ISPRAL'ISPRA presenterà mercoledì 19 giugno, presso la Sala “Di Liegro” di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, via IV Novembre, 119/a, il Rapporto Rifiuti Urbani 2013. Il Rapporto è il risultato di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati, svolta dall'ISPRA anche in collaborazione con le ARPA/APPA, con l'obiettivo di garantire che le informazioni e le conoscenze relative a questo importante settore siano a disposizione di tutti.
Il Rapporto Rifiuti Urbani 2013 analizza i dati del biennio 2011 – 2012 relativi alla produzione, alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti urbani, al sistema di gestione dei rifiuti di imballaggio; effettua il monitoraggio dell'applicazione della tariffa rifiuti, l'analisi economica dei costi del ciclo integrato dei rifiuti urbani ed il monitoraggio della pianificazione territoriale. Il Convegno sarà introdotto e presieduto dal Presidente dell'ISPRA, Prof. Bernardo De Bernardinis, con una presentazione sui risultati del Rapporto sui rifiuti urbani relazionata dal Direttore Generale dell'ISPRA, Dott. Stefano Laporta. Le Conclusioni del Convegno saranno affidate al Dott. Marco Flavio Cirillo, Sottosegretario Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

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Fonte ISPRA

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Conto Termico. Fino al 1° agosto è possibile richiedere il contributo

conto termicoDal  3 giugno fino al 1° agosto 2013, è possibile iscriversi ai registri del conto termico per usufruire degli incentivi per gli interventi destinati alla produzione di energia termica e per l'efficientamento energetico di edifici esistenti.
Si parte con la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica e con la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa.
Il Gestore dei Servizi Energetici informa che le richieste dovranno essere trasmesse esclusivamente per via telematica, attraverso l’applicazione informatica Portaltermico, che verrà messa a disposizione del GSE nel corso delle prossime settimane anche per la trasmissione delle richieste di prenotazione, riservate alla PA, e di accesso diretto agli incentivi.
Come già anticipato, il conto energia avrà un duplice compito. Da una parte dovrà infatti favorire la diffusione di sistemi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili tra cui: riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare termico e solar cooling. Dall'altra dovrà puntare ad accelerare i progetti di riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
Va inoltre ricordato che il sistema di incentivi è destinato ai soggetti esclusi dalle detrazioni fiscali del 55 e del 50% (ora del 65 e del 50%), poiché non soggetti a IRPEF o IRAP, ossia le amministrazioni pubbliche e i soggetti che, avendo redditi limitati, non avevano i requisiti per avere le detrazioni. Per i privati, ossia persone fisiche, condomini e soggetti titolari di reddito d’impresa o di reddito agrario, l'incentivo riguarderà solo gli interventi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza.
Dopo il 1° agosto, il Gse formerà le graduatorie sulla base dei dati dichiarati dai Soggetti Responsabili.

Vai al sito GSE

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Semplificazioni per le PMI. Dal 13 giugno 2013 attiva l'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)

AUAPubblicato il Dpr 59/2013 che, con l’introduzione dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), semplifica gli adempimenti gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), consentendo un risparmio annuo pari a 700 milioni di euro.
L'Autorizzazione Unica Ambientale, in base a quanto stabilito dalla Legge 35/2012 sulla semplificazione e lo sviluppo, prevede una sola autorizzazione per le Pmi e gli impianti che non hanno dimensioni tali da richiedere l’AIA.
L’AUA può sostituire fino a sette autorizzazioni. Si tratta dell’autorizzazione sugli scarichi, la comunicazione per l’utilizzo delle acque reflue, l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, la documentazione previsionale di impatto acustico, l’autorizzazione all’uso dei fanghi di depurazione e la comunicazione sullo smaltimento e il recupero dei rifiuti.
L’AUA va richiesta con un'unica domanda allo Sportello Unico per le Attività Produttive. Il rilascio avviene solitamente entro 90 giorni, ma sono ammessi tempi più lunghi nel caso in cui sia necessaria la convocazione della Conferenza di Servizi. Quando sostituisce i titoli abilitativi per i quali la conclusione del procedimento è fissata in un termine inferiore o pari a 90 giorni, l’autorità competente adotta il provvedimento e lo trasmette immediatamente allo Sportello Unico per le Attività Produttive.
Se invece sostituisce i titoli abilitativi per i quali almeno uno dei termini di conclusione del procedimento è superiore a 90 giorni, lo Sportello Unico per le attività produttive indice entro 30 giorni la conferenza di servizi  e l’autorità competente adotta l’Autorizzazione Unica Ambientale entro 120 giorni dal ricevimento della domanda. Nel caso in cui vengano richiesti dei documenti integrativi, l’AUA è rilasciata entro 150 giorni.
La nuova procedura semplificata, che entrerà in vigore il 13 giugno 2013, assicura tempi certi. Decorsi inutilmente i termini per la conclusione dei procedimenti entrano infatti in campo i poteri sostitutivi del Ministero dell’Ambiente.

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Certificatori energetici. Presto nuove regole

cert energL'entrata in vigore delle nuove regole è vicina, ma non pare destinata a risolvere tutti i dubbi dei professionisti. A febbraio il Governo ha approvato l'ultimo tassello della normativa sulla certificazione energetica, che detta i requisiti per l'abilitazione al rilascio dell'Ace. Ma il Dpr, firmato dal Presidente della Repubblica lo scorso 16 aprile, sarà pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» solo tra qualche giorno. Mentre è alta l'attesa di professionisti e tecnici che ambiscono al riconoscimento ufficiale di certificatori.
Il fatto è che sulla materia della certificazione energetica le regole su chi è abilitato a compilare il certificato arrivano quando il rilascio dell'Ace è da tempo obbligatorio, sia in caso di nuova costruzione o ristrutturazione integrale, sia in caso di trasferimento a titolo oneroso di una singola unità abitativa. Pertanto, nei mesi passati e sui territori dove non sono intervenute le Regioni a normare il vuoto lasciato dallo Stato (colmato solo da alcune indicazioni transitorie contenute nell'allegato III del Dlgs 115/2008), i certificatori hanno operato sulla base di qualifiche accettate in una sorta di deregulation. Il tutto è complicato da un testo normativo che, anche se molto dettagliato, non si può definire immediato né privo di contraddizioni. Soprattutto per ciò che riguarda i titoli di studio che abilitano al rilascio dell'Ace, con o senza una formazione aggiuntiva necessaria.
Il Dpr in arrivo attua, con otto anni di ritardo, il Dlgs 192/2005, che a sua volta ha recepito la direttiva europea 2002/91/Ce. Con estremo dettaglio, definisce come si diventa certificatori. La qualifica innanzitutto è aperta non solo alle persone fisiche, ma anche alle Esco e alle società (così non accade nella maggior parte dei sistemi regionali). I certificatori devono inoltre essere liberi da conflitti d'interesse rispetto all'immobile da esaminare.
I titoli di studio ammessi sono, in estrema sintesi, tutte le lauree tecniche del vecchio e del nuovo ordinamento più i diplomi. Fra gli ammessi ci sono matematici, fisici, scienziati agrari e forestali. Per l'abilitazione è inoltre necessario essere iscritti a un ordine o collegio professionale, ma ovviamente solo per quelle categorie che hanno un ordine o collegio: altra differenza tutt'altro che trascurabile. È inoltre indispensabile ottenere il rilascio di un certificato che attesti l'esperienza nella progettazione di edifici e impianti.
Per chi non può comprovare le proprie capacità o per chi ha un titolo di studio contemplato dal Dpr, ma che non abilita automaticamente alla certificazione, è necessario tornare a scuola. Il corso previsto è di 64 ore con superamento di esame finale. Ed è proprio qui che, sulla base di quanto già accaduto con le norme regionali, si prefigura il caos. In più di un caso, infatti, il tentativo delle amministrazioni locali di imporre la formazione obbligatoria è finito in tribunale. Dalla Liguria alla Puglia, dal Piemonte alle Marche. Con risultati che spesso hanno costretto al dietrofront il legislatore.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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Regione Campania. 30 milioni per il rilancio dei borghi rurali

PSR CampaniaIncentivare il turismo delle aree interne, puntando sulla riqualificazione e il recupero dei borghi rurali. La Regione Campania apre la misura 322 del Psr Campania 2007/2013 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi” mettendo sul piatto 30 milioni di euro distribuiti su tra quattro province: Avellino (12.812.491 euro), Benevento (3milioni di euro), Caserta (7.784.865) e Salerno (5.402.643).
Ai fini della partecipazione al bando, per borgo rurale si intende l’intero Comune oppure una parte delimitata di esso che abbia conservato l’impianto originario, le caratteristiche architettoniche e urbanistiche originarie e la propria identità culturale. In particolare, il borgo deve essere caratterizzato dalla presenza di un impianto urbanistico in cui i fabbricati non siano esteticamente e strutturalmente riferibili ad epoca recente e nel quale siano presenti elementi caratteristici dell’identità dei luoghi.
Ci si riferisce soprattutto ai materiali delle facciate e dei tetti, alle aperture (porte, finestre) agli elementi di ornamento e di decoro, tendendo in particolare considerazione la presenza di emergenze di rilievo (storico, culturali o naturali).
Termine ultimo di deposito dei documenti è il prossimo primo luglio, alle ore 12.

Scarica il D.D. n. 25 del 30/04/2013
Scarica la Misura 322

Fonte: Regione Campania

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Dall'ISPRA una Guida per la valutazione del dissesto idrogeologico

LG ISPRALe Linee Guida sono il frutto di un’iniziativa congiunta promossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) e dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) finalizzata alla definizione di misure ed interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico in aree agricole e forestali. Le attività agro-forestali, attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono infatti incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del Paese è tuttora rurale.
Le Linee Guida propongono indirizzi e metodologie che, sulla base dell’integrazione di banche dati territoriali dei comparti ambiente e agricoltura, consentono l’individuazione, su tutto il territorio nazionale, delle aree prioritarie di intervento e delle misure di mitigazione più idonee, in aree agro-forestali sia attive sia abbandonate.
Gli interventi proposti, essendo di tipo estensivo, rientrano a pieno titolo nella manutenzione ordinaria del territorio e hanno l’obiettivo di contrastare il degrado dei suoli e l’abbandono delle aree rurali e montane e di contenere i fenomeni di dissesto, quali erosione e frane superficiali, e i costi ad essi associati. Tali misure apportano ulteriori benefici, in termini di sviluppo socio-economico e turistico locale anche legato alle produzioni di qualità (DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG, agricoltura biologica) e alla produzione energetica rinnovabile da biomassa, di tutela dei paesaggi agricoli tradizionali, di mantenimento dei servizi ecosistemici come la conservazione della biodiversità, la protezione delle acque dall’inquinamento e l’incremento della capacità di assorbimento della CO2.
Il volume presenta un quadro del dissesto a scala nazionale e raccoglie lo “stato della pratica” nella pianificazione, progettazione e gestione agro-forestale adottata da Amministrazioni pubbliche, quali Regioni, Enti Parco, Autorità di Bacino, ecc. Propone inoltre un sistema integrato di monitoraggio e controllo

Scarica le Linee Guida

Fonte ISPRA

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